Natalie Portman e Julienne Moore nel film scandaloso “May December”

Un film metacinematografico che culla più sentimenti ed emozioni. Tratto da una storia vera, "May December" vede protagoniste le attrici premio Oscar Julianne Moore e Natalie Portman. Il trailer

C’è la realtà e c’è la finzione. C’è il melo e c’è il dramma. E c’è il gioco più furbo e seducente del cinema in May December di Todd Haynes, film – distribuito in Italia da Lucky Red – che ha diviso nettamente pubblico e critica.

Il regista di Lontano dal paradiso, Carol e Cattive acque si è lanciato in un lavoro cinematografico di vera provocazione e di doppia immedesimazione. May December, che prende spunto e ispirazione da una vicenda di cronaca legata ad una relazione sentimentale, riflette sulla psiche dell’essere umano, sui preconcetti e sulle convenzioni del mondo occidentale servendosi di due interpreti grandiose come Julianne Moore e Natalie Portman.

Una storia segnata dal tempo e dallo scandalo

May December porta sul grande schermo la storia di un’insegnante americana finita in carcere per la relazione con un suo studente, al tempo minorenne (precisamente dodicenne).

Il regista Haynes cosa fa? Prende lo scandalo di quei giorni – avvenuto circa 20 anni prima – e attraverso il metacinema racconta una storia che potremmo definire “specchio”: una famosa attrice, intenzionata a realizzare un film sulla vera storia della coppia che, a causa della sua relazione clandestina aveva infiammato la stampa e il paese, per prepararsi al ruolo si catapulta nella quotidianità dei due causando un crash forse ignorato da tempo.

Il titolo del film è già di per sé descrittivo: “may december” è infatti un modo di dire americano che indica una relazione tra persone con età differenti, una nel pieno della giovinezza e l’altra più avanti nel tempo.

Le intenzioni del regista di “May December”

May December è un film fatto di pulsioni, di rimozioni, di emozioni intrecciate. E lo stesso regista ha lavorato mettendo alla prova non tanto se stesso e il cast, quanto il pubblico che lo avrebbe poi visto.

Lo stesso ha infatti dichiarato in un’intervista: “Non sapevamo che tipo di reazioni avremmo sortito, in quest’epoca segnata dalla cultura dell’indignazione. Il modo in cui il MeToo ci ha insegnato quali storie sia appropriato raccontare e quando invece si stanno superando i limiti. Ma ci siamo resi conto che il pubblico era eccitato e stimolato dalle diverse sfumature presenti nel film. È stata una sorpresa”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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