Biennale Giovani Monza. I talenti dell’arte emergente
Villa Reale, Monza – fino al 16 luglio 2017. È alle ultime battute la settima Biennale Giovani Monza che al Serrone della Villa Reale ha accolto trenta artisti scelti da cinque docenti-artisti di altrettante accademie, che hanno sostituito quest'anno i critici indipendenti delle scorse edizioni. Una ricognizione sui volti dell’arte emergente nel contesto dello scenario strettamente contemporaneo.
![Biennale Giovani Monza. I talenti dell’arte emergente](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Elena-Hamerski-Piante-medicinali-e-velenose-della-flora-italiana-libro-2-1024x867.jpg)
Questa volta l’aggettivo giovane, tanto abusato nel designare artisti – eterni giovani in eterna formazione – non può che essere azzeccato perché gli artisti under 35 che animano la Biennale Giovani Monza sono allievi delle accademie o da poco diplomati. La cura di questa edizione, invece, ha visto coinvolti cinque docenti: Marcello Maloberti della NABA, Stefano W. Pasquini dell’Albertina di Torino, Bruno Muzzolini di Brera, Cesare Viel della Ligustica di Genova e Davide Rivalta della Clementina di Bologna.
Il percorso espositivo, chiaro e lineare, è diviso in piccoli padiglioni assegnati alle cinque accademie. Barbara Baroncini presenta un’installazione multimediale in cui dialogano video, pittura e incisione; nelle opere l’artista evoca l’ambiente naturale, sfaccettato dal ricordo e dalla sua cripticità come un paesaggio che, inciso dentro di noi, che lascia intuire la propria essenza. Da un mondo immaginato a un mondo immaginifico, quello realizzato da Lisa Dalfino e Sacha Kanah: l’installazione polimaterica allestita nella rotonda di Giuseppe Piermarini crea un caleidoscopio di colori e odori grazie a sculture biomorfe fatte di materiali organici come cristalli esplosi e terra di Siena.
![Barbara Baroncini, È l’immagine che ho dentro, 2016, tempera su carta, 14 x 21 cm. ciascuno (16 pezzi); Per non essere banali, 2015, incisione su lastra di zinco, 10,5 x 15 cm. ciascuno (8 pezzi)](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Baroncini_Barbara_e%C2%A6%C3%87-limmagine-che-ho-dentro2016.jpg)
Barbara Baroncini, È l’immagine che ho dentro, 2016, tempera su carta, 14 x 21 cm. ciascuno (16 pezzi); Per non essere banali, 2015, incisione su lastra di zinco, 10,5 x 15 cm. ciascuno (8 pezzi)
DALLE PAROLE ALLA FOTOGRAFIA
Martina Brembati e Gaia De Megni giocano invece con le parole e con il loro portato di immaginazione e aspettativa; la prima con un semplice lettering (“DISINCANTO”) appoggiato al pavimento e che bisogna scavalcare per accedere alle altre opere; la seconda con stralci di dialoghi riferiti alla produzione cinematografica incisi su lastre bianche di marmo, a metà fra una lapide e il frame dello schermo digitale.
Con l’opera di Tea Andreoletti si torna all’analogico e alle relazioni che ne scaturiscono: la richiesta di non riprodurre fotograficamente l’opera fa sì che l’unica condizione per fruirla sia recarsi al Serraglio a leggere le poche righe scritte dall’artista: un invito a pranzo aperto a chiunque, in un luogo e un giorno stabiliti. Elisa Bertaglia ed Elena Hamerski parlano del doppio volto del sogno e della natura: nelle opere di Bertaglia, delle adolescenti galleggiano in un’intricata foresta di foglie, rimanendo sospese in una dimensione indefinita e astratta. Ma nella staticità decorativa degli elementi pittorici i ricami delicati della vegetazione e i colori tenui rafforzano l’indecisione di un eterna sospensione che non contempla approdo. La flora archiviata dalla Hamerski, invece, è raccolta in un libro d’artista che parla, nei colori colati e negli oli che intingono la carta, della natura velenosa e benefica di ogni pianta classificata.
Tra le fotografie in mostra, gli scatti di Silvia Giuseppone mettono a fuoco oggetti del nostro vivere quotidiano immortalati in immagini naïf sulle piattaforme social (un esempio è la pagina Te lo regalo se vieni a prenderlo), ma tradotti dall’artista con un occhio e un’inquadratura che mutuano gli stilemi della fotografia pubblicitaria.
![Irene Fenara, Quinto orizzonte, 2016, stampa digitale su laminato e plexiglass / immagine da scanner (serie fotografica) 29,1 x 40 cm. ciascuna](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Fenara_Irene_quinto-orizzonte1.jpg)
Irene Fenara, Quinto orizzonte, 2016, stampa digitale su laminato e plexiglass / immagine da scanner (serie fotografica) 29,1 x 40 cm. ciascuna
GLI ARTISTI
Nella volontà di fare sistema anche Artribune ha dato il suo contributo con un catalogo in cui si approfondisce la poetica degli artisti e dei relativi tutor: Martina Brembati, Gaia De Megni, Byron Gago, Edoardo Manzoni, Gabriel Stöckli, Jacopo Martinotti invitati da Marcello Maloberti; Barbara Baroncini, Irene Fenara, Giulia Poppi, Gemis Luciani, Wang Hao, Lisa Dalfino e Sacha Kanah invitati da Davide Rivalta; Tea Andreoletti, Monia Ben Hamouda, Giulia Savorani, Petra Rocca, Iva Kontić/Maja Maksimović e Marco Secondin chiamati da Bruno Muzzolini, Béatrice Boily, Ilaria Boccia, Elena Hamerski, Clelia Rainone, Ottavia Plazza ed Elisa Bertaglia invitati da Stefano W. Pasquini e infine Carlos Lalvay Estrada, Paola Pietronave, Annalisa Pisoni Cimelli, Alessandro Bartolena, Cocis Ferraris e Silvia Giuseppone chiamati da Cesare Viel.
Artisti giovani, molti dei quali stranieri, che parlano di altre culture e altri tempi e che grazie a questa rassegna possono mettersi in relazione con le istituzioni per intraprendere un percorso professionale che vada oltre le mura accademiche e portare una ventata di freschezza alla ricerca curatoriale italiana.
– Martina Lolli
![Béatrice Boily, French Braided Earth, 2016, inject print su carta baritata, 180x120 cm., edizione 2/2](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Boily_Beatrice_FrenchBraidedEarth1-768x511.jpg)
![Tea Andreoletti, Invito a pranzo, luglio 2017, inchiostro su carta di cotone, 32 x 38 x 5 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Andreoletti_Tea-768x439.jpg)
![Barbara Baroncini, È l’immagine che ho dentro, 2016, tempera su carta, 14 x 21 cm. ciascuno (16 pezzi); Per non essere banali, 2015, incisione su lastra di zinco, 10,5 x 15 cm. ciascuno (8 pezzi)](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Baroncini_Barbara_e%C2%A6%C3%87-limmagine-che-ho-dentro2016-768x1152.jpg)
![Elisa Bertaglia, Out of the blue, 2016, olio, carboncino, grafite su carta acid-free incollata su tela, 160 x 105,5 cm. Courtesy Galleria Officine dell’Immagine, Milano](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Bertaglia_Elisa_-Out-of-the-Blue-part.-170x105-cm-olio-carboncino-grafite-e-pastelli-su-carta-2016-768x508.jpg)
![Elena Hamerski, Piante medicinali e velenose della flora italiana, 2015-2017, polittico + libro d’artista, olio di lino, pastelli acquerellabili e carbone su carta, dimensioni variabili](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Elena-Hamerski-Piante-medicinali-e-velenose-della-flora-italiana-libro-2-768x650.jpg)
![Irene Fenara, Quinto orizzonte, 2016, stampa digitale su laminato e plexiglass / immagine da scanner (serie fotografica) 29,1 x 40 cm. ciascuna](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Fenara_Irene_quinto-orizzonte1-768x558.jpg)
![Cocis Ferrari, Borders, 2016, stampa a pigmenti, 124 x 252 x 4 cm., edizione 1/7](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Ferrari_Cocis_Borders-768x543.jpg)
![Gemis Luciani, Iconografia marginale, dalla serie Marginal composition, 2016, 5 collage, 50 x 40 x 5 cm. ciascuno](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Luciani_Gemis_MC-n20_-768x1063.jpg)
![Paola Pietronave, Fortezza 01, 2016-2017, installazione tessile, 110 x 195 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Paola-Pietronave-fortezza.01-biennale-monza_-768x521.jpg)
![Giulia Poppi, Senza titolo, 2017, stampa digitale su PVC back light, 500 x 300 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Poppi_Giulia-768x1152.jpg)
![Marco Secondin, Strikkitrikki Palomalamù (palestra 7a, Valdagno Vicenza), 2014, fotografia digitale su carta cotone, 90 x 60 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Secondin_Marco-STRIKKITRIKKI-PALOMALAMS%C3%99-768x1152.jpg)
![Wang Hao, Senza titolo, 2016, olio su tela, 80 x 120 cm](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/07/Wang_Hao_Senza-titolo-768x517.jpg)
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