Have a good day! Il teatro lituano sul palcoscenico di Roma

FLUX ‒ Festival Lituano delle Arti porta in scena al Teatro Argentina “Have a good day!”, opera per dieci cassiere con sottofondo di un centro commerciale e pianoforte. Un successo internazionale definito dal New York Times “silenziosamente sovversivo”. L’opera è firmata dalla compositrice Lina Lapelytė, artista di cui Artribune anticipa in anteprima la partecipazione alla prossima Biennale come rappresentante del padiglione della Lituania.

All’entrata del pubblico in sala le dieci interpreti sono già al loro posto, proprio come le cassiere del supermercato in attesa dei clienti. Il suono dei bip scandisce i codici a barre e gli ultimi chiacchiericci tra il pubblico prima che si abbassino le luci, e andrà avanti per l’intero spettacolo, entrando come base ritmica della partitura musicale. Le dieci cassiere sono sedute in fila, in uniforme blu, su sedie poggiate su singole piattaforme bianche, illuminate ognuna da un neon la cui luce modula l’uscita dal coro e il loro momento di celebrità.
Have a good day! è un’opera lirica contemporanea che guarda alla performance, capace di spiazzare e creare empatia con il bagaglio esperienziale dello spettatore, sin dalle prime note: introdotta dalla sorprendente ninna nanna che una delle cassiere dedica ai prodotti, accuditi come figli. Sul registro del perturbante si gioca infatti questo magnifico lavoro tutto al femminile, firmato dalle giovanissime Vaiva Grainytė (autrice del libretto), Lina Lapelytė (compositrice e direttrice musicale), Rugilė Barzdžiukaitė (regista e scenografa).

UN PROCESSO COMPIUTO

Tanto familiare ed estraneo da rischiare un camouflage con i pensieri di noi spettatori, che, proprio mentre assistiamo allo scorrere della nostra stessa vita elevata su un palcoscenico, ne riscopriamo la meraviglia grazie al racconto delle cassiere. Cassiere che come sirene ci ammaliano col canto prosaico del flusso esistenziale dell’occidente: tutto un “consigli per gli acquisti” intervallato da brevi sprazzi di vita. Lo spazio pubblicitario e commerciale ha rotto gli argini di contegno che lo separavano dalla nobiltà della vita: una storia vecchia, si dirà, Marx, i Francofortesi, Pasolini ci avevano ammoniti. È vero. Però solo adesso il processo è compiuto, la mutazione avvenuta, il contegno scomparso e non c’è più differenza tra una réclame al megafono e un dramma individuale. Solo adesso quella paura può divenire arte, opera, ed essere cantata come un poema, proprio perché classica, quindi parte di noi, del vissuto e della storia, del privato e del pubblico. Le dieci cassiere hanno dieci inclinazioni, età, temperamenti diversi, ma nessuna differenza può contenere l’uniformità del messaggio dirompente dell’acquisto, del possesso, della materia. Durante lo spettacolo l’artista lituana Medilė Šiaulytytė ha illustrato la performance in estemporanea, usando come supporto scontrini e codici a barre, un’opera nell’opera.

Have a good day! Illustrazioni di Medilė Šiaulytytė

Have a good day! Illustrazioni di Medilė Šiaulytytė

TRA FINZIONE E REALTÀ

Have a good day! è lavoro così raffinato da riuscire ad appianarsi con la realtà nei contenuti, per prendersi la rivincita nella forma. Come il piedistallo per l’aspirapolvere di Koons o la scatola di Campbell Soup di Warhol. Perché esattamente di questo si parla, di quotidianità e di merce senza soluzione di continuità.
E quando le luci si accendono le cassiere restano al loro posto, i clienti/spettatori rimangono spiazzati, visto che la cesura della finzione non viene rotta dall’inchino degli attori. Dovranno pagare e andarsene o applaudire?

‒ Mariagrazia Pontorno

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