Chi è l’artista attivista femminista Mariuccia Secol. Un film la racconta a Bologna

Varesotta di origine, negli Anni ’50 crea un atelier di pittura nell’ospedale psichiatrico della sua città. Poi negli Anni ’70 è tra le fondatrici del Gruppo Femminista Immagine. Un film d’artista e una mostra- stand ad Arte Fiera Bologna

Nel 1974, Milli Gandini e Mariuccia Secol sono tra le fondatrici, a Varese, del Gruppo Femminista Immagine, insieme con Mirella Tognola, Silvia Cibaldi, Clemen Parrocchetti e Mariagrazia Sironi. Per Arte Fiera Bologna 2024, nel Pad.25, Maria Livia Brunelli, della MLB Gallery di Ferrara, in collaborazione con Manuela Gandini, presenta Inside-Outside, un progetto curatoriale composito, incentrato sul lavoro di Milli Gandini (Inside), proposto in dialogo con le opere dell’artista, attivista contemporanea, Simona Ghizzoni (Outside). Quest’ultimain rappresentanza della terza ondata del femminismo con i suoi quattro cicli fotografici, si sposta dal corpo femminile, oggetto di violenza e prevaricazione, all’ambiente sottoposto alle stesse logiche predatorie, aggiornando il tema in una chiave post-antropocentrica. Completa il progetto, Mariuccia, film d’artista di Sergio Racanati che intervista Mariuccia Secol, autrice con Milli Gandini del volume La mamma è uscita (DeriveApprodi), un’intensa biografia a quattro mani, tra arte e femminismo, che ripercorre la storia italiana del girls power.

Milli Gandini, La mamma è uscita, stampa fotografica, 1975
Milli Gandini, La mamma è uscita, stampa fotografica, 1975

Il video Inside-Outside

Inside-Outside consente di riesaminare testimonianze e battaglie contro la subordinazione femminile, all’interno dello spazio domestico, che Gandini e Secol portarono avanti attraverso pratiche creative sovversive, in linea con gli obiettivi del gruppo: coniugare la militanza politica, le lotte sul salario in ironiche sperimentazioni estetico-formali. Per esempio, rifiutando di spolverare o di pulire i pavimenti, per poi scrivere sulla polvere le proprie rivendicazioni sintetizzate nello slogan “salario al lavoro domestico”; oppure eseguendo maldestramente il punto croce per esprimere, nell’esecuzione imprecisa, il rifiuto del ricamo, identificativo di una condizione femminile sottomessa; o, ancora, rendendo inutilizzabili, con filo spinato e pitturazioni, pentole e utensili ordinariamente ascritti alla cura casalinga e, quindi, di esclusiva competenza della donna. 
MLB Gallery propone dieci fotografie in bianco e nero “della polvere” e tre collage di Milli Gandini raffiguranti “pentole e scolapiatti inusabili”. Si partiva dal ruolo della casalinga, sfruttata e senza salario e, per di più, intrappolata nell’unica remunerazione prevista dal sistema, l’affetto dei suoi cari, per puntare a una rivoluzione a grande scala in vista della distruzione del capitalismo. Dopo la partecipazione del gruppo alla Biennale di Venezia, nel 1978, e il successivo scioglimento nella metà degli anni Ottanta, per il sodalizio varesino seguirono anni di oblio. Fino al 2019, quando la meritevole mostra Il soggetto imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia, a cura di Marco Scotini e Raffaella Perna, presso FM Centro per l’arte contemporanea di Milano, sottopone a nuovi sguardi la documentazione d’archivio prodotta dal gruppo, sottolineandone la peculiarità all’interno del movimento femminista. 

Chi era Mariuccia Secol

Di questa complessa vicenda, un’esperienza che dalla personale adesione alla militanza femminista riverbera in istanze collettive, il film di Sergio Racanati (prodotto da Capta con il supporto di MLB Gallery), attraverso l’incontro con Mariuccia Secol (1929), rendiconta racconti e vissuti, personale e politico. Nella sua casa-studio, Mariuccia Secol riferisce della grande amicizia con Milli Gandini, ripercorrendo i ruoli di donne, madri, mogli, artiste, intellettuali, sottoposti, nello spirito del tempo, a una rivoluzionaria ridefinizione.
Un’operazione polifonia e stratificata, la definisce Racanati, una narrazione non lineare governata dal complice coinvolgimento della Secol, in scena sin dagli anni Cinquanta con un percorso coerente. Siglato, tra gli altri, nel 1965, dalla creazione di un atelier di pittura nell’ospedale psichiatrico di Varese, nel 1974, dalla fondazione del Gruppo Femminista Immagine di Varese e, nel 1978, dall’organizzazione a Milano del convegno Donna, Arte, Società. Parallelamente Secol coltivava una ricerca artistica che la portava a esporre in Italia, a Praga, Parigi, Vienna, Bruxelles, Lisbona. Le sue opere fanno parte della collezione d’arte del Museo MA*GA di Gallarate.

Marilena Di Tursi

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Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi, giornalista e critico d'arte del Corriere del Mezzogiorno / Corriere della Sera. Collabora con la rivista Segno arte contemporanea. All'interno del sistema dell'arte contemporanea locale e nazionale ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi espositivi, concentrandosi soprattutto…

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