Megalopolis: il colossal anacronistico di Francis Ford Coppola

Il Maestro del cinema Francis Ford Coppola ha presentato al Festival di Cannes la sua ultima fatica: Megalopolis, un film che stupisce, ma non incanta. Il trailer

Forse il valore di un film si dovrebbe misurare dalla voglia di rivederlo: Megalopolis, la testamentaria, oltre che folle, impresa del maestro della New Hollywood Fracis Ford Coppola, prodotta da American Zoetrope, non rientra nel novero di una seconda visione, per quanto ce ne vorrebbero almeno una decina per poter scrivere una critica soddisfacente di una produzione così barocca.

L’anacronismo di Megalopolis di Francis Ford Coppola

Resta il fatto che la motivazione non è l’eccesso che contraddistingue un’opera pensata e riscritta lungo quarant’anni, abbandonata più volte per mancanza di finanziamenti e resa possibile grazie al suo stesso autore, ovvero ad una auto-finanziamento importante rispetto al budget totale di 120 milioni di dollari, bensì il suo anacronismo.

È difficile misurarsi non tanto con le immagini ma proprio col pensiero di un futuro che affonda nel passato. E non stiamo parlando dei riferimenti culturali e delle innumerevoli citazioni messe in campo, bensì dello sguardo del maestro che sprofonda negli anni Ottanta, non certo nella seconda decade dei 2000.

Qualcuno potrebbe obbiettare che non tutte le opere sono chiamate ad uniformarsi allo spirito del tempo e soprattutto che il cinema stesso è un’esperienza del tempo tutt’altro che lineare, dove il presente è uno dei tanti tempi possibili e probabilmente neppure il più interessante. Anche artisticamente.

La trama di Megalopolis

Eppure è difficile, sottolineiamo nuovamente, abbracciare una critica alla società americana così datata. O magari, è semplicemente difficile farsi ancora piacere la società americana e tutte le sue forme di rappresentazione orientate alla megalomania. Il futuro distopico di Megalopolis ha le sembianze di una città che è chiaramente New York, ma che prende il nome di New Rome, dove un architetto illuminato, Cesar Catilina (Adam Driver), ha inventato un materiale rivoluzionario ed eco-sostenibile, il Megalon, ed ha acquisito la capacità di fermare il Tempo.

Il suo sogno è ripensare la città a partire da nuovi valori, che si scontrano con quelli opposti del sindaco conservatore Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito), che lo teme anche perché sostenuto dal ricchissimo zio banchiere Hamilton Crassus (Jon Voight).

La proiezione di Megalopolis a Cannes

Lotte di potere da tragedia greca e complotti shakespeariani sono solo la punta dell’iceberg di un film caotico, a tratti visionario, trash e kitsch, ma soprattutto di cui lo stesso Coppola non riesce a tirare le fila.

Uno spettacolo che a Cannes pareva avere vita propria all’interno del cinema IMAX tanto criticato, in quanto luogo non indicato ad un cineasta e che invece ha reso l’esperienza ancora più vertiginosa.

Come la scena iniziale dove Cesar Catilina, in bilico sul cornicione in cima al Chrysler Building ci fa vivere l’esperienza del vuoto prima di fermare il Tempo.

Carlotta Petracci

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Carlotta Petracci

Carlotta Petracci

Sempre in bilico tra arte e comunicazione, fonda nel 2007 White, un'agenzia dal taglio editoriale, focalizzata sulla produzione di contenuti verbo-visivi, realizzando negli anni diversi progetti: dai magazine ai documentari. Parallelamente all'attività professionale svolge un lavoro di ricerca sull'immagine prestando…

Scopri di più