Una mostra racconta tutta la grande impresa del restauro delle Ville di Tivoli  

Con “Villae Futura” viene alla luce tutta la monumentale opera di restauro dello storico complesso romano. Villa Adriana, Villa d’Este e il Santuario di Ercole Vincitore sono raccontati a Tivoli attraverso i loro ambiziosi progetti di valorizzazione

Villae Futura: musei, parchi, giardini in evoluzione, curata dal Direttore Andrea Bruciati, racconta un lungo percorso di restauro e valorizzazione. La mostra in corso a Tivoli non si limita a celebrare i restauri completati, ma guarda anche alle operazioni future, come la riapertura al pubblico dei Mouseia a Villa Adriana, il restauro della Grotta di Diana a Villa d’Este e il recupero degli ambienti della Via Tecta al Santuario di Ercole Vincitore. Il visitatore, dunque, non solo può ripercorrere gli interventi già realizzati, ma è chiamato a riflettere sulla continua evoluzione dei siti che non sono mai stati semplicemente “musei da visitare”, ma luoghi di trasformazione e di dialogo con la contemporaneità. “Le ville non sono solo contenitori di storia, ma promotrici di sé stesse”, ha dichiarato Andrea Bruciati, sottolineando come ogni progetto di restauro sia una nuova narrazione che si aggiunge al racconto millenario di questi luoghi.

Il restauro delle Ville di Tivoli come rinascita

La mostra Villae Futura offre una panoramica dettagliata sugli interventi di restauro che hanno segnato un cambiamento radicale nella gestione dei siti di Tivoli. A Villa Adriana, uno degli interventi più significativi è stato il recupero dei bacini d’acqua del Canopo, del Pecile e del Teatro Marittimo, che hanno richiesto un complesso lavoro di svuotamento, pulizia e ripristino, riportando questi spazi alla loro originaria bellezza. Allo stesso modo è stato recentemente inaugurato il Percorso Yourcenar, un cammino che riapre al pubblico un collegamento storico tra il Teatro Greco e il Tempio di Venere, restituendo così una parte fondamentale della villa alla visibilità e alla comprensione del visitatore.

Il restauro di Villa d’Este in mostra

Anche Villa d’Este ha visto il ritorno di alcune delle sue meraviglie come la Fontana dell’Ovato e la Fontana dei Draghi, quest’ultima conosciuta per i suoi spettacolari giochi d’acqua sonori. Questi restauri, insieme ad altri interventi ancora in corso, sono volti a rafforzare il legame tra il pubblico e il patrimonio, offrendo una lettura nuova e arricchita di questi luoghi. La Grotta di Diana, ad esempio, grazie all’aiuto del gruppo Fendi, sta per essere restituita nella sua interezza con il recupero di decorazioni ricche di stucchi, pietre colorate, smalti e maioliche che rendono questo spazio un esempio straordinario di arte barocca. La rinnovata fruibilità di questi ambienti è uno dei principali obiettivi del progetto espositivo, che intende non solo celebrare il passato, ma anche dare concretezza al futuro con l’apertura di nuovi percorsi di visita.

Un patrimonio in evoluzione: le Ville di Tivoli a Roma tra storia e utopia

In occasione della mostra, Andrea Bruciati ha espresso la sua visione di trasformare le ville in un “organismo complesso”, un paesaggio vivo che non solo racconta la storia, ma è anche in continua evoluzione sempre in dialogo con il presente. “Otto anni fa le ville erano come isole addormentate, ora sono diventate paesaggio”, ha dichiarato il Direttore, evidenziando il cambiamento radicale che ha riguardato la gestione e la valorizzazione dei siti. I progetti futuri, come l’apertura della Via Tecta al Santuario di Ercole Vincitore e il recupero degli spazi del Mausoleo dei Plautii, sono segno tangibile di una visione che va oltre la conservazione. Si tratta di un impegno a lungo termine che mira a restituire questi luoghi al pubblico in modo innovativo, integrando la storia con le necessità del presente.
In particolare, la mostra non si limita a documentare il lavoro di restauro, ma propone una riflessione sulle utopie future, come quelle che si celano nei “cassetti mai aperti” di progetti non realizzati, che trovano spazio nell’ultima sala, “una specie di Wunderkammer delle utopie”. Qui il visitatore può immaginare i futuri sviluppi del patrimonio delle Ville di Tivoli, un cantiere che non chiude mai e che guarda sempre oltre, spingendosi verso nuove narrazioni e nuovi modi di concepire il patrimonio culturale. Come ha sottolineato Bruciati, “La bellezza è qualcosa di molto fragile”, quindi la sua protezione è una responsabilità che coinvolge non solo gli storici e i curatori, ma anche ogni singolo visitatore che ha l’opportunità di godere di questi luoghi unici al mondo.
La mostra Villae Futura diventa così un punto di partenza per una riflessione più ampia sul futuro della conservazione del patrimonio culturale, un viaggio che si intreccia con la ricerca di un equilibrio tra passato, presente e futuro, e che pone le Ville di Tivoli al centro di una nuova stagione di fruizione e valorizzazione.

Gaia Rotili

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