La donazione di Elon Musk per il patrimonio archeologico italiano è qualcosa su cui riflettere
Al di là dei risvolti economici, la donazione da parte della Musk Foundation al programma “Expandere Conscientiae Lumen” dedicato alla conservazione e alla valorizzazione di siti e scavi archeologici italiani è un gesto dai molteplici significati che merita un’approfondita riflessione...
Alla nomina dei progetti vincitori dell’iniziativa “Expandere Conscientiae Lumen”, promossa da Ancient Rome Live e dall’American Institute for Roman Cultureche; ideata per valorizzare e tutelare il patrimonio archeologico italiano è più che lecito soffermarsi a riflettere sulla realtà da cui è sostenuta: la Musk Foundation. È altamente significativo, infatti, che Elon Musk abbia deciso di donare un milione di dollari a un progetto concepito per la tutela e la promozione di siti e scavi archeologici in Italia, legando il suo nome al nostro patrimonio culturale, alla storia classica e a tutto quello che rappresenta. E l’aspetto più rilevante di questa vicenda, al di là del valore economico, è proprio cercare di comprenderne la ragione profonda.
Le motivazioni profonde dietro la donazione di Elon Musk
Anche perché, se solo fino qualche anno fa, al Ministero della Cultura aleggiava un clima di sospetto nei riguardi di Google, disponibile a offrire strumentazioni all’avanguardia ed efficienti banche dati a titolo gratuito per favorire la digitalizzazione culturale del nostro Paese. Sospetto dovuto principalmente alla proprietà di tali facilities, che, seppur sotto forma di sponsorizzazioni tecniche, sarebbero state pur sempre donazioni. Oggi si celebra pubblicamente questa donazione, senza porsi alcuna domanda sulle reali motivazioni da cui è scaturita; che chiaramente, non sono solo di natura utilitaristica. Certo, le agevolazioni fiscali contano, ma fino ad un certo punto. Soprattutto perché condizioni favorevoli possono essere trovate anche in altri contesti, e in altre nazioni.

Perché Elon Musk ha scelto l’Italia
Scegliere l’Italia per il noto imprenditore è stato sicuramente un modo per dare un segno diplomatico; così come lo è stato in termini di comunicazione scegliere di finanziare la cultura, con un programma che in italiano recita “Diffondi la luce della conoscenza”. Poi avrà senz’altro giocato un ruolo la volontà di trasmettere una vicinanza al sistema democratico italiano e al nostro settore imprenditoriale, dal momento che questo tipo di azioni genera relazioni, che possono risultare essenziali nello sviluppo di un dialogo aperto. Ma oltre a queste ragioni c’è di più.
L’importanza di approfondire il valore della scelta di Elon Mask
Pur riconoscendo tutti questi elementi, è opportuno considerare anche gli aspetti più ampi della questione, cercando di comprendere la rilevanza che il nostro patrimonio culturale e archeologico riveste a livello globale, tanto da indurre Musk a veicolare indirettamente fondi internazionali verso questa iniziativa.
Roma e i valori greco-romani per la popolazione statunitense, per alcuni secoli orfana di storia, continuano a rivestire un ruolo identitario centrale che noi, abituati a pensare all’archeologia soltanto in relazione al piano di viabilità, come un ostacolo da aggirare nel tragitto casa-lavoro e lavoro-casa, difficilmente riusciamo a comprendere. Al di là degli aspetti politici, dei retroscena, delle questioni etiche, quindi, è necessario interrogarsi per individuare il messaggio insito in questa azione. Dal momento che, con questo gesto Musk, forse più di tutto il mondo archeologico italiano, è riuscito a trasmettere pienamente il concetto che in quelle pietre giace il seme di ciò che la nostra società ha costruito nel tempo e che, di conseguenza, manutenere e valorizzare tali tracce materiali del nostro passato è un compito che spetta a tutti; un onore cui può accedere chi è in possesso delle congrue disponibilità.
Il valore simbolico e identitario della cultura per l’Italia
In una logica di sviluppo dell’influenza della cultura sulle vite dei cittadini, va sempre considerato ciò che la stessa ha rappresentato per il nostro Paese, ancor prima che l’Italia esistesse politicamente. Quindi, al di là delle molteplici congetture in proposito, occorre comprendere la portata positiva di questo gesto, in grado di coinvolgere cittadini, organizzazioni del terzo settore e imprese italiane.
L’archeologia racconta agli italiani (e al mondo) il percorso che interi popoli hanno compiuto per arrivare all’oggi. Purtroppo, la scarsa considerazione di cui gode attualmente l’Italia non aiuta a identificare nel patrimonio una reale risorsa da valorizzare. Motivo per cui è essenziale procedere su un duplice binario: valorizzare il passato per celebrare il presente, con tutte le sue criticità e sviluppare la convinzione di vivere in un Paese con reali possibilità di crescita e sviluppo per poter rintracciare un sistema identitario in cui essere fieri. L’archeologia sotto questi aspetti può contribuire ampiamente in termini di senso di appartenenza e aspettative positive. Tuttavia, tali risultati possono essere raggiunti soltanto attraverso una linea sistematica, che sappia coniugare iniziative “faro” con un tessuto quotidiano e costante di donazioni (si legga Art Bonus) e di partecipazione attivo alla vita culturale territoriale.
La donazione di Musk e la necessaria riflessione sul rapporto dell’Italia con il proprio passato
Spesso, però, è realmente difficile fare in modo che mondi così distanti riescano a conversare e a definire obiettivi comuni. L’attenzione a queste tematiche è però sempre più alta, così come sempre più elevati sono i livelli di competenza che è possibile rintracciare all’interno del settore pubblico. È questo il tema più ampio su cui questa notizia dovrebbe indurci a riflettere: l’Italia è davvero in grado di guardare con onesta partecipazione al proprio passato? Le nostre imprese sono davvero in grado di comprendere quanto una partecipazione ad attività archeologiche possa esaltare il territorio, valorizzarne il passato e concorrere alla creazione di uno sviluppo? La nostra archeologia è davvero in grado di guardare all’interazione con i privati come a un’opportunità concreta? Quando le risposte a tutte queste domande saranno positive, il nostro sarà un Paese migliore.
Stefano Monti
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