Orazio Gentileschi e la lezione marchigiana di Caravaggio. A Fabriano

Sedi varie, Fabriano ‒ fino all’8 dicembre 2019. Le Marche si raccontano attraverso grandi mostre che lasciano trasparire lo spirito del territorio nella cultura visiva. Dove sono caduti i semi del caravaggismo, è fiorita una lunga stagione di arte sacra tra nobiltà e devozione popolare.

Nelle Marche si sceglie da tempo di celebrare il genius loci attraverso grandi esposizioni che raccontano le peculiarità artistiche di una regione nei secoli generosamente creativa. Oltre alla mostra su Raffaello a Urbino, a Fabriano La luce e i silenzi riunisce i caravaggeschi attivi nel XVII secolo, in una porzione di prospero stato pontificio costellato di piccoli centri urbani, borghi, rocche, pievi, capofila dei quali è Orazio Gentileschi. La mostra conclude il progetto, promosso dalla Regione, Mostrare le Marche, serie di eventi concepita per valorizzare il patrimonio culturale e artistico delle aree colpite dal sisma nel 2016, e costituisce un punto fermo rilevante dal punto di vista bibliografico, avendo stimolato studi e ricerche.

UNA MOSTRA CHE RACCONTA UN TERRITORIO

Il percorso espositivo, curato da Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori, è allestito nello storico Spedale del Buon Gesù, sede della Pinacoteca Civica e naturale collocazione di alcune delle opere esposte, e prosegue nelle vicine Cattedrale di San Venanzio e Chiesa di San Benedetto, con una cinquantina di opere provenienti da una scansione capillare del territorio, che ha toccato anche piccoli centri dal nome poco noto, come Piandimeleto, Ripatransone, Apiro, Monte Vidon Combatte. Sono in mostra davvero le Marche, poiché davanti al visitatore giganteggiano le superbe tele provenienti da altari e cappelle che l’immaginario collettivo locale condivide quasi atavicamente, per devozione o per suggestione visiva. Sono i quadri delle chiese, quelli che tutti gli abitanti vedono da sempre, e con cui si formano il gusto e il linguaggio visivo di una terra: per i marchigiani, il divino è un raggio di sole potente che squarcia una coltre di nubi, la virtù è un corpo avvolto da velluti. Come quello della Maddalena penitente di Gentileschi, i capelli sparsi su una casta schiena pesante come la roccia che la sovrasta: proviene da una piccola chiesa di quartiere dedicata alla santa, ed è venerata come protettrice dei cartai, mestiere della tradizione fabrianese.

La luce e i silenzi. Exhibition view at Chiesa di San Benedetto, Fabriano 2019. Photo Guido Calamosca

La luce e i silenzi. Exhibition view at Chiesa di San Benedetto, Fabriano 2019. Photo Guido Calamosca

MODELLI, REPLICHE, CONFRONTI

Divisa in sezioni tematiche, l’esposizione parte con l’innesto del caravaggismo che si aggancia in questa terra con il Pomarancio nella fucina del santuario di Loreto; indaga rispettivamente le figure della Maddalena, in un confronto tra modelli e repliche, e di San Carlo Borromeo, nel nuovo e introspettivo tema del “santo isolato”, lasciando esprimere il dialogo continuo tra Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, il caravaggesco marchigiano per eccellenza; propone una grandiosa teoria di tele di grandi formato, generalmente pale d’altare dai toni lividi e teatrali, forse un po’ sacrificate in una sala museale, essendo state progettate per una fruizione da lontano; tra queste emerge la Circoncisione del Gentileschi, proveniente dalla Chiesa del Gesù di Ancona.

NUOVE CONSAPEVOLEZZE

Il lavoro di selezione e ricerca ha portato a nuove consapevolezze. Abbiamo chiesto a Francesca Castellani, diagnosta del restauro e guida alla mostra, di sintetizzarne i contenuti: “Dal confronto della fisionomia dei volti nei cartoni del Gentileschi (in particolare in un ricorrente Gesù Bambino) è possibile ipotizzare una datazione, e, dato il diffondersi di prime forme di collezionismo dell’epoca, indagare su soggetti richiesti e spesso replicati. Nella ‘Circoncisione’ una giovane studiosa, Lucia Panetti, ha individuato, nella schiera degli angeli musicanti, il volto della giovane figlia Artemisia; si è riusciti inoltre a dare il nome di Bartolomeo Mendozzi all’autore, presente con due tele, conosciuto come ‘Maestro dell’incredulità di San Tommaso’”. Una mostra importante, di grande rigore scientifico, capace di fare ricerca sul territorio e di valorizzarne davvero le preziosità.

Valeria Carnevali

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Valeria Carnevali

Valeria Carnevali

Sempre attratta dalle forme della cultura contemporanea come espressione delle dinamiche umane, in una prima vita ho vissuto e lavorato a Milano per inseguire da vicino l’evolversi del presente, collaborando con gallerie, spazi espositivi ed editori specializzati in arte e…

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