Il Festival delle Orestiadi protagonista dell’estate di Gibellina. Tutte le novità

Torna il Festival promosso dalla Fondazione Orestiadi. Ecco tutti gli appuntamenti dell’estate 2025: musica e teatro, in dialogo con le opere d’arte pubblica che hanno reso celebre Gibellina Nuova. Fino ai grandi eventi sullo straordinario Cretto di Burri. Un’edizione che guarda al futuro, aspettando l’anno di Gibellina Capitale

Un’edizione particolarmente felice, già nelle premesse, quella del prossimo Festival delle Orestiadi di Gibellina. La numero 44, per una manifestazione che resta tra i maggiori simboli culturali del territorio belicino e della Sicilia tutta. In origine fu la Gibella del Martirio, testo scritto dall’artista e poeta Emilio Isgrò in ricordo del sisma del ’68, portato in scena nel 1982 per volere del Senatore e Sindaco Ludovico Corrao: così si apriva una lunga tradizione di incontri, di spettacoli e di ricerca, nel perimetro sacro in cui teatro, poesia e arte visiva si fanno narrazione salvifica, riscatto collettivo, vessillo di memoria e di ricostruzione. Il dolore della perdita si trasformava, trasformando a sua volta immaginari, approcci, sensibilità: se le macerie di Gibellina diventavano il bianco sepolcro di Alberto Burri, un Grande Cretto per sigillare la morte e invocare la vita nuova, la città veniva rifondata altrove, intitolata alla scommessa di un’avanguardia artistica e culturale.

Nel 1983 ancora Isgrò portava a Gibellina la sua rilettura della più celebre trilogia di Eschilo, quell’Orestea divenuta testo contemporaneo, amplificatore di un sentimento di giustizia e impegno civico coltivato come reazione al dramma. A disegnare il Carro di Oreste, audace macchina scenica, fu il grande scultore Arnaldo Pomodoro. Rievocata l’essenza imperitura della tragedia greca, con quest’opera si gettava così un nuovo seme per un festival dal respiro internazionale, destinato ad attrarre autori e artisti di primissimo piano.

il carro di oreste di arnoldo pomodoro Il Festival delle Orestiadi protagonista dell'estate di Gibellina. Tutte le novità
Il Carro di Oreste di Arnaldo Pomodoro

Le Orestiadi del 2025: verso Gibellina Capitale 2026

Il calendario costruito per il 2025 è già sintonizzato sul futuro prossimo, con Gibellina nominata dal Mibact prima Capitale italiana dell’Arte Contemporanea. Il 2026 sarà l’anno delle celebrazioni, ma la macchina è già avviata, i progetti in via di preparazione e la squadra quasi completa. Strategico il ruolo della storica Fondazione Orestiadi, eredità dell’indimenticabile Corrao, da alcuni mesi passata sotto la Presidenza della Prof.ssa Francesca Corrao, figlia maggiore del Senatore: riferimento solido e trainante per il lavoro sul territorio con le arti contemporanee – grazie al Festival, al Museo delle Trame Mediterranee, diretto da Enzo Fiammetta, e alle molte attività promosse, fra residenze, mostre, produzioni, progetti di formazione – la Fondazione sarà partner del Comune e strumento principale nell’organizzazione dei progetti per Gibellina Capitale.

Ed ecco la risonanza tra i due titoli, che oggi si specchiano l’uno nell’altro: quello del progetto premiato dal Ministero – l’efficace ed evocativo Portami il futuro – e quello del Festival appena presentato, ascoltando il passato/guardando al futuro, un vero e proprio ponte verso il 2026. Confermata la direzione artistica di Alfio Scuderi, in sella dal 2018, che a Palermo ha raccontato, insieme al Sindaco Salvatore Sutera, all’Assessora regionale al Turismo Elvira Amata e a Francesca Corrao, cosa vedremo tra il 27 giugno e il 3 agosto, nei luoghi simbolo di questo angolo incantato di Sicilia.

I due giorni di Anteprima e la cittadinanza a Isgrò

Novità assoluta di questa edizione è un appuntamento battezzato Anteprima, ouverture simbolica di due giorni, concepita da Scuderi come “festa del contemporaneo”. Il 27 giugno è interamente dedicato a Emilio Isgrò, tra i padri fondatori del Festival: attesa la presentazione del suo ultimo libro, insieme ad alcune letture dal suo testo San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori, a cura di Vincenzo Pirrotta. Giornata speciale soprattutto per la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Isgrò, importante tributo per un grande artista del ‘900, che alla città e alle sue istituzioni culturali, alla figura di Corrao e alle memorie tragiche o felicissime del territorio è da sempre profondamente legato. Sue opere si trovano nelle collezioni del Mac, il locale Museo d’Arte Contemporanea (come La freccia indica l’ombra di una freccia, del ’79, esposta su una parete esterna dell’edificio) e del Museo delle Trame (come l’installazione Gibella del Martirio, oggetto di scena all’omonimo componimento teatrale).

Il giorno dopo, 28 giugno, a partire dal tramonto, Gibellina diventa teatro di una “notte del contemporaneo”, con eventi artistici diffusi tra le opere urbane che di Gibellina sono immagine monumentale e documento storico:  il famoso Sistema delle Piazze di Franco Purini e Laura Thermes accoglierà i Suoni dalle piazze del cantautore e musicista Angelo Sicurella (ore 19); il Palazzo di Lorenzo di Francesco Venezia ospiterà il solo show di Alexander Balanescu (ore 20); l’Anfiteatro della Chiesa Madre di Ludovico Quaroni vedrà in scena l’omaggio di Ferruccio Spinetti e Giovanni Ceccarelli More Morricone (ore 21), mentre intorno alla Città di Tebe di Pietro Consagra risuonerà la musica di Lucio Dalla (ore 22), grazie a L’anno che verrà di Peppe Servillo, Javier Girotto, Natalio Mangalavite. Infine, per la Porta verso il Cremlino di Consagra, il musicista Michelangelo Mercuri, con il suo progetto di cantautorato elettronico alternativo N.A.I.P, ha ideato un percorso sonoro ispirato a David Lynch (ore 23). 

Gli appuntamenti del Festival delle Orestiadi

Tanti gli eventi in programma, fra musica e teatro, per un bouquet di nomi che arrivano dalla scena più sperimentale, ma anche dalla tradizione classica o popolare. Si parte con il Macbeth vs Macbteh a cura di Sergio Rubini (4 luglio), seguito da un focus sulle sonorità di Pino Daniele: un concerto-omaggio di Fabrizio Bosso e Julian Olivier Mazzariello, sotto la Montagna di Sale di Mimmo Paladino (5 luglio); quindi Il canto della sirena di Emma Dante (6 luglio), fiaba intrisa di leggerezza e di tragedia, e il 10 luglio, in prima nazionale, il Cunto saraceno di Gaspare Balsamo, evocazione del tradizionale racconto epico siciliano, in cui metrica, gesti e sincretismo rivivono in un medioevo tanto reale quanto fantastico.

Tra i grandi protagonisti del Festival anche il regista Luca Guadagnino, che porta in scena lo Stabat Mater di Antonio Tarantino (11 luglio), con Fabrizia Sacchi, poi Ascanio Celestini, di ritorno a Gibellina con il nuovo spettacolo Poveri Cristi (12 luglio), e ancora lo scrittore-regista Davide Enia, con il suo Autoritratto (19 luglio). Spazio ai temi sociali con Ugo Giacomazzi e Luigi Di Ganci e lo spettacolo Mezzi sogni d’estate (12 luglio, ore 19,30) della loro compagnia di ragazzi e ragazze con sindrome di Down, e con Wonder women (18 luglio) di Antonio Latella, testo scritto con Federico Bellini e dedicato alla storia di una donna vittima di stupro.
Ci si posta al Baglio di Stefano, a fine mese, con Il racconto dell’arte, l’arte si racconta di Silvia Ajelli, che celebra l’incastro fra arte visiva e teatro, da sempre tratto identitario del Festival, e poi con un duetto che si preannuncia interessante, il 27 luglio: la musica live di Roy Paci commenterà un lavoro video del regista Umberto Cantone, con la partecipazione degli attori Fabrizio Romano e Aurora Falcone.

Il centenario di Andrea Camilleri e gli eventi sul Cretto

Non poteva mancare l’omaggio ad Andrea Camilleri, nato esattamente un secolo fa, il 6 settembre 1925, a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento (omaggio incredibilmente assente dai programmi di Agrigento Capitale della Cultura 2025). Le Orestiadi tributano lo scrittore con un doppio appuntamento fra teatro e musica, il 25 luglio: il testo Gran circo Taddei, nella mise en espace di Alessio Piazza, e l’omaggio musicale di Olivia Sellerio Zara Zabara, con le canzoni scritte per il mitico Commissario Montalbano. Omaggio che prosegue il 31 luglio con un grande evento nella cornice straordinaria del Cretto: sarà l’attore Luca Zingaretti, volto televisivo di Montalbano, a leggere l’ultimo testo di Camilleri, Autodifesa di Caino, monologo sulla contesa tra Bene e Male, pubblicato da Sellerio nel 2019. Altri due grandi eventi, pensati per il Cretto di Burri, chiuderanno la rassegna: l’1 agosto una nuova Orestea contemporanea, con la partecipazione di Isabella Ragonese e con le musiche di Rodrigo D’Erasmo Francesco Scianna; il 3 agosto l’ultimo appuntamento, che si riaggancia ai tributi in apertura per Lucio Dalla, Pino Daniele e Morricone: il celebre pianista jazz Danilo Rea condurrà il pubblico nel mondo poetico e visionario di Fabrizio De Andrè.

Un Festival che torna a parlare di “rinascita”, come ha voluto sottolineare Francesca Corrao in chiusura della conferenza stampa: alla base resta quel desiderio di coltivare un “nuovo umanesimo, un’arte che non sia divertimento, ma creatività e possibilità di rivincita sulla disperazione: è questo il segno di Gibellina, dal terremoto del ’68 fino a oggi”. Un “modello”, dunque, tra quei modelli virtuosi che la storia recente ha regalato, anche nei contesti più duri: nel segno di una storia che continua a tornare, in forma di monito e ispirazione, l’arte e la cultura restano paradigma per un futuro da progettare, guardando ai mali del mondo con una tensione intellettuale, spirituale, certamente civile e politica, che custodisca e favorisca il pensiero, l’immaginazione, la democrazia e il dialogo tra i popoli.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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