Parla di femminicidio il nuovo spettacolo di Emma Dante in scena a Milano 

“L’angelo del focolare”, ultima creazione della regista palermitana è un onirico ma assai preciso apologo sull’atroce pervasività della violenza domestica...

È in scena fino al 30 novembre 2025 al Teatro Grassi di Milano e sarà poi in tournée in giro per l’Italia fino a marzo 2026, L’angelo del focolare, il nuovo spettacolo scritto e diretto dalla celebre regista palermitana Emma Dante e prodotto dal Piccolo Teatro di Milano. Un soffocante interno domestico e quattro personaggi indicati solo dal proprio ruolo famigliare – il Marito, la Moglie, il Figlio, la Suocera – per mettere in scena la violenza, psicologicamente subdola e fisicamente esiziale, che è ancora quotidiana routine in troppe case.  

Di cosa parla “L’angelo del focolare” di Emma Dante 

Una donna in vestaglia azzurra sdraiata a terra sul palcoscenico vuoto. Uno dopo l’altro entrano in scena il Marito, la Suocera e il Figlio, costringendola – lei, morta, come esplicitamente dichiara il sangue su una parte della testa – a “resuscitare” per continuare a essere l’angelo del focolare del titolo, ovvero la casalinga apparentemente felice di occuparsi dei familiari. L’amarissimo sarcasmo sotteso dall’autrice e regista Emma Dante – cui si devono anche la scena e i costumi – è evidente: alla colazione da preparare si accompagnano fin da subito le botte e gli insulti del Marito, il disagio esistenziale del Figlio che richiede costante consolazione, e le difficoltà della forzata convivenza con la Suocera, che dà poco sani cioccolatini e patatine al nipote e, soprattutto, giustifica la violenza perpetrata dal proprio figlio sulla donna. Una quotidiana routine di minaccia e dolore, fatica e impotenza, costellata da insegnamenti su come conquistare le “femmine” impartiti dal padre al figlio – riluttante in realtà -; dalla rievocazione del primo, funestamente fatale incontro fra Marito e Moglie; e dal terribile femminicidio – la donna viene uccisa con un ferro da stiro, simbolo appunto del suo ruolo imposto di casalinga.  

Angelo del Focolare di Emma Dante, foto di scena, da sx Leonarda Saffi, David Leone, Giuditta Perriera, Ivano Picciallo photo ®Masiar Pasquali
Angelo del Focolare di Emma Dante, foto di scena, da sx Leonarda Saffi, David Leone, Giuditta Perriera, Ivano Picciallo photo ®Masiar Pasquali

Com’è costruito “L’angelo del focolare” al Piccolo Teatro di Milano 

Una struttura circolare sorregge lo spettacolo di Emma Dante: il palcoscenico all’inizio gradualmente riempito degli arredi essenziali di una casa – il tavolo con un paio di sedie, la poltrona della Suocera e il letto del Figlio, una lampada, uno stendibiancheria – viene nel finale nuovamente svuotato, allorché, sulle note di una nota canzone di Branduardi, la Moglie tenta inutilmente di passare oltre, volare via da quella mortale prigione. Ci sono sipari quasi comici – i battibecchi fra la protagonista e la suocera, la “battaglia” con le patatine, alcune piccole coreografie – ma la risata è immediatamente raggelata dal brutale disprezzo palesato senza ritegno alcuno dal Marito, così come dagli accorati tentativi della Suocera di spiegare l’inesorabilità di quello che chiamiamo patriarcato – involontariamente anticipando quanto dichiarato di recente da un ministro della nostra Repubblica… In un serrato crescendo di tensione e vibrante minaccia, il tragicomico racconto di un “normale” interno domestico si tramuta in narrazione dell’orrore – non certo in tragedia, poiché nessuna catarsi è possibile – fino al femminicidio, reiterato ed enfatizzato da un emblematico disegno luci – a cura di Cristian Zucaro.  

L’idea di Emma Dante su cui si basa lo spettacolo in scena a Milano e poi in tutta Italia 

Non c’è retorica, né freddo documentarismo nello spettacolo creato da Emma Dante, bensì una rivisitazione contemporanea dell’umorismo pirandelliano, cui la regista stessa fa riferimento spiegando la comicità di superficie di alcuni momenti del suo lavoro. Una risata che, come accennavamo, diventa presto smorfia di contrarietà ed empatica desolazione di fronte alla routinaria accettazione del male, in primo luogo quando il palcoscenico in cui viene agito è quello che dovrebbe maggiormente garantire protezione e calore. Osserva Emma Dante: “esiste un legame morboso, inspiegabile, inesorabile – e non ha assolutamente a che fare con l’amore – per cui i quattro familiari non si possono lasciare. È qualcosa che ha a che fare con la sofferenza, che diventa debolezza, impossibilità di uscire da questa prigione.” Un luogo – il focolare domestico – in cui si custodiscono e si eternano comportamenti, pensieri, attitudini alla vita dai quali inevitabilmente si sviluppa la violenza. Un luogo paradossalmente, ma non troppo, conservato tale dalle stesse donne – vedi il personaggio della Suocera – e dal quale l’”angelo” deputato non può evadere ma che è anzi costretto a riabitare e curare ogni mattina. Emma Dante realizza, dunque, uno spettacolo lucido e feroce, cui la generosa bravura dei quattro interpreti – David Leone, Giuditta Perriera, Ivano Picciallo “L’angelo del focolare”, ultima creazione della regista palermitana è un onirico ma assai preciso apologo sull’atroce pervasività della violenza domestica…  Leonarda Saffi – dona ulteriore e autentica incisività. 

Laura Bevione

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Laura Bevione

Laura Bevione

Laura Bevione è dottore di ricerca in Storia dello Spettacolo. Insegnante di Lettere e giornalista pubblicista, è da molti anni critico teatrale. Ha progettato e condotto incontri di formazione teatrale rivolti al pubblico. Ha curato il volume “Una storia. Dal…

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