Una famiglia di maestri d’ascia ricostruisce un’antica nave da guerra romana

La ricostruzione della nave di epoca traiana in scala 1:1 è stata pensata per rilanciare le bellezze di Ostia Antica, dei porti imperiali e della necropoli

Con il principato di Augusto la marina militare romana impose la propria presenza sul Mediterraneo: una nave del glorioso Impero arriva oggi fino a noi. O almeno la sua riproduzione in scala 1:1. Siamo a Isolo Sacra, nel comune di Fiumicino e dunque nell’hinterland di Roma. I Carmosini, storica famiglia di maestri d’ascia, sono coinvolti nella costruzione di una nave romana da guerra a grandezza naturale, ispirata ad un’imbarcazione illustrata nei bassorilievi della Colonna Traiana, ai Fori Imperiali di Roma.

LA STORIA DELLA NAVE LIBURNA

Il progetto di costruzione della nave Liburna, dal nome dei pirati Liburni, è iniziato nel 2001 per mano del maestro d’ascia Francesco Carmosini, con l’aiuto della Magistri Schola de Navalis Artificium. Nel sogno di donare alla collettività, un pezzo unico da porre accanto al Museo delle Navi di Fiumicino, che ospita un’importante collezione di navi antiche del Mediterraneo.  La Liburna sarebbe un “importante biglietto da visita a detta Raffaele Megna, del Comitato Saifo (Sistema Archeoambientale Integrato Fiumicino Ostia), per rilanciare le bellezze di Ostia Antica, dei porti imperiali e della necropoli; a discapito dell’abusivismo subito dal territorio negli ’70 e ’80 del Novecento. Che Roma, con le sue arterie litoranee, sia sempre stata una città a vocazione acquatica, ce lo dicono le naumachie di Piazza Navona, i fregi con delfini e conchiglie visibili sul retro del Pantheon, là dove sorgeva la Basilica di Nettuno con il Portico degli Argonauti, tutte le infinite fontane e non da ultimi gli acquedotti.

UNA NAVE NATA SU FACEBOOK

La costruzione della Liburna è un piano nato da un appello su Facebook per creare posti di lavoro in sinergia tra beni ambientali, archeologici e balneari. Nel 2019 però i fondi si erano esauriti e il cantiere rischiava la rovina. Dopo l’appello lanciato da Saifo, la Aries Sistemi, ha fatto una donazione per il rinnovo dei ponteggi. La professione del maestro d’ascia si lega agli antichi cantieri navali, dove le imbarcazioni venivano fatte in legno. Il maestro sa riconoscere il tipo, cesellarlo, sagomarlo con l’ascia. Un sapere di alto artigianato che si tramanda di padre in figlio. È il caso della famiglia Carmosini: ora è Oscar, figlio di Francesco, a portare avanti il progetto della Liburna, lunga ben 37 metri, secondo un modello usato per la prima volta da Augusto nella battaglia di Azio, poi da Traiano nella campagna in Dacia. Con i nuovi tre metri cubi di abete la nave è pronta per essere ultimata e posta, presenza viva e guizzante, accanto al Museo delle Navi, che ne racconta le mille avventure.

– Francesca Romana De Paolis

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