L’enigma dell’essenziale. Giorgio Morandi e Tacita Dean a Mantova

Palazzo Te, Mantova – fino al 4 giugno 2017. La lentezza e la luce. Le ombre e i segni. Le tracce e gli oggetti. Un maestro magistrale e una delle migliori artiste contemporanee si incontrano e creano la magia di un attimo, partendo dalla semplicità di un ambiente domestico in cui l'essenzialità diviene elemento fondamentale per una riflessione profonda.

Tutt’altro che semplice è l’esposizione promossa dal Centro Internazionale di Arte e Cultura di Palazzo Te, che vede in dialogo due filmati di Tacita Dean (Canterbury, 1965) con una cinquantina di opere di Giorgio Morandi (Bologna, 1890-1964), nonostante il richiamo, nel titolo, alla semplicità dell’esistenza dell’artista bolognese, molto amato da numerosi colleghi, anche dopo la sua morte. L’intenzione coraggiosa dei promotori non è creare un’ennesima antologica e nemmeno una lettura monografica dell’opera di Morandi, ma riprendere un discorso iniziato ai tempi della antologica allestita a Palazzo Te nel 2001.
Uno sforzo collettivo” – come ha ben espresso il sindaco Mattia Palazzi – “una direzione chiara e importante per la città che rimane anche nel 2017 Capitale della Cultura”.

Giorgio Morandi, Natura morta, 1921. Firenze, Fondazione Spadolini Nuova Antologia

Giorgio Morandi, Natura morta, 1921. Firenze, Fondazione Spadolini Nuova Antologia

POLVERE E OGGETTI

Il percorso mostra, oltre a una sezione dedicata alla bibliografia e alle letture del pittore, opere di rara raffinatezza e prestiti inediti da collezionisti privati, che rivelano il rigore e la sapienza nel costruire le composizioni e il carattere contemplativo del suo linguaggio. I due filmati della Dean, realizzati nel 2009 nello studio di Via Fondazza, si focalizzano proprio su una riappropriazione dei canoni estetici della poetica morandiana, riprendendo nello scorrere delle immagini quel senso particolare della luce e del silenzio. Ma nel contempo la Dean crea visivamente una ripetizione controllata, che trasmette un estremo rispetto e dona nuovi significati e dignità al lavoro. Non ci sono sbavature o sforamenti, bensì lo stesso rigore assoluto dell’immagine di colui “che poteva dipingere la polvere” – come afferma la stessa Dean –, aspettando pazientemente che si depositasse per giorni interi.

Tacita Dean, Still Life, 2009. Courtesy of the artist & Marian Goodman Gallery, Parigi-New York & Frith Street Gallery, Londra. Photo Poelzl

Tacita Dean, Still Life, 2009. Courtesy of the artist & Marian Goodman Gallery, Parigi-New York & Frith Street Gallery, Londra. Photo Poelzl

LO SGUARDO DI TACITA DEAN

Nel bianco e nero di Still Life, ispirato a un foglio con una traccia di un disegno per la collocazione di oggetti, un cartone prestato dal Museo Morandi, in cui si vede come l’artista spostasse le sue cose disegnandone in primis il perimetro con una vera e propria pratica da architetto, Tacita Dean indaga ogni segno e traccia, girando lentamente con la macchina da presa, animando il movimento creativo del pittore e vivificandolo. Nel secondo filmato, Day for Night, con una ripresa calibrata e scabra dei polverosi oggetti morandiani, la Dean propone un lavoro filmico che non ha nulla a che fare col documentario, ma che si rivela una geniale intuizione estetica fatta di intimità familiare ed enigmatica distanza. Un invito a interrogarsi su quanto di nuovo e di segreto uno sguardo contemporaneo possa sorprendentemente rivelare diventando esso stesso opera d’arte.

Francesca Baboni

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Francesca Baboni

Francesca Baboni

Francesca Baboni vive a Correggio (Re). Laureata in Lettere Classiche con indirizzo storico-artistico all'Università di Bologna, è critico d'arte, storico dell'arte e curatrice indipendente. Da diversi anni cura per spazi privati ed istituzionali mostre personali e collettive di artisti contemporanei,…

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