È morto l’artista della sperimentazione Luca Maria Patella. Aveva 89 anni

Non solo un artista, ma anche un fotografo, un regista e uno scrittore. Il mondo dell’arte perde l’artista romano avanguardista che ha rivoluzionato l’arte durante la seconda metà del Novecento

Si è spento all’età di 89 anni, Luca Maria Patella, nato a Roma nel 1934. La sua carriera d’artista iniziò a metà degli Anni ’60, con la prima mostra personale nella galleria romana, Attico, di Fabio Sargentini, avviandosi poi in un ampio spettro di ricerche sperimentali che univano arte e scienza. La fascinazione per l’astronomia, la chimica e la psicologia analitica hanno forgiato parte della sua pratica artistica e negli anni Settanta, si è aperto alle prime sperimentazioni multimediali. Passato dalla grafica alla fotografia (professionale e inventiva), dal libro d’artista al “film-opera” e al video, all’uso del gesto e del corpo nelle performance, Luca Maria Patella abbandona il mondo dell’arte lasciando una grande eredità.

Luca Maria Patella, Madmountain, (con il compasso traccio in cielo un arcobaleno), 1976, autofoto, stampa lambda a colori da diacolor montata su forex © Luca Maria Patella, courtesy Fondazione Morra, Napoli
Luca Maria Patella, Madmountain, (con il compasso traccio in cielo un arcobaleno), 1976, autofoto, stampa lambda a colori da diacolor montata su forex © Luca Maria Patella, courtesy Fondazione Morra, Napoli

Luca Maria Patella, tra arte e scienza 

Un artista a tutto tondo, così potremmo definire Patella, che sin da piccolo disegnava e illustrava libri. Formato dal padre Luigi, cosmologo umanista, Patella continua la sua formazione di studi classici a Roma e poi in America, dove si trasferì con i suoi genitori per frequentare corsi di chimica elettronica strutturale. Successivamente, l’artista tornò nella Capitale, “dove in effetti sarei potuto diventare uno scienziato, un ricercatore. Invece, dopo una stenua lotta con me stesso, ho preferito esercitare ‘un’arte non arte’”, spiegava l’artista ad Artribune in un’intervista.  Ma cosa intendeva per “un’arte non arte”? “Un’arte – scienza, relazione con la pratica artistica, un’arte che contiene teorizzazioni filosofiche, linguistiche ma soprattutto psicoanalistiche”. Un concetto che l’artista aveva fatto suo anche grazie all’influenza dell’amico Ernst Bernhard (il medico ebreo junghiano che, inseguito alle persecuzioni razziali fu costretto a trasferirsi a Roma dalla Germania), e da allora unì la dimensione scientifica e psicologica nella pratica artistica. 
Una ricerca che lo aprì al mondo dell’arte, facendo il suo debutto alla galleria romana l’Attico, per poi accompagnarlo nella scoperta di ulteriori scenari che avrebbero forgiato le sue opere. Un esempio? L’attenzione al gesto che si evince nell’opera Terra Animata, realizzata nel 1968, dove insieme alla moglie Rosa Foschi, Patella misura gli andamenti di un terreno arato con un nastro bianco. A questo poi si aggiunge il film SKMP2 del 1968 e la stesura di numerosi libri d’artista capaci di estrapolare ed esprimere tutte le potenzialità del linguaggio verbale.
Ma oltre all’unione tra arte e scienza, a rendere uniche le opere di Patella era l’ironia e il gusto per il paradosso, elementi capaci di restituire al pubblico una visione mai univoca di circostanze e oggetti. 

Luca Maria Patella, Terra animata (misurazione della terra), 1967 - Collezione privata
Luca Maria Patella, Terra animata (misurazione della terra), 1967 – Collezione privata

Le opere di Luca Maria Patella tra mostre, collezioni e riconoscimenti

Le opere di Luca Maria Patella hanno contribuito a segnare l’approccio e la ricerca artistica durante la fine degli anni Novanta. A tal proposito diverse opere dell’artista fanno parte di collezioni d’arte internazionali, quali: Stedelijk Museum di Amsterdam, il MOMA di New York, la Galleria Nazionale e il MACRO di Roma, Fondazione Morra e alla Calcografia Nazionale di Roma, per citarne solo alcuni. Si annoverano anche numerose mostre collettive ospitate nei musei all’estero, come il Museuo de Arte Contemporaneo di San Paolo, in Brasile, al MoMA di New York, il Palais de Beaux Arts di Bruxelles, il MOCA di Los Angeles, il Palazzo delle Esposizioni a Roma, e molti altri ancora. Infine, non mancano i riconoscimenti internazionali, quali la Biennale del Cinema (per la sezione sperimentale, 1969) e il Premio Pascali nel 1976.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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