I 7 stand da non perdere ad Arte Fiera Bologna. Immagini e commenti dall’inaugurazione
Da Arezzo a Berlino, da Firenze a Bologna, da Ferrara a Napoli, con doppia menzione. Ecco gli stand che ci sono piaciuti di più ad una prima passeggiata in fiera. Il trend di Bologna? Opere “in movimento” con meccanismi elettrici, moto perpetuo e sound art
Come di consueto per ogni appuntamento fieristico, anche questa volta, in occasione di Arte Fiera Bologna, abbiamo passeggiato tra i corridoi e gli stand, per selezionare per voi le cose da non perdere della fiera alla prima edizione di Angela Vettese. Da Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, arriva il magnifico stand di Alessandro Bagnai, una doppia personale che mette insieme in un accostamento apparentemente insolito, tele monumentali a smalto di Mario Schifano, che rientrano nella vocazione storica della fiera, con le microinstallazioni della pratese Monica Cecchi.
FERRARA
Autoctona, anche se un po’ più a nord rispetto a Bologna, è l’offerta della sempre sfiziosa Mlb di Maria Livia Brunelli, la casa galleria ferrarese che si presenta con una corrazzata di artisti notevoli, su cui spiccano le atmosfere dimenticate delle fotografie della forlivese Silvia Camporesi, lo scranno di Stefano Scheda, sul quale nelle nostre foto troneggia la gallerista, le foto di una Venezia canalettiana del giapponese Masuyama. A spiccare però su tutti è il piccolissimo, ma sconvolgente spioncino Abuso edilizio di Marco di Giovanni, un foro ricavato nel muro – sconfessando le installazioni gigantesche dell’artista abruzzese – che con un gioco di lenti apre altri mondi e altri spazi dello stand.
DA NAPOLI
Due menzioni per la città di Napoli. Si parte con Umberto di Marino, che si presenta con la sua “squadra” in un allestimento che, pur mettendo insieme un nucleo ben nutrito d’artisti, riesce ad essere etereo e minimale. Tra i nomi in mostra Francesco Jodice, Luca Francesconi, Alberto di Fabio, Vedovamazzei, Francesca Grilli.
SPAZIO AMPIO E ARIOSO
Allo Studio Trisorio, in un bell’insieme che affianca gli artisti della galleria all’interno di uno spazio ampio e arioso, spiccano Alfredo Maiorino, ma soprattutto le proiezioni di Fabrizio Corneli, che dirige con la luce il mappamondo, e le macchine celibi e zoomorfe di Rebecca Horn.
OPERE IN MOVIMENTO
All’insegna della meccanica questa fiera che sceglie opere in movimento, tra elettronica, moto perpetuo e sound art, anche nel progetto espositivo di Edoardo Secci, Firenze, con la sala “cartonata” e vibrante dello svizzero Zimoun, cui si affianca un più placido ma affascinante Alfredo Pirri (1998-2015) e la parete scultorea di Monika Grzymala.
DA BERLINO
Da non perdere assolutamente Mario Mazzoli, Berlino, forse in assoluto lo stand più bello. Una vera mostra. Anche qui suono e meccanismi in movimento la fanno da padrone, soprattutto nelle canne d’organo di Michele Spanghero, ormai nella sua stagione d’oro, (Ad lib, 2016), ma anche nei libri che respirano di Edith Kollath, tedesca, (thinking I’d last forever, 2008), infine in Equilibrium variant, 2011, una danza d’amore tra robot di Roberto Pugliese.
DA BOLOGNA
Chiude il nostro tour P420 di Bologna, nel corso dell’ultimo biennio una delle gallerie più interessanti del mondo dell’arte italiano. Tra le proposte i “classici “di galleria Rodrigo Hernandez e Riccardo Baruzzi, ma soprattutto l’apertura a specchio con un imperdibile Franco Vaccari.
– Santa Nastro
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