German Eighties. Una serie prodotta da Sundance Tv
Con la rubrica Serial Viewer vi abbiamo portato in giro per Svezia, Stati Uniti, Danimarca e Regno Unito. Ma dal 2015 anche la Germania ha la sua serie tv. Ed è bellissima, con una colonna sonora da acquistare e suonare a palla, soprattutto se siete nati, vissuti o cresciuti negli Anni Ottanta.
![German Eighties. Una serie prodotta da Sundance Tv](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2016/08/Deutschland-83-1024x576.jpg)
La serie televisiva da (ri)guardare in queste settimane estive, almeno secondo noi, è Deutschland 83. Prodotta da Sundance Tv, è trasmessa su Sky Atlantic HD, anche in Italia. Otto episodi – e non sappiamo se avremo (anche se il pubblico freme) una seconda stagione – che raccontano una storia parallela, ma non troppo, della Guerra Fredda.
Jonas Nay, che interpreta Martin Rauch aka Moritz Stamm, è un soldato della DDR che viene infiltrato dai servizi segreti del suo Paese per scoprire se Berlino Ovest, in alleanza con la Nato e gli Stati Uniti d’America, stanno per sferrare un attacco a Est. Intrighi, complotti, colpi di scena, amori, non senza qualche pennellata ironica, raccontano lo scenario dell’epoca con grande franchezza.
![Deutschland 83](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2016/08/Deutschland-83--480x270.jpg)
Deutschland 83
Ci si aspetterebbe di veder gli autori parteggiare per la “parte ovest” della città, che emerge invece nell’affresco in tutta la sua debolezza, nella mollezza di costumi decadenti e anche un po’ modaioli, tra cui il giovanissimo Stamm – nome in codice Colibrì – si deve destreggiare, a volte saltando ostacoli, altre rassicurando i suoi depressissimi nuovi amici/nemici, tra hippies, donne sole, contorte relazioni genitori/figli e la minaccia incombente dell’Aids.
Ma anche a Est le cose non vanno alla grande. C’è arretratezza tecnologica, la lettura è proibita, ci sono ricatti in nome del regime e una propaganda così feroce da annebbiare la consapevolezza delle libertà umane.
E in tutto ciò, mentre in sottofondo passano i New Order, gli Eurythmics e il compianto David Bowie, mentre Martin-Moritz scopre l’uso del walkman, le cose si complicano ulteriormente. Il protagonista non dimentica le sue origini, né abbraccia in pieno il nuovo credo dell’Ovest, hamburger a parte.
La grande lezione che apprende è che la conoscenza porta dolore e maggiore confusione. E la perdita, in nome della verità, di qualsiasi senso di appartenenza.
Santa Nastro
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #30
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