Tracey Emin compie 60 anni e va in mostra da White Cube a New York

Dolore, sovversione, umanità e libertà. L'artista inglese, tra le più discusse degli ultimi decenni, torna con una nuova mostra negli States. Dopo quasi dieci anni di assenza

Tracey Emin (Regno Unito, 1963) è una delle artiste degli Young British Artists che nel mondo dell’arte ha riscosso più fama. Sovversiva, pungente e femminista, le prime installazioni che l’hanno impressa nell’immagine pubblica sono state Everyone I Have Ever Slept With, del 1995, un’opera d’arte che raffigura una tenda all’interno della quale Emin ha ricamato i centodue nomi di amanti, membri della famiglia che hanno abusato di lei, e due feti abortiti; o ancora la celeberrima My Bed del 1998, l’installazione in cui l’artista ha creato una ricostruzione della sua vita dopo un crollo psicologico, che vede il suo letto con lenzuola sporche, bottiglie di vodka vuote a terra e la sua biancheria intima sporca di sangue mestruale. Un’opera che nel 2014 è stata venduta da Christie’s per 5,1 milioni di dollari. 

Il legame di Tracey Emin con New York

Ora l’artista torna a New York, dopo quasi dieci anni di assenza. Il 4 novembre ha aperto infatti alla White Cube Gallerydi Manhattan, la galleria internazionale con sede a Londra che l’ha sempre rappresentata, la personale Tracey Emin: Lovers Grave. Non che in questi dieci anni la produzione di Emin si sia arrestata, nonostante i vari problemi di salute: l’artista ha recentemente ristrutturato una residenza a Fitzroy Square – una casa nel quartiere signorile nel centro di Londra che un tempo era stata casa di Virginia Woolf e George Bernard Shaw – dove oggi vive e lavora. 

Tracey Emin, “Sono andato a casa” (2023), Credits: DACS, Londra:Artists Rights Society (ARS), New York
Tracey Emin, “Sono andato a casa” (2023), Credits: DACS, Londra:Artists Rights Society (ARS), New York

Il rapporto tra l’artista e gli Stati Uniti è sempre stato complesso: fin dai primi anni Duemila i giornali e l’opinione pubblica hanno criticato a più riprese la vita sregolata dell’artista, quasi a voler mettere in dubbio l’integrità del suo lavoro, e nel 2017 Emin si è separato dalla galleria Lehmann Maupin, che la rappresentava proprio a New York. “Penso che le persone non fossero sicure che io fossi sincera, e spero che ora forse capiranno che lo sono e lo sono sempre stata”, racconta l’artista rispetto al suo rapporto con la città. 

Tracey Emin, Everyone I Have Ever Slept With 1963-1995 (1995)
Tracey Emin, Everyone I Have Ever Slept With 1963-1995 (1995)

La mostra di Tracey Emin da White Cube

Il corpus di lavori dell’artista nel corso dei decenni è stato vario, tutto eseguito a pieno volume emotivo, con installazioni, trapunte, stampe, film, fotografie e neon che hanno lasciato spazio negli ultimi anni alla pittura e alla scultura. Quasi tutti i circa 25 pezzi in a mostra a New York sono acrilici. Si tratta di lavori intensi, realizzati con blu ghiacciati e squarci di rosso, che raccontano di un corpo sofferente, estasiato e innamorato. “L’arte è tutto per me. Ma sono sempre stata giudicata per il modo in cui vivo” racconta Emin. “Oggi molti aspetti della mia vita sono cambiati, e mi chiedo cosa vedranno le persone questa volta quando guarderanno le opere in mostra”.

Gloria Vergani

New York // dal 4 novembre 2023 al 13 gennaio 2024
Tracey Emin: Lovers Grave
White Cube New York

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