Salvo e Boetti. Un dialogo a Lugano

Un tuffo nell’Italia degli Anni Settanta e dei suoi fermenti creativi, sulla base delle sinergie artistiche tra Alighiero Boetti e Salvo, all’insegna della contaminazione e distinzione stilistica. Questo è il fulcro della mostra proposta da MASILugano e curata da Bettina Della Casa.

Sono il migliore”. Iniziando la nostra visita lo sguardo incontra immediatamente questa incisione su lapide nera di Salvo (Leonforte, 1947 – Torino, 2015), un’affermazione forte, provocatoria, che connota in modo straordinariamente sintetico l’avvincente dibattito artistico a cui stiamo per assistere.
Sullo sfondo c’è Torino, dove Alighiero Boetti (Torino, 1940 – Roma, 1994) e Salvatore Mangione, in arte Salvo, condividono uno studio nella città allora animata dall’Arte Povera e da innovativi spazi vitali, tra cui spiccano le gallerie Sperone, Notizie e Christian Stein. “Vivere lavorando giocando”, così definisce Salvo, nel 2011, quel periodo trascorso insieme al collega, un tempo in realtà scandito da grande ricerca artistica e profondo rigore professionale.
La mostra svizzera si snoda all’interno di due macro-sezioni, la prima, suddivisa a sua volta in “Immagine del sé”, “Fare frasi”, “Tautologie”, “Pensare il tempo” e “Mappe”, presenta una serie di opere “parallele”, in cui è particolarmente visibile l’influenza creativa reciprocamente esercitata dai due artisti.

Alighiero Boetti, Mappa, 1983. Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst,Zurigo. Photo Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo

Alighiero Boetti, Mappa, 1983. Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst,Zurigo. Photo Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo

CONTAMINAZIONI…

Il carattere irriverente e giocoso di Salvo, ritratto in posa simile al Messia, in alcuni scatti di matrice concettuale in bianco e nero, si contrappone all’ossessione metodica di Boetti, alla sua ostinata catalogazione, minuziosa attenzione per la riproduzione, la moltiplicazione del soggetto, così come la sua divisione. Il tempo, sempre più al centro della riflessione di Salvo, ricorre in opere che lo raffigurano in veste di Contatore (1967) e nei Calendari (1979-1994).
Parallelamente il dialogo si anima, fino a compenetrarsi, nelle celeberrime Mappe di Boetti (una del 1979 e una del 1983) e in quelle di Salvo, (77 pittori italiani del 1975 e 29 Siciliani del 1976).

Alighiero Boetti e Salvo, Vernazza, 1969. Photo Anne Marie Sauzeau

Alighiero Boetti e Salvo, Vernazza, 1969. Photo Anne Marie Sauzeau

… E ALLONTANAMENTI

La seconda parte della mostra è dedicata all’allontanamento artistico avvenuto tra i due protagonisti, contestualmente al trasferimento di Boetti a Roma nel ’72.
Salvo si dedica al mezzo pittorico in modo esclusivo, dipingendo, con colori fluidi e solari su grandi tele, i luoghi dei suoi viaggi, in particolare la Sicilia. Boetti compie al contrario una scelta opposta, allontanandosi dai canoni artistici classici, nella ricerca di un’espressione concettuale, in cui la collaborazione di artigiani diventa parte integrante. La mostra trova nella Collezione Olgiati un importante contributo. Trenta opere scelte ricreano il contesto artistico del movimento dell’Arte Povera ispirato dal critico Germano Celant, all’interno del quale si cimentarono i due artisti. Insieme ai lavori di Marisa e Mario Merz, Pistoletto, Gilardi, Fabro e altri illustri colleghi.

Elena Arzani

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Elena Arzani

Elena Arzani

Elena Arzani, art director e fotografa, Masters of Arts, Central St. Martin’s di Londra. Ventennale esperienza professionale nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

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