Scavi di Oplontis: tornano al loro posto statue e reperti della Villa di Poppea

Tra le ville romane più lussuose, il sito che sorge nella antica Oplontis (tra Napoli e Sorrento) e appartenuta alla moglie di Nerone vede fare ritorno, nei propri ambienti, di sculture e reperti che un tempo adornavano i suoi sontuosi spazi

Non solo monumento ma anche museo di se stesso, con un nuovo allestimento che contribuisce alla lettura e alla conoscenza di una delle ville romane più suggestive degli Scavi di Oplontis, antica città situata tra Napoli e Sorrento. È questo il nuovo corso della Villa di Poppea (conosciuta anche come “Villa A”), lussuoso edificio residenziale con affaccio sul mare, la cui costruzione risale alla metà del I secolo a.C. (e ampliata poi nella prima età imperiale). La Villa di Poppea – chiamata così perché potrebbe essere appartenuta a Poppaea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, o alla sua famiglia – è stata di recente protagonista di un intervento che ha visto la ricollocazione al suo interno di statue e reperti originari, mai esposti prima nel loro sito di provenienza, finora custoditi nei depositi del Parco archeologico di Pompei e in precedenza in mostra al Palazzo Criscuolo di Torre Annunziata. “Riportare questi reperti nel luogo originario di provenienza è stata un’operazione di tutela finalizzata a garantirne un’adeguata conservazione in ambienti monitorati, da un punto di vista della sicurezza e delle condizioni conservative”, spiega Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei, “ma anche di valorizzazione sia delle opere sia della villa in quanto l’esposizione in loco consente un racconto diretto e suggestivo del contesto reale”.

LA VILLA DI POPPEA A OPLONTIS

Tra le più importanti ville adibite all’otium sulla costa del Golfo di Napoli, la Villa di Poppea deve il suo nome a un’anfora che è stata ritrovata al suo interno sulla quale è menzionato appunto il nome di Poppea. L’edificio, che presentava un accesso principale orientato verso la campagna retrostante per poi svilupparsi con una teoria di sale e giardini (con numerose specie di alberi e piante, tra cui siepi di bosso, oleandri, limoni, platani, olivi, cipressi, edere rampicanti e rose) verso il mare, si contraddistingue per la ricchezza degli impianti decorativi, per i colonnati e le terrazze. Intorno alla metà del I secolo d.C. nella proprietà venne costruita una piscina di 61×17 metri, lungo la quale si trovavano le sale da pranzo, il soggiorno, gli alloggi per gli ospiti e i giardini d’inverno.

I REPERTI DELLA VILLA DI POPPEA TORNANO ESPOSTI NEL SITO

I reperti e le statue ricollocate negli spazi della Villa sono in tutto 15, tra cui un grande cratere in marmo pentelico a bassorilievi e poi le statue di Nike, Artemide e l’Efebo, il busto di Eracle, il bambino con l’oca, una testa di Afrodite e ritratti di bambini. A questi reperti si aggiungeranno poi i centauri e il gruppo scultoreo del Satiro con Ermafrodito, attualmente esposti in Arte e sensualità nelle case di Pompei, mostra in corso presso la palestra grande di Pompei. Le opere, collocate in diversi ambienti della villa, offrono così al visitatore un’occasione di fruizione inedita, contraddistinta dalla possibilità di mettere a confronto le opere di statuaria con i vivaci affreschi delle stanze.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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