La cultura riparte in Sicilia. 6 mostre da vedere

Nonostante la Sicilia non abbia ancora conquistato la zona gialla, ecco una selezione di mostre da vedere appena le restrizioni si allenteranno.

La data più vicina è quella del secondo week end di maggio. Dopo mesi di aperture e chiusure a strappo la speranza comune è che con l’intensificarsi della campagna vaccinale il periodo più triste dell’isolamento a cui siamo stati sottoposti possa concludersi. Sarà davvero così? La Sicilia non è ancora passata in zona gialla e i suoi musei sono ancora tutti serrati. Nel frattempo però gli artisti non sono rimasti a guardare e ognuno nel suo studio è al lavoro.  Anche gallerie e curatori (più che altro al telefono con gli uni da una parte e con le autorità preposte ad assegnare luoghi e possibili dall’altra) non si si sono fermati. Certo, avere a che fare con le istituzioni locali ‒ per lo più disorientate anch’esse dal tira e molla con il governo centrale ‒ pare anche più difficile che in passato, ma, non si sa se per ottimismo o disperazione, la programmazione comunque non si è fermata. Ecco dunque un elenco di mostre già programmate per il mese di maggio, presentate seguendo l’ordine cronologico delle loro possibili aperture.

Aldo Premoli

NOBUYOSHI ARAKI ‒ FOUR POINTS BY SHERATON – ACI CASTELLO

Nobuyoshi Araki, Flower Rond_021, 1997, color print. Courtesy Artspace AM, Tokyo © Nobuyoshi Araki

Nobuyoshi Araki, Flower Rond_021, 1997, color print. Courtesy Artspace AM, Tokyo © Nobuyoshi Araki

La mostra si presenta come un’occasione unica per avvicinarsi all’universo di Nobuyoshi Araki (Tokyo, 1940) in un contesto fuori dall’ordinario. Suite of Love è allestita in una camera d’albergo posta al primo piano del Four Points by Sheraton di Aci Castello. Comprende 1.000 polaroid realizzate a partire dai primi Anni Zero, dove si susseguono senza soluzione di continuità ritratti che celebrano il particolarissimo universo femminile di Araki, fiori colti un attimo prima del loro appassire, ricordi di viaggio. L’esposizione comprende però anche 27 fotografie inedite selezionate fra la sua produzione degli Anni Ottanta e Novanta, l’intera serie del 1996 intitolata Suicide in Karuizawa, una selezione di 19 Flowers dei primissimi Anni Novanta, e 12 opere in grande formato della serie ancora in progress Araki Paradise. Prodotta da Fondazione Oelle e curata da Filippo Maggia, la rassegna fa parte di un progetto itinerante europeo e arriva per la prima volta al Sud.

GIOVANNI VIOLA ‒ LO MAGNO CONTEMPORARY ‒ MODICA

Giovanni Viola, Opera ripresa da L'incredulità di San Tommaso di Caravaggio, 2021, olio su tela di lino

Giovanni Viola, Opera ripresa da L’incredulità di San Tommaso di Caravaggio, 2021, olio su tela di lino

Riparte a strappo questa piccola esposizione aperta per pochi giorni ad aprile e poi chiusa insieme all’intera cittadina all’estremo sud dell’isola. La ferita della carne e la resurrezione è una meditazione costruita intorno a un corpo di sole 6 opere. Due olii su tavola Giovanni Viola (Modica, 1981) li ha dedicati a L’incredulità di San Tommaso e la Cena in Emmaus del Caravaggio, un terzo al Ritratto d’uomo Trivulzio di Antonello da Messina. Tre pastelli su carta invece alla luce del cielo siciliano, tematica cara all’artista che, insieme alle marine, riconnette l’intero progetto alla sua ricerca pittorica più nota. La linea che taglia le scene caravaggesche, l’ironia che sostiene lo sguardo geometrico di Antonello, le luci di perla che attraversano i suoi cieli e le sue marine di derivazione guccioniana sono l’esito di uno stesso procedimento in cui la citazione, imprecisa, variata, mancante introduce all’incontro con un’alterità che non è mai descritta sino in fondo, ma rappresenta il pensiero di questo artista sempre in tensione tra teologia e umanesimo.

IL MARE SOPRA / IL MARE SOTTO – MUSEO DEL MARE DI NOTO

Davide Bramante, My own rave Palermo (l’ingresso al porto), 2007, foto a colori non digitale realizzata con la tecnica delle esposizioni multiple, montaggio su plexiglas

Davide Bramante, My own rave Palermo (l’ingresso al porto), 2007, foto a colori non digitale realizzata con la tecnica delle esposizioni multiple, montaggio su plexiglas

La collettiva comprende 16 artisti tra scultori, pittori, performer, reporter e videomaker, ma anche la campionessa italiana di fotografia subacquea Loredana Iurianello, un couturier, un profumiere e l’intervento di un maestro d’ascia di Aci Trezza. Anche in questo caso la location è inusuale: le opere che in modi diversi si interrogano sull’essenza profonda del Mediterraneo saranno disposte sia all’interno che all’esterno (addirittura in acqua) di questa costruzione un tempo utilizzata come luogo per l’avvistamento del contrabbando di sigarette.
La mostra, che nasce per volontà dell’Onlus Mediterraneo Sicilia Europa, prevede che nella torretta bianca posta su uno scoglio del lido di Noto compaiano tra gli altri lavori di Francesco Bellina, Davide Bramante, Guy Marshall-Brown, Francesco Lauretta, Alfredo Leto, Antonio Parrinello, Luigi Presicce, Giovanni Iudice, Filippo La Vaccara e Rossana Taormina. Affiancati a due straordinari video che documentano l’azione dalla Guardia Costiera italiana.

LUCIO POZZI ‒ RIZZUTOGALLERY ‒ PALERMO

Lucio Pozzi, Black Sun’s Birth, 2020, olio e acrilico su tela

Lucio Pozzi, Black Sun’s Birth, 2020, olio e acrilico su tela

Si intitola Folla la personale di un artista che durante la sua vita ha sperimentato tecniche e linguaggi molto diversi tra loro: Cubismo, Surrealismo, Metafisica su cui ha innestato successivamente la conoscenza degli artisti e dei movimenti americani, dall’Espressionismo Astratto alla Scuola di New York, dall’Arte concettuale a Fluxus.
Lucio Pozzi (Milano, 1935) in questa mostra presenta l’ultima sua produzione. Si tratta di opere appartenenti al gruppo Color Crowd, serie nata negli Anni Novanta: grandi campiture di pittura a olio, dipinte dapprima con veloci velature di pittura acrilica su tele posate sul pavimento. Appesa poi la tela sul muro, Pozzi interviene con la più lenta pittura a olio. Le macchie preterintenzionali di acrilico offrono spunti a un’altalena tra il conscio e il pre-conscio. Per tutta la sua vita artistica Pozzi ha preferito temi come l’affollamento o la dispersione piuttosto che una precisa definizione stilistica. Il presupposto è che la calligrafia mentale e fisica del pittore non può non rivelarsi che spontaneamente, senza che sia lui a predeterminarne le condizioni.

JUSU E SUSU – SAN SEBASTIANO CONTEMPORARY / CASA BRAMANTE ‒ PALAZZOLO ACREIDE

Riikka Vainio, Vieno Motors, 2019, fotogramma dalla performance. Photo Pauliina Liukkonen

Riikka Vainio, Vieno Motors, 2019, fotogramma dalla performance. Photo Pauliina Liukkonen

Questa bi-personale indaga il rapporto uomo natura a partire da sensibilità, luoghi di provenienza e tecniche totalmente differenti tra loro. Per Giuseppe Bombaci, siciliano di Canicattini Bagni, la “natura” è un elemento di meraviglia, ma in questo caso è solo un pretesto per un’indagine intorno alla superficie pittorica intesa come un contenitore dove il soggetto è ridotto a labile ricordo. Per Riikka Vainio, finlandese di Turku, l’installazione in questione prevede disegno, fotografia, video e una presenza ossessiva di fiori e piante. L’attenzione è rivolta a un messaggio universale che proprio la natura (si tratti di quella dell’estremo nord o dell’estremo sud del continente europeo) riserva agli individui che popolano lo stressatissimo pianeta su cui viviamo. IUSU e SUSU sono due vocaboli del dialetto siciliano che indicano non solo questa dicotomia, ma anche gli spazi scelti dai due artisti. Il piano terra per le tele di Bombaci, quello superiore per l’installazione multimediale di Riikka.

LA BIBLIOTECA SICULO-ARABA ‒ PALAZZO CIAMPOLI ‒ TAORMINA

Hakim Abbac, Suite 10, 2003, acrilico e pastelli su tela e legno. Collezione Fondazione Orestiadi

Hakim Abbac, Suite 10, 2003, acrilico e pastelli su tela e legno. Collezione Fondazione Orestiadi

Curata da Enzo Fiammetta, che della Fondazione Orestiadi è il direttore, la mostra prevede oltre all’installazione di Stalker e De Luca un corollario di opere che affrontano il tema del rapporto tra arte e scrittura. Alle opere di alcuni grandi maestri si affiancano quelle di altri artisti, già dotati di un certo grado di esperienza. Così saranno in mostra Le cancellature di Emilio Isgrò, i Quadrati magici di Alighiero Boetti, i segni arcaici delle ceramiche di Carla Accardi e Arnaldo Pomodoro, le opere di uno dei più grandi calligrafi del Maghreb, il tunisino Nja Madaoui, affiancate a quelle dell’algerino Hakim Abbaci. Non mancheranno i bozzetti dei manifesti di Mimmo Paladino per la sposa di Messina di Schiller rappresentata alle Orestiadi di Gibellina. Di grande interesse il Tappeto mediterraneo dell’albanese Jonida Xherri, grande scrittura collettiva dei giovani migranti sbarcati negli ultimi anni sulle coste siciliane, che ricorda le vittime delle tragiche traversate del canale di Sicilia. E ancora le scritture di Emilio Angelini, Giusto Sucato, Alfonso Leto, Ascanio Renda, Alfredo Romano, per concludere con l’opera di Elisa Nicolaci che rende omaggio a uno dei grandi maestri della letteratura moderna “il signor K”.

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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