Micro e macro. Alighiero Boetti a Venezia

Il formato minimo e quello massimo a confronto nella produzione di Alighiero Boetti, in mostra alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Tra opere celebri e altre meno note, per una lettura trasversale del lavoro dell’artista.

Con il ’68 inizia un altro periodo, il periodo gioioso: avevo cominciato il gioco delle combinazioni e permutazioni con i bollini che preludono a quelli dei francobolli”. Inizialmente concepita come l’opera più piccola, Estate 70 diventa la più grande opera su carta creata da Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994), uno degli esempi più significativi di una codificazione fondata sulla ripetibilità e sullo sdoppiamento. Alta due metri e lunga ben venti, è scandita da migliaia di bollini adesivi applicati su carta da parati beige, giocati sul rosso, blu, verde e giallo. Concepita, appunto, nell’estate del 1970, all’interno della galleria milanese Franco Toselli.
Questa monumentale opera, insieme a Titoli, Storia Naturale della Moltiplicazione e Copertine, costituisce il nucleo degli interventi meno noti dell’artista che, uniti ad altri più celebri, danno luogo a un confronto tra i minimi e i massimi delle serie più significative. Grandi e piccoli formati, il cui tema è strettamente connesso a quello del tempo, selezionati tra collezioni pubbliche e private per un percorso strutturato in undici sezioni per un totale di ventidue opere, che consentono una lettura trasversale del lavoro di Boetti.

Alighiero Boetti, Anno 1984, 1984, matita su carta intelaiata, dodici elementi, 100x150cm cad., dettaglio, courtesy Tornabuoni Art

Alighiero Boetti, Anno 1984, 1984, matita su carta intelaiata, dodici elementi, 100x150cm cad., dettaglio, courtesy Tornabuoni Art

FRA ORDINE E DISORDINE

Dalla monumentale Estate 70 traggono origine i Francobolli, esempio d’arte postale incentrato sulla classificazione, concepito anch’esso a mo’ di griglia e giocato sulle possibili combinazioni dei francobolli che l’artista utilizza come il pittore usa il pennello, ossia per restituire forma e ritmo attraverso i diversi valori cromatici. E se Titoli, uno dei più grandi formati del raro ciclo dei Ricami monocromi, da leggere rigorosamente in verticale dall’alto verso il basso, è, tra ordine e disordine, la summa dei concetti e delle immagini dell’universo dell’artista, Storia Naturale della Moltiplicazione è un esercizio costante di piccole forme dislocate sulla superficie, sempre attraverso l’utilizzo delle griglie, ottenute da una rigorosa progressione numerica definita dall’artista, alla ricerca di un ordine che scaturisce dal disordine. “Io penso che ogni cosa contenga il suo contrario, per cui l’atteggiamento preferibile dovrebbe essere quello di azzerare i concetti, distenderli, spiegarli.

Alighiero Boetti, Tutto, 1992 94, ricamo su tessuto, 255 x 595 cm, dettaglio. Courtesy Tornabuoni Art

Alighiero Boetti, Tutto, 1992 94, ricamo su tessuto, 255 x 595 cm, dettaglio. Courtesy Tornabuoni Art

UNA QUESTIONE DI FORMATI

Nelle Mappe e i Tutto sono il concetto del viaggio e del nomadismo, interconnesso a quello del tempo, a fare da protagonisti, evidenti nei ricami che, iniziati a Roma, venivano spediti prima a Kabul e poi in Pakistan per essere terminati da ricamatrici imparentate coi rifugiati, seguendo le regole determinate dall’artista ma con la libertà di scegliere i colori.
Oltre a uno dei più grandi Mimetico, sono in mostra gli Aerei ideati al rientro da un viaggio in Afghanistan: “Una sorta di carta da parati piena d’aerei che si librano nell’aria, come in assenza di gravità”, così li ha definiti lo stesso Boetti. Conclude la prima parte dell’allestimento l’opera site specific Copertine – ridisegnate con maniacale precisione a grandezza naturale – costituita da dodici quadri, uno per ogni mese dell’anno, che a loro volta contengono diciotto immagini differenti per soggetto e testata.
La seconda parte dell’allestimento consiste in un progetto speciale che indaga il tema della fotocopia. Per la prima volta viene esposta la sequenza di 1665 immagini fotocopiate e raccolte in quindici volumi rossi, rese allo stesso tempo fruibili poiché allestite anche a parete. Al centro della sala, invece, sono a disposizione del pubblico una fotocopiatrice e dei fogli rossi, secondo il progetto di Mario Garcia Torres in omaggio a Boetti.

Roberta Vanali

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Roberta Vanali

Roberta Vanali

Roberta Vanali è critica e curatrice d’arte contemporanea. Ha studiato Lettere Moderne con indirizzo Artistico all’Università di Cagliari. Per undici anni è stata Redattrice Capo per la rivista Exibart e dalla sua fondazione collabora con Artribune, per la quale cura…

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