Cantare mentre aspetti la metro? Nascono piccoli palchi per organizzare concerti lampo

In alcune città italiane ci sono dei “talent corner” autorizzati che si prenotano tramite app e che permettono di esibirsi con altoparlanti e luci led gratis. Ne abbiamo parlato con il fondatore

Nello stress costante delle città è possibile trovare un momento di gioia anche nel suo luogo più stressante: la metro. Grazie ad Openstage giovani cantanti e musicisti possono esibirsi nei luoghi più particolari creando una sorta di busker organizzato. Sono 38 le postazioni attrezzate nei principali centri italiani, tra cui Roma e Milano. Il confondatore della start up Stefano Frosi, classe 1999, ci racconta la storia.

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Openstage

L’intervista a Stefano Frosi sul progetto Openstage

Raccontaci come è nato il progetto.
L’idea di Openstage nasce nel 2018. Allora ero al primo anno d’università, osservavo con curiosità le smart city e l’arte di strada di Milano. L’intuizione era quella di creare dei totem tecnologici, dotati di impianto audio, mixer e sensoristica intelligente a cui gli artisti si potevano connettere facilmente tramite un’applicazione. A marzo del 2019 ho presentato l’idea al Comune di Milano che mi ha messo in contatto con Ugo Vivone, fondatore della no-profit Officine Buone, che dal 2013 si occupa di mettere il talento dei giovani al servizio del sociale attraverso format come Special Stage, primo talent musicale realizzato in 50 ospedali italiani. Dopo questo decisivo incontro, si è unito il terzo socio, Davide Quaranta, imprenditore nell’ambito della costruzione di apparecchiature tecnologiche in acciaio inox. Si realizza così il primo totem, il 26 settembre del 2020 nel comune di Pioltello, dove hanno suonato più di 60 artisti.

Quali sono le competenze del team fondatore dell’iniziativa? 
Il team fondatore di Openstage riunisce competenze nel settore industriale e ingegneristico con conoscenze sociali e culturali, rendendo il progetto unico nel panorama della cultura giovanile urbana. Io sono Business Developer laureato in Economia & Management, da sempre appassionato all’innovazione, uno dei fattori critici di successo più importanti per Openstage. Ugo Vivone (1980), CEO, ingegnere meccanico, per 18 anni si è distinto nel management di progetti complessi sia in ambito industriale (per clienti come Ferrero, Barilla, Michelin, etc.) sia in ambito sociale e culturale. Davide Quaranta (1976), Operation manager, imprenditore, ha un’esperienza di 25 anni nella produzione di manufatti tecnologici. 

Qual è la mission di Openstage?
La vision di Openstage si basa su valori fondamentali come l’accessibilità democratica alla cultura e la valorizzazione dei talenti artistici attraverso l’innovazione tecnologica: l’obiettivo principale è creare una piattaforma meritocratica e inclusiva aperta a tutti, dove gli artisti emergenti possono esibirsi senza barriere. Inoltre ci impegnamo a sostenere le culture locali e a promuovere l’arte come veicolo per il cambiamento sociale. 

Esattamente cosa fa Openstage? E quali sono i risultati raggiunti?
Openstage costruisce totem di arredo urbano che vengono installati in spazi pubblici (outdoor e indoor) come metropolitane, piazze, strade, parchi, grazie ai quali giovani artisti possono esibirsi live. Infatti, i totem, dotati di impianto audio, mixer e sensoristica intelligente, sono prenotabili gratuitamente con l’app omonima, consentendo agli artisti di sbloccarli automaticamente avvicinando il proprio smartphone e collegare strumenti e microfono. L’app consente così agli artisti di creare autonomamente i propri eventi, con costi e consumi minimi.
Openstage è sul mercato dal 2021 e conta 38 Openstage fissi (totem) a Milano, Torino, Verona, Roma, Lecco, Como e molte altre città; più di 9000 artisti registrati nell’App; più di 75 eventi speciali realizzati con Openstage temporanei in occasione di festival importanti come Sanremo, Eurovision, Primavera Sound (Barcellona), PrimoMaggio, in collaborazione con diversi brand.

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Openstage

Quali sono gli obiettivi futuri? E il sogno nel cassetto? 
I principali obiettivi per il futuro sono sicuramente il consolidamento di Openstage nel mercato italiano e portoghese, dove già sono presenti diverse installazioni.  Fedele alle sue origini, Openstage vorrebbe diffondersi nei centri, grandi e piccoli, delle aree considerate. L’obiettivo di fondo della società è diventare, attraverso i suoi totem e le sue reti di artisti, una realtà europea a tutti gli effetti.

Quali sono stati (e quali sono) i problemi maggiori che avete riscontrato nell’avviare una startup nel mondo dell’arte e della cultura? 
Sicuramente il problema maggiore è stato avviare il progetto durante la pandemia. È stato necessario essere estremamente flessibili e innovativi nell’approccio.

Che consiglio daresti ad una persona che vuole avviare un progetto nel mondo dell’arte e della cultura?
I consigli per un esordiente potrebbero essere questi: mantenere una visione complessiva degli obiettivi, costruire una solida rete di contatti nel settore, sviluppare un atteggiamento flessibile, fondamentale oggi in un mondo come quello dell’arte e della cultura, che muta di continuo e che richiede una costante capacità di adattamento.

Giulio Bozzo

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Giulio Bozzo

Giulio Bozzo

Laureato in "Conservazione dei Beni Culturali" all’Università di Genova, studia "Arte, valorizzazione e mercato" all’Università Iulm di Milano. Nel 2021 fonda Reasoned Art, startup società benefit dedicata alla crypto arte. Esperto del mondo Nft, blockchain e Web3, ha preso parte…

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