Hauser & Wirth “piglia tutto”: rappresenterà in esclusiva l’opera di Piero Manzoni

Hauser & Wirth è l’ultima tra le grandi gallerie internazionali a puntare sull’arte italiana. Dopo essere stata tra le protagoniste dell’ultima Biennale di Venezia, la galleria svizzera guarda ancora verso il nostro paese ed acquisisce il lascito di Piero Manzoni uno degli artisti italiani più quotati sul mercato

Cresce l’interesse per l’Italia da parte della galleria Hauser & Wirth. Dopo essere stata tra le protagoniste assolute dell’ultima Biennale di Venezia con 12 artisti tra la manifestazione principale e gli eventi collaterali, la galleria svizzera ha messo a segno un altro colpo che coinvolge il nostro paese. Hauser & Wirth ha siglato, infatti, un accordo con la Fondazione Piero Manzoni di Milano per rappresentare in esclusiva mondiale l’artista italiano. Ancora una conferma, dunque, alla nostra intuizione sull’interesse della mega galleria per il nostro paese e sul fatto che la presenza massiccia in Biennale fosse solo un primo passo per un coinvolgimento in Italia ben più profondo.

L’ITALIA FA GOLA ALLE GRANDI GALLERIE STRANIERE

La galleria svizzera non è l’unica tra le mega gallerie internazionali ad aver puntato sull’arte del nostro paese. C’è David Zwirner che possiede una collezione importante di opere di Giorgio Morandi, ma anche Barbara Gladstone con Alighiero Boetti e Marisa Merz, Gagosian con Pino Pascali. Tante insomma le gallerie straniere interessate agli artisti storici italiani, il cui mercato è in fortissima crescita. Negli ultimi anni questi hanno registrato record d’asta a Londra e a New York, ma in Italia costano ancora abbastanza poco. Il primo a guardare verso l’arte italiana è stato Larry Gagosian agli inizi degli anni Duemila che ha contribuito a rilanciare i prezzi sul mercato di artisti come Alighiero Boetti, di cui oggi si occupa Barbara Gladstone, Pino Pascali e in parte Lucio Fontana. La retrospettiva di Boetti, ad esempio, organizzata da Gagosian nel 2001 a New York in collaborazione con gli eredi dell’artista, ha favorito il rilancio internazionale dell’artista più concettuale dell’arte povera con i prezzi delle sue opere quadruplicati e una serie di mostre nella maggiori istituzioni americane che ne hanno accresciuto notevolmente la fama internazionale. Dopo Gagosian, anche le altre big hanno iniziato a guardare all’Italia con sempre maggiore interesse. Tutto ciò potrebbe essere il preludio per una grossa caccia tra i collezionisti italiani per accaparrarsi più opere possibili da rimettere sul mercato secondario a prezzi lievitati. Se tutto questo da un lato garantisce una maggiore attenzione per l’arte italiana a livello internazionale e dei prezzi più adeguati al valore degli artisti, dall’altro preoccupa che tante opere finiscano lontane dal nostro paese procurando lauti compensi che molto difficilmente saranno reinvestiti in Italia.                                                                

PIERO MANZONI TRA LE STAR ITALIANE DEL MERCATO

Piero Manzoni (1933-1963), tra le voci più originali e potenti dell’Avanguardia europea degli anni ’50, non è un artista qualsiasi, ma uno degli artisti italiani più quotati sul mercato internazionale. Le opere di Manzoni, fino ad oggi rappresentato in Italia da gallerie come Mazzoleni, Tornabuoni, Cardi, Christian Stein e all’estero da Karsten Greve, Sperone Westwater Gallery e Gagosian, hanno mantenuto negli anni prezzi molto alti raggiungendo in asta la cifra record di 12,6 milioni di sterline per un Achrome battuto da Sotheby’s a Londra nel 2014. Nonostante la sua breve esistenza Manzoni, morto d’infarto a soli trent’anni, ha segnato profondamente l’arte italiana diventando un punto di riferimento imprescindibile per le generazioni successive. Con l’acquisizione del lascito da parte di Hauser & Wirth, l’opera di Manzoni si prepara ad un forte rilancio. Un lavoro iconico della serie Achromes sarà esposto nello stand di Hauser & Wirth durante la prossima Art Basel e una grande mostra sul lavoro dell’artista è prevista per la fine del 2018 nella sede di New York della galleria. Inoltre, la galleria svizzera sosterrà economicamente la Fondazione nella preparazione di un nuovo catalogo ragionato sull’opera di Manzoni che sarà pubblicato online nei prossimi due anni.

HAUSER & WIRTH PUNTA SEMPRE DI PIÙ SUGLI ARCHIVI D’ARTISTA

Oltre a Piero Manzoni, la galleria svizzera gestisce i lasciti di altri due italiani, Fabio Mauri e Fausto Melotti, in aggiunta ad un grosso numero di archivi di artisti internazionali come Philip Guston, Mike Kelley, David Smith, Leon Golub, Eva Hesse, Allan Kaprow, Lee Lozano, Fabio Mauri, Fausto Melotti, Jason Rhoades, Dieter Roth, Mira Schendel, Philippe Vanderberg. L’interesse di Hauser & Wirth per gli archivi d’artista ha di fatto aperto un nuovo filone di mercato. Possedere tantissime opere di artisti ormai deceduti permette di controllarne il mercato in regime di monopolio. Se dal punto di vista economico quest’aspetto genera introiti potenzialmente illimitati, dal punto di vista culturale gli archivi consentono di realizzare mostre di livello museale difficilmente realizzabili senza fondi privati come è avvenuto recentemente per Philip Guston and The Poets, tra le mostre più belle viste a Venezia in contemporanea con la Biennale.

–       Mariacristina Ferraioli

 

www.hauserwirth.com

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Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli

Mariacristina Ferraioli è giornalista, curatrice e critico d’arte. Dopo la laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia dell’Arte, si è trasferita a Parigi per seguire corsi di letteratura, filosofia e storia dell’arte presso la Sorbonne (Paris I e Paris 3).…

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