Ricchezza culturale? Una varietà preziosa per imparare a scegliere e a conoscersi
Quando si parla di cultura, bisognerebbe riflettere sull’importanza di ampliare l’offerta culturale per dare ai cittadini la possibilità di esercitare delle scelte e sviluppare, oltre alla capacità critica, profondi processi di autoconsapevolezza personale
Nell’identificazione degli effetti positivi legati alla cultura spesso il focus è sulle attività di maggior successo. Raramente ci si sofferma sui contenuti scartati dal pubblico. Eppure, a determinate condizioni, anche tali “mancati consumi” svolgono un ruolo importante sulle comunità. Chiaramente, sono diversi gli aspetti da considerare ma è risaputo che, a livello individuale, la fruizione culturale genera un incremento della consapevolezza di sé, associato, anche secondo studi scientifici, a una risposta complessa, che coinvolge – semplificando – la parte razionale ed emotiva delle persone, generando un processo di metacognizione (focus sulle emozioni provate).
L’importanza delle scelte nella fruizione culturale
Una delle critiche più diffuse alla scienza economica mette in discussione la possibilità di scegliere secondo criteri razionali. Tale critica si è dapprima concentrata sull’impossibilità di disporre sempre delle informazioni necessarie; poi sul fatto che le scelte sono sempre condizionate; infine, sull’importanza dell’emotività in ambito decisionale (inteso secondo le neuroscienze come risposta del corpo a un determinato stimolo). Secondo Damasio e l’ipotesi del marcatore somatico, ad esempio, una scelta avviene in base alle reazioni che il corpo produce all’esposizione a differenti stimoli. Input sempre collegati (quindi condizionati) ad esperienze passate.
La cultura genera processi di autoconsapevolezza
In altre parole, la cultura innesca un processo di consapevolezza e scegliere a quale esperienza partecipare rafforza la dimensione identitaria dell’individuo. Forse è banale, ma non troppo. Abituarsi alle scelte consapevoli può aumentare la conoscenza personale con grandi benefici sull’esistenza. In una città in cui è possibile prendere quotidianamente parte a diverse attività culturali, come teatri, cinema, concerti, mostre, l’esercizio di scelte progressive, svilupperà negli individui nuove consapevolezze e, nello stesso tempo, una maggiore “sensibilità” in termini relazionali, professionali, e personali. Scegliere quali tipologie di rappresentazione ci coinvolgono e appassionano maggiormente è essenziale per comprendere le proprie preferenze. Quindi, allenarsi a scegliere non è soltanto un’azione di mercato, ma è una modalità per imparare a riconoscere cosa ci piace e cosa no. E trasformare la scelta in comportamento è un processo direttamente connesso alla libertà individuale.
Il rapporto tra cultura e società civile
Tutto ciò, ovviamente, solleva importanti questioni in termini di allocazione della spesa pubblica e di definizione di ciò che vada finanziato attraverso i meccanismi privati e ciò che invece meriti un finanziamento pubblico. Ma non è questo il punto: il punto è capire che la cultura aiuta a sviluppare una cittadinanza libera, che dovrebbe essere l’obiettivo prioritario di ogni sistema democratico.
Stefano Monti
(Grazie all'affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati