Pippi Calzelunghe: da 80 anni un sogno giovane di libertà

A 80 anni dalla nascita, Pippi Calzelunghe è un mito ancora vivo. Un racconto strabordante di suoni, colori e avventure che ci parla di libertà. Ma mette davvero in discussione le regole del mondo?

Due trecce color rame, occhi di un azzurro intenso, denti sporgenti e un sorriso larghissimo. Sono rari i personaggi così impressi nell’immaginario popolare al punto da essere riconoscibili con pochi tratti; e Pippi Calzelunghe è una di loro. Il suo volto è nitido anche grazie allo sceneggiato televisivo del 1969, ma la Pippi primigenia è nata con carta e inchiostro, protagonista di tante avventure uscite dalla mente di Astrid Lindgren, svedese, futura scrittrice di fama mondiale.

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Una scena della serie tv Pippi Calzelunghe (1969)

80 anni di Pippi Calzelunghe

Le prime avventure di Pippi sono state date alle stampe nel 1945 e quindi hanno appena compiuto ottant’anni, anniversario che Salani ha deciso di omaggiare con un’edizione integrale, accompagnata dalle illustrazioni di Ingrid Vang Nyman (con la traduzione di Annuska Palme Sanavio, Samanta K. Milnton Knowles e Donatella Ziliotto).  A ottant’anni di distanza dalla sua prima apparizione, Pippi Calzelunghe non è invecchiata di un giorno: le sue avventure strampalate, la sua fantasia travolgente e la sua candida dolcezza sono ancora una fonte di divertimento e riflessione. Come scrive Elisabetta Gnone nella prefazione, “quelle trecce e quel reggicalze hanno attraversato decenni e latitudini, imprimendosi nella memoria collettiva come simboli pacifici di coraggio e di libertà. Se Pippi Calzelunghe fosse una bimba in carne e ossa, oggi marcerebbe in difesa dei diritti civili, degli animali, dell’ambiente, sventolando una bandiera fatta con una canna da pesca e dei mutandoni arancioni”.

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Pippi Calzelunghe. Ediz. 80 anni (Salani, 2025). Copertina

Le avventure senza tempo di Pippi Calzelunghe

Il mondo di Pippi affonda le sue radici nei ricordi d’infanzia dell’autrice e quindi nella campagna svedese di prima della guerra. I vestiti, gli oggetti e i giochi sono tutte cose che Lindgren conosceva bene. Il resto è frutto di una fantasia sconfinata la cui scintilla è arrivata, pare, dalla figlia dell’autrice, che un giorno chiese alla madre di raccontarle una storia dandole come spunto soltanto un nome bizzarro. Sufficiente a Lindgren per creare una bambina senza genitori (“la mia mamma è un angelo e mio padre è un re dei mari del sud”), che abita in un distinto villino di campagna con una scimmietta e un cavallo. Nella sua solitudine Pippi non è certo malinconica, anzi, è libera di fare quello che vuole e riempie la propria vita di piccole gioie infantili: marina la scuola, mangia solo dolci, fa cose apparentemente insulse come camminare all’indietro solo perché le va. Del resto, come dice Pippi, “non viviamo forse in un paese libero?”.

Pippi Calzelunghe tra libertà e ribellione

La Svezia del 1945, socialdemocratica e uscita indenne dalla guerra, era certamente un Paese molto più libero della media, ma fuori dalla casa di Pippi esistono delle regole con le quali lei fatica a sintonizzarsi. I suoi amici, Tommy e Annika, sono figli della borghesia di campagna, sempre ben pettinati, obbedienti a casa e diligenti a scuola. Eppure, o proprio per questo, sono inebriati da Pippi e dalla sua vitalità, anche se alla fine tornano sempre alla loro vita ordinata. La stessa Pippi, ed è una cosa che si nota leggendo il libro da adulti, è una bambina libera, ma non è una ribelle. Del resto, a cosa dovrebbe ribellarsi se le regole può porsele da sé? Verso le convenzioni sociali mostra una genuina curiosità, una volontà di capire, di integrarsi e di essere integrata. A patto, naturalmente, di non perdere la propria preziosissima libertà.

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Una scena della serie tv Pippi Calzelunghe (1969)

Pippi Calzelunghe, un’icona valida ancora oggi?

I bambini hanno il privilegio di leggere o ascoltare le avventure di Pippi godendosi in purezza le storie. In età adulta, fastidiosissime, arrivano invece riflessioni di altra natura. Astrid Lindgren ha creato una bambina che può fare praticamente tutto, ma perché la libertà di Pippi si possa compiere, l’autrice ha dovuto conferirle due caratteristiche fondamentali: una forza sovrumana e un baule pieno di dobloni d’oro. Insomma, Pippi è libera perché ha la forza per difendersi dai prepotenti e i soldi per non doversi preoccupare di mettere assieme il pranzo e la cena. È concesso immaginare un mondo in cui è lecito tenere un cavallo in salotto, lanciarsi da un davanzale senza farsi nulla o mangiare soltanto biscotti e caramelle; ma pensarlo senza denaro o sopraffazione fisica non è possibile. Mette un pizzico di amarezza dovere ammettere che persino Pippi Calzelunghe può vivere la sua utopia soltanto dentro quello che Mark Fisher ha chiamato “realismo capitalista”; eppure non è un buon motivo per immalinconirsi. Pippi ci insegna ancora oggi a mettere in discussione (quasi) tutto, a credere nella superiorità dei buoni sentimenti, a vivere con serenità anche i propri lati più eccentrici. Insomma, forse nemmeno Pippi Calzelunghe può cambiare il mondo, ma può aiutarci a viverci meglio.

Salvatore Greco

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Salvatore Greco

Salvatore Greco

Polonista, insegnante di italiano L2, scout occasionale di libri polacchi. Ha gestito l'agenzia letteraria Nova Books Agency con il traduttore Francesco Annicchiarico. Ha accompagnato in Italia tra gli altri i libri di Mikołaj Łoziński (con Bottega Errante Edizioni), di Anna…

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