Mostriciattoli di ceramica dentro e fuori i palazzi storici di Milano. La città celebra l’artista Diego Cibelli

È un’invasione profondamente artistica e spirituale quella che Diego Cibelli ha pensato per il museo milanese, che si arricchisce di un nuovo complesso di opere a metà tra mondo etrusco e contemporaneo. In parallelo all’intervento c’è anche una mostra a Casa Boschi Di Stefano

Ormai da fine settembre la Fondazione Luigi Rovati ha qualcosa “in più”. Qualcosa che non passa inosservato nemmeno dall’esterno, non appena ci si affaccia nel cortile interno. È come se l’anima genuina e ancestrale insita in ognuno dei pezzi della ricca collezione etrusca avesse deciso di rivelarsi. Di prendere – o meglio di “ri-prendere” – vita dopo secoli di sonno nelle tombe. Creature zoomorfe, entità vegetali e floreali. Persino creature umane, ma con un fascino spiritico e magico. Sono le opere di Diego Cibelli (Napoli, 1987), un artista che ha già dimostrato in passato la sua sottile capacità di connettersi con l’immaginario e le tradizioni locali per ricavarne singolari espressioni artistiche. Dopo Capodimonte è il turno di Milano, che si popola di ben due interventi site-specific, pensati dall’artista per rievocare dal profondo il cuore artistico-storico dei luoghi. Se da un lato abbiamo già introdotto il contributo alla Fondazione accanto ai Giardini di Porta Venezia, ancora non si è accennato alla mostra temporanea che fino a metà dicembre arricchirà le pareti interne di Casa Boschi Di Stefano

Diego Cibelli alla Fondazione Rovati di Milano tra etruschi e contemporaneità 

Al centro di questo nuovo, importante, contributo al panorama artistico milanese non potevano che esserci gli Etruschi, protagonisti della collezione Rovati. Il popolo misterioso, così ricco di iconografie curiose che vanno dai mostri – celebri le chimere, in cui si sommano parti leonine, serpentesche e caprine – alle decorazioni vegetali, con un’attenzione particolare alla figura umana, maschile ma anche femminile. Tutto questo immaginario è fagocitato, riassunto e restituito nelle opere di Cibelli. L’artista si concentra sul tema della vita a contatto con la natura. Sull’armonia che permea il sostrato di cultura etrusca, che è poi proprio di tutte le civiltà antiche. Unendo le suggestioni arcaiche alle forme del palazzo in cui ha sede la Fondazione, le sue sculture in biscuit paiono davvero rendere visibile un popolo di creature definibili “autoctone”.  

Il percorso espositivo di Diego Cibelli alla Fondazione Rovati 

Con una sensibilità aperta alle meraviglie, le opere di Diego Cibelli si riflettono in queste figure ibride, delicate, capaci di raccontare l’origine e il contemporaneo, guidando il visitatore alla scoperta del Museo. L’avventura mitologica parte dalla hall, dove a salutare chi varca l’ingresso ci sono oggi quattro medaglioni carichi di elementi vegetali e fiori. Si prosegue, poi, al Piano Nobile, in cui a risaltare sulle tappezzerie sgargianti figurano una serie – o meglio: un popolo – di personaggi danzanti. Paiono appena risvegliatisi dalla superficie di qualcuna delle ceramiche etrusche dipinte che dimorano nel seminterrato. Fauni, fanciulle, vecchi barbuti e spiritelli: emblema dell’anima della natura che prende vita e conquista lo spazio. C’è persino una coppia di uccelli che vola verso l’esterno, all’aria aperta. Ed è proprio all’aria aperta, sulla facciata, che si notano ulteriori creazioni di biscuit, con i loro colori morbidi e cangianti. Alberi abitati da animali e figure antropomorfe che corrono verso il cielo infinito. Ultima tappa: lo Spazio Bianco, pensato come studio-ricostruzione del processo creativo di Cibelli. Ci sono schizzi, calchi, sculture: tasselli che ricostruiscono la storia – quasi un racconto mitico – che ha condotto alla realizzazione di tutte queste opere.  

La mostra di Diego Cibelli a Casa Boschi Di Stefano 

Fino a metà dicembre, c’è un secondo angolo di Milano in cui lasciarsi sorprendere dalle creazioni ceramiche di Diego Cibelli. Qui, le forme vegetali dalle sfumature candide si arrovellano a formare lettere stampate sulle pareti. Ciuffi di erba, mescolati a fiori e frutti – dai grappoli d’uva, ai boccioli di rosa – “sbocciano” in un inno alla vita e all’amore. Viva chi ama è il titolo. La sua ricerca si inserisce dunque nella Casa Museo con grandi opere-frasi, create con lettere in biscuit sospese accanto a disegni a matita. Le frasi nascono per gli ambienti che più lo hanno ispirato. Stanze profondamente “vissute” che profumano di arte e intelletto raffinato, ma anche di sentimenti e affetti. I disegni evocano in filigrana altre realtà estetiche, complementari a quelle che regnano nelle stanze. I lavori di Cibelli – lettere, vasi e persino un video – completano lo spazio domestico esaltandone il portato emotivo e facendo dell’arte una testimonianza affettiva

Emma Sedini 

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. Dopo la Laurea Magistrale in Economica and Management for Arts, Culture, Media and Communication all'università Luigi Bocconi di Milano e un corso professionale in Digital Marketing…

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