Il maestro del ‘400 senese Vecchietta torna a casa: nuovo percorso museale da vedere al Santa Maria della Scala di Siena

Il progetto propone una rilettura dei capolavori del Vecchietta nei luoghi per i quali furono concepiti, quali la Sagrestia Vecchia, il Pellegrinaio e la Chiesa della Santissima Annunziata

A seicento anni dalla nascita di Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta (1410–1480), il Santa Maria della Scala di Siena celebra l’artista che più di ogni altro ha plasmato la sua identità. Fino al 29 marzo 2026, il complesso museale senese presenta un nuovo percorso di visita dedicato alla figura del grande maestro del Quattrocento, restituendo alle sue opere la forza originaria e offrendo una rinnovata lettura del legame tra l’artista e l’antico ospedale cittadino. Il progetto, promosso dal Comune di Siena e ideato da Cristiano Leone, presidente della Fondazione, con la curatela di Giulio Dalvit (Associate Curator alla Frick Collection di New York), propone una rilettura dei capolavori del Vecchietta nei luoghi per i quali furono concepiti: la Sagrestia Vecchia, il Pellegrinaio e la Chiesa della Santissima Annunziata.

Il nuovo percorso al Santa Maria della Scala di Siena
Il nuovo percorso al Santa Maria della Scala di Siena

Un nuovo percorso tra i luoghi del Vecchietta

La Sagrestia Vecchia, straordinario reliquiario architettonico realizzato tra il 1445 e il 1449, torna leggibile nella sua complessa iconografia, con l’Arliquiera riposizionata nella sede originaria. Gli affreschi, che intrecciano teologia e umanesimo in una raffinata Concordia Testamentorum, vengono restituiti alla loro funzione di narrazione sacra e civica, mentre la stanza riacquista la dimensione di “camera-codex” pensata dall’artista. Nella Chiesa della Santissima Annunziata, i visitatori possono finalmente ammirare da vicino il celebre Cristo bronzeo del Vecchietta, capolavoro assoluto della scultura italiana del Quattrocento. Realizzato per la cappella funeraria dell’artista, il Cristo segna una svolta nella storia dell’arte: per la prima volta una figura del Salvatore a tutto tondo in bronzo viene collocata su un altare, un atto di audacia tecnica e spirituale che riassume la doppia vocazione del Vecchietta, pittore e scultore.

Il Pellegrinaio del Vecchietta

Infine, il Pellegrinaio torna a essere protagonista del percorso museale, liberato da allestimenti invasivi. Qui il Vecchietta firma la sua prima opera documentata, la Visione del beato Sorore (1441), in cui traduce in immagini l’identità stessa dell’Ospedale: la scala miracolosa su cui salgono le anime dei bambini accolti dalla Vergine diventa metafora della missione dell’istituzione, ma anche della visione dell’artista, “manifestatore di cose miracolose”.

Il nuovo percorso al Santa Maria della Scala di Siena
Il nuovo percorso al Santa Maria della Scala di Siena

Un progetto scientifico internazionale

La riscoperta del Vecchietta si accompagna a un importante lavoro di ricerca. Infatti, in occasione del progetto, viene pubblicata la prima monografia critica dedicata all’artista dal 1937, dal titolo Vecchietta, curata da Giulio Dalvit ed edita da Paul Holberton Publishing di Londra, in collaborazione con la Frick Collection di New York e, per l’edizione italiana, con la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala. Il volume, disponibile in italiano e in inglese, offre un profilo aggiornato e internazionale dell’artista, restituendo la complessità della sua figura di pittore, scultore e architetto.

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Redazione

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