I disegni di Laurina Paperina per il video e il nuovo album rap di G.bit. Intervista doppia

L’artista trentina che reinterpreta il mondo della cultura pop contemporanea con dissacrante ironia ha curato la parte visual del nuovo disco TILT! in realtà aumentata del rapper spezzino. Li abbiamo intervistati

G.Bit, nome d’arte di Gianmarco Bitti (La Spezia) e Laurina Paperina (Rovereto, 1980) hanno in comune una visione giocosa, ironica e dissacrante nei confronti della vita e dell’arte. Da qui l’idea di collaborare insieme alla realizzazione di TILT!, il nuovo lavoro discografico del rapper spezzino, uscito a giugno per Warner Music, che ha condensato in 12 tracce – sospese tra rap, pop e punk – l’irriverenza che negli ultimi anni è diventata la sua cifra stilistica all’interno della scena urban italiana. Sulla scia di questo mood, l’artista trentina ha curato tutta la parte visual ed estetica, dall’artwork di album e cover dei brani alle animazioni presenti nel video di Oh Baby, il singolo estratto dal nuovo album. Occupandosi anche dello speciale progetto sulla realtà aumentata che coinvolge il disco. Grazie all’applicazione Aria, scaricabile gratuitamente, è infatti possibile accedere a contenuti speciali inquadrando con il proprio smartphone una delle immagini mappate seguendo le indicazioni fornite dai social dell’artista. Per capirne di più, ne abbiamo parlato con i due protagonisti…

Come nasce il progetto?
G.bit: Appena sono venuto a conoscenza del “mondo” di Laurina ho pensato che fosse perfetto per rappresentare la mia musica. La collaborazione tra di noi è nata in maniera spontanea e genuina. Io e il mio team abbiamo spiegato il concept che avevamo in mente e lei è riuscita a realizzarlo a pieno!

Laurina Paperina: Credo che il mio lavoro si leghi bene ai testi e ai suoni di G.bit, è un soundtrack che calza a pennello con i mondi deliranti e infestati di mostri provenienti dal mio immaginario artistico. È stata una collaborazione divertente e stimolante avvenuta in maniera naturale.

Qual è stato il vostro modus operandi?
G.b: In questo disco ho cercato di trattare varie tematiche, dall’attualità alle situazioni più personali, utilizzando la mia personalità, un pizzico di sarcasmo e l’ironia che mi contraddistingue anche nella vita di tutti i giorni. Con la cover dell’album Laurina è riuscita perfettamente a rappresentare il mio immaginario.

L.P.: Il mio lavoro prende ispirazione dalla cultura popolare, “rubo” personaggi del mondo della televisione e del cinema e li faccio catapultare in situazioni attuali, quelle in cui viviamo, per dare una visione ironica e a volte amplificata del nostro tempo. Personalmente penso che si sia creata una sorta di alchimia tra il mio mondo e quello di G.Bit ed è stato emozionante contribuire in maniera così importante a questo progetto.

Come si intrecciano parte visual, testi e musica?
G.b: Abbiamo voluto dare molta importanza alla parte visual e alla realtà aumentata intrecciando il tutto con la mia musica. Nel video di Oh Baby il mondo reale si mixa con quello cartoon, e con la realtà aumentata siamo riusciti a farlo succedere anche nella vita di tutti i giorni grazie all’applicazione Aria.

L.P.: Io mi sono occupata della parte visual dell’album, che rappresenta la mia idea del mood esplosivo di G.Bit; il video del singolo Oh Baby invece, è stato realizzato da un super team: lavorando da anni anche con le animazioni frame by frame e sapendo il mega lavoro che c’è dietro alla produzione di video-animazioni, devo ringraziarli perché sono riusciti a fare un lavoro pazzesco nel dare vita ai miei personaggi, riuscendo a unire in maniera perfetta parte visual e musica.

Nella musica, il caso più eclatante di uso della realtà aumentata è rappresentato dall’album di due anni fa dei Gorillaz, Humanz, dove si vive una realtà mista, tra mondo reale, realtà aumentata, realtà virtuale e ambienti a 360°: il vostro progetto che uso fa della realtà aumentata e con quali obiettivi?
G.b: Sono il primo artista musicale ad aver utilizzato la realtá aumenta con queste modalità e questo mi rende molto orgoglioso. Scaricando gratuitamente l’app Aria ed inquadrando la cover dell’album, una banconota o un cartello “stop” il tutto prenderà vita sullo schermo dello smartphone.

L.P.: Penso che sia stata un’idea azzeccata utilizzare questa tecnologia perché consente alle persone di interagire fisicamente e in tempo reale con il progetto. Questa è stata la prima esperienza con la realtà aumentata e artisticamente parlando, potrebbe avere degli sviluppi impensabili nel mio prossimo futuro; è incredibile poter aggiungere contenuti di qualsiasi natura alla realtà e vederli attraverso lo smartphone, sembra quasi il tema di un episodio di Black Mirror… pazzesco!

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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