La natura morta in veste contemporanea a Roma: una mostra tra immaginazione e realtà 

È focalizzata sulla pittura la mostra “Tacciono i fiori”, personale di Thoma Braida che, dopo tre anni, torna alla galleria Monitor con una mostra di pittura che non esclude la tridimensionalità

Quanti significati si celano dietro un semplice vaso di fiori? Questa la domanda che ha spinto Thomas Braida (Gorizia, 1982) a focalizzare la sua attenzione, da un anno e mezzo a questa parte, sul genere della natura morta e, in particolare sul vaso di fiori. Una ricerca che oggi è confluita nella mostra Tacciono i fiori con cui, dopo tre anni, l’artista torna ad abitare gli spazi romani della Monitor Gallery, proponendo un corpus di opere realizzato per l’occasione dalla rinnovata forza e consapevolezza.  

La natura morta nella poetica di Thomas Braida 

Dipinti su tela, su carta, installazioni e sculture, lavori eterogenei accomunati dalla massima attenzione ai dettagli, si alternano nello spazio della galleria esplorando il genere della natura morta nelle sue diverse sfaccettature e possibilità. Un soggetto che, nella visione dell’artista non è mai mera rappresentazione della realtà ma, caricandosi di elementi immaginari, onirici e surreali, si fa portatore di un significato più profondo. Le composizioni distopiche di Thomas Braida, lungi dall’avere un carattere tranquillizzante, alterando la percezione, oltre a poter essere letti come moderni mementi mori, invitano a riflettere sull’indifferenza, tanto dell’uomo verso il mondo, quanto del mondo verso l’uomo. In un climax che simbolicamente culmina in Survival Painter’s kit, 2025, dipinto in cui il motivo floreale cede il passo a una nuda tavola su cui coesistono una pistola e un pennello. Le opere poi, secondo la poetica dell’artista, sono rese inquietanti dalla sinistra presenza di elementi come: piccoli teschi, gnomi, anomali gatti, tipici della sua grammatica pittorica.  

La pittura liquida di Thomas Braida alla Galleria Monitor  

Il percorso, nutrendosi di riferimenti letterari, traslati implicitamente nelle opere ed evocati solo delicatamente in alcuni titoli, mette in risalto la maturazione avvenuta nella pratica pittorica di Braida. La pittura, rigorosamente a olio, dell’artista ha perso la trascorsa matericità per diventare più fluida, talvolta vaporosa. In queste opere raffinate, “in cui l’artista procede in punta di pennello” per usare le parole della gallerista Paola Capata, c’è una pittura liquida, vivace, in grado di rendere al meglio le potenzialità del medium, adoperato tanto nella sua brillantezza, quanto in una resa più sobria e piana. Notevoli i risultati raggiunti in tal senso, non solo sulle tele ma anche sulle carte; opere di dimensioni contenute, montate con piccole calamite su superfici in resina, realizzate dall’artista, proprio come le cornici; elemento scultoreo che sta acquistando sempre maggiore importanza nella pratica artistica di Braida, tanto da potersi considerare come parte integrante dei dipinti, di cui riprende sottili dettagli, conferendo agli stessi un’impostazione quasi tridimensionale.  

L’importanza della tridimensionalità nella ricerca di Thomas Braida in mostra a Roma  

La tridimensionalità diventa protagonista nelle opere in ceramica; vasi, disseminati nello spazio, che si celano dietro inaspettate sembianze, rivelando il gusto dell’artista di stupire giocando con un oggetto che si presta a essere declinato nelle forme più diverse, purché idonee al contenimento di acqua e fiori. A completare il percorso, infine, un altro elemento che testimonia la fascinazione di Braida per il paese del Sol Levante: un Noren con Camelie e Passerotto. Tipico paravento in tessuto che, in Giappone viene usato per separare gli ambienti domestici, realizzato dall’artista a quattro mani con la madre che lo ha cucito. Il Noren, in quanto separé, agisce concretamente l’indifferenza, intesa come “separazione – cesura”. Attitudine che, per la stretta connessione con l’ambiente domestico, evocato tanto dall’oggetto quanto dal coinvolgimento della madre, diventa ancor più eclatante e psicologicamente violento.

Ludovica Palmieri 

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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