Italiani a Baghdad. Il racconto degli archeologi in missione in Iraq

Il racconto della Missione HaSSP (Hatra Salvage Statuary Project) a Baghdad sulla statuaria di Hatra (II-III sec. d.C.).

Da poco più di venti giorni si è conclusa la nostra esperienza all’Iraq Museum di Baghdad. Dovevamo rimanere per circa un mese e, invece, a causa della condizione di instabilità dopo l’uccisione di Soleimani, i razzi sull’ambasciata americana e lo spostamento delle truppe straniere nel Paese, siamo dovuti rientrare a casa sollecitati dall’ambasciata e dall’unità di crisi. Chi scrive sono i membri della Missione HaSSP del CAMNES, Centro Studi di Firenze che si occupa di archeologia del Mediterraneo e Medio Oriente, i quali hanno lavorato intensamente per quindici giorni all’interno dei magazzini dell’Iraq Museum di Baghdad, il tempio dell’archeologia medio-orientale, per schedare e catalogare le statue provenienti da Hatra, grande città di più di 300 ettari della Mesopotamia del nord durante il II-III sec. d.C.
Gli archeologi in particolare hanno schedato e studiato lo stesso lotto di statue conservate a Baghdad, distrutte dall’ISIS/Daesh presso il Museo di Mosul nel 2015. In questo risiede il grande valore e l’importanza del progetto che mira, insieme agli studiosi iracheni del Museo e dello SBAH (State Board of Antiquities), a conservare, preservare e valorizzare il patrimonio locale. Obiettivo ultimo, spiegano gli archeologi italiani Roberta Ricciardi Venco (direttrice), Enrico Foietta (Università di Torino) e Ilaria Bucci (Birckbeck College) è la creazione di un catalogo completo di tutti i reperti presenti nel museo e nei suoi magazzini, oltre al possibile riassemblaggio di un certo numero di statue che saranno poi probabilmente esposte nelle sale destinate a Hatra, grazie all’aiuto del laboratorio di restauro dell’Iraq Museum.
In particolare, durante la permanenza della missione italiana, è stato possibile riunire le teste e il corpo di alcune statue di sacerdote provenienti da uno dei templi minori della città (Tempio minore XIV) oltre che, grazie alle informazioni d’archivio ed edite, individuare altre due ricomposizioni: una Tyche, una divinità tutelare della città, e una Allat, divinità araba, con fattezze da Minerva.
Il corpus di statue della città di Hatra è molto vasto ed eterogeneo per soggetti (divinità, aristocratici, sovrani, etc.) e stile, mostrando in vari casi iconografie antiche anche di millenni, ma scolpite secondo uno stile/sintassi che potrebbe essere definito “post ellenistico o romano”. La città di Hatra, patrimonio dell’UNESCO, è stata soggetta a una sorte simile a quella di Palmira, Ninive, Dura-Europos, Mari con la distruzione, nel 2015-17, di parte della decorazione architettonica dei templi centrali delimitati da un imponente recinto sacro.

Distruzione da parte dell'ISIS Daesh dei reperti di Hatra presso il Museo di Mosul, 2015

Distruzione da parte dell’ISIS Daesh dei reperti di Hatra presso il Museo di Mosul, 2015

I RISULTATI DELLA MISSIONE

Durante questa prima missione a Baghdad sono state prodotte 107 schede di oggetti da Hatra, prevalentemente teste, dando forma una nuova e moderna documentazione fotografica, tanto più necessaria visto che la più importante pubblicazione di queste statue è datata 1974. Di alcune di queste teste è stato inoltre possibile produrre un modello 3D estremamente preciso, che sarà utile per il loro studio oltre che per valutarne la conservazione e i possibili attacchi con altri frammenti di statua.
Il lavoro della missione HaSSP ora si è spostato forzatamente in Italia, ma si spera di poter tornare presto in Iraq, una volta che le condizioni di sicurezza lo permetteranno, per continuare e ultimare, insieme agli archeologi locali, questo importante progetto che dà lustro e rafforza la cooperazione italiana con l’Iraq.
Il naturale sviluppo del progetto una volta concluso potrà solo essere un parziale o totale riallestimento delle sale dedicate a Hatra, che tenga conto delle statue riassemblate e degli importanti oggetti conservati nei magazzini. Un lavoro che mira a preservare la memoria e la documentazione dei reperti affinché perdite come quelle avvenute al Museo di Mosul non si possano più verificare.

‒ Ilaria Bucci, Enrico Foietta, Roberta Ricciardi Venco

camnes.it

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Enrico Foietta

Enrico Foietta

Enrico Foietta è attualmente assegnista di ricerca presso l’Università di Torino, sede dove ha conseguito anche il dottorato di ricerca in Archeologia e Storia dell’Arte iranica. Ha partecipato a numerose missioni archeologiche e di studio in Siria (Missione Archeologica Franco-Siriana…

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