The Mastermind. Josh O’Connor tra furto d’arte e disillusione americana

Kelly Reichardt ha presentato a Cannes 78 un film controcorrente con protagonista l’attore britannico divenuto popolare con la serie The Crown. La miccia della storia è un furto d’arte che ha del rocambolesco. Qui il trailer

Josh O’Connor, che abbiamo apprezzato in The Crown e successivamente anche in La Chimera di Alice Rohrwacher e Challengers di Luca Guadagnino, è il protagonista in The Mastermind, film di Kelly Reichardt presentato in Concorso al 78esimo Festival di Cannes. La regista di First Cow, alla sua seconda volta in competizione al festival, lascia l’amato Oregon per girare questa storia nel Massachusetts degli Anni ‘70.

The Mastermind: tutto ha inizio in un museo

The Mastermind, film controcorrente in primis per i suoi silenzi e ambientato nel turbolento contesto della guerra del Vietnam e delle battaglie femministe, segue il giovane JB Mooney, un falegname disoccupato che si reinventa come ladro d’arte dilettante, intento a pianificare il suo primo grande furto.

Frequentando spesso un museo di provincia si rende conto della scarsa sicurezza e, dopo aver messo insieme una banda ridicola, degni dei migliori film dei Coen, si lancia in una serie di furti. Le cose però non vanno come dovrebbero e la sua vita va completamente in frantumi.

Un cast giovane e di talento

Accanto all’attore britannico, che quest’anno a Cannes era presente anche con The History of Sound di Oliver Hermanus (tratto dall’omonimo romanzo queer), ci sono Alana Haim, che ha debuttato qualche anno fa nel meraviglioso Licorice Pizza di Paul Thomas Anderson, e Hope Davis, anche tra il cast di The Phoenician Scheme di Wes Anderson

The Mastermind, in cui la rapina grottesca è di per sé entusiasmante, è un film che ha stuzzicato la curiosità di molte persone, e in primis gli addetti ai lavori, anche se non ha confermato le sue attese. O meglio, sono state tradite le aspettative di chi credeva di trovarsi davanti una storia di semplice rapina, quando il vero focus è la fragilità del personaggio principale (un personaggio spezzato che si muove in sottrazione), che altro non è che la metafora dell’America del periodo, vuota e sconsolata, che si perde nei suoi stessi principi ed ideali.

The Mastermind. Un film che esplora la desolazione di un Paese

The Mastermind rientra perfettamente nella cinematografia di Kelly Reichardt che con le storie portate sul grande schermo ha sempre esplorato negli anni l’esperienza statunitense da una prospettiva delicata e poetica.

La disillusione e desolazione di un popolo e di un Paese di cui non dimentica mai personaggi della classe operaia che vivono lontani dalle metropoli popolari e contaminate, che si muovono in comunità di provincia.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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