Cinecittà oggi. Come è cambiata negli ultimi anni la fabbrica dei sogni?

Dal 2021 il fatturato è raddoppiato, e la “fabbrica dei sogni” è tornata a essere competitiva e il suo slancio industriale si sta consolidando sempre più. Vi raccontiamo come Cinecittà si è trasformata negli ultimi anni

“La fabbrica dei sogni”. È così che la chiamava Federico Fellini, e così è stata per tanto tempo nell’immaginario collettivo: fabbrica di sogni, di storie, di personaggi e talenti, italiani e di tutto il mondo. Cinecittà è stata questo e lo è ancora, in particolare negli ultimi anni da quando l’amministratore delegato Nicola Maccanico (in ruolo dal 2021) ha individuato come obiettivo, insieme ad altri agenti, quello di ridare linfa e fama alla fabbrica che è stata, che può essere e che sarà. È così che la fabbrica dei sogni ha premuto nuovamente il piede sull’acceleratore e in particolare su quello dell’industrializzazione vera e propria.

Nicola Maccanico
Nicola Maccanico

Cinecittà oggi

La nuova era di Cinecittà inizia nel marzo 2021, con un maggiore e convinto slancio produttivo per i suoi mitici studi cinematografici. Dopo poco più di due anni il bilancio è positivo, e le produzioni che si sono susseguite – per numero e per fama – non fanno che attestare un consolidamento sul mercato. Tenere il punto e l’andamento in un periodo così delicato come quello presente (con le conseguenze del post Covid, con una evidente crisi economica generale e con scioperi più che giusti oltreoceano) non è cosa semplice, eppure Cinecittà è tornata pienamente competitiva e attrattiva per le produzioni italiane così come per quelle estere. È tornata a essere una fabbrica-industria dove cinema, audiovisivo, creatività e grandi nomi circolano, crescono e creano molteplici connessioni.

Cinecittà
Cinecittà

Cinecittà al centro del mercato

C’è una data che è diventata rito nel racconto dell’evoluzione di Cinecittà, l’8 settembre, una data in cui l’AD Maccanico si riunisce con i giornalisti di cinema facendo con loro il punto sull’anno precedente e su quello che accadrà nel successivo. Un modo di fare storytelling, oltre che bilancio; e per il bilancio del 2022 c’è una decisa soddisfazione: un utile netto di oltre 1,8 milioni, un risultato positivo in anticipo di un anno sulle previsioni del piano industriale 2022-2026, con un fatturato di 39 milioni, più che raddoppiato rispetto al 2021. E andando più nello specifico: il 2023 registra un’ottima occupazione di tutti i teatri di pros, impegnati in film, serie televisive e spot, per il 70% di produzione internazionale. Un totale di oltre 50 produzioni, che portano ogni giorno negli Studi un indotto di migliaia di lavoratori. Questi numeri mostrano e dimostrano che la nuova Cinecittà, quella nata nel 2021, è effettivamente al centro del mercato. Lo possiamo notare anche dai prodotti, ovvero i film che arrivano nelle sale o in piattaforma e serie che vediamo in tv, e poi sono tantissime le produzioni globali, firmate da grandi autori, talent, professionalità, che sono passate di recente da Cinecittà. Film e serie che viaggiano sugli schermi di tutto il mondo e che sono espressione di un fiorente, bello, entusiasmante Made in Italy che ha anche ricadute positive sul sistema economico e occupazionale.

Cosa è stato realizzato negli studi di Cinecittà?

L’80. Mostra del Cinema di Venezia ha visto la presenza in Concorso di quattro film italiani tutti girati a Cinecittà: Comandante di Edoardo De Angelis, Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, Adagio di Stefano Sollima, Enea di Pietro Castellitto. Tra i nomi che Cinecittà ha ospitato negli ultimi mesi ci sono Luca Guadagnino, Anthony Hopkins, Daniel Craig, Angelina Jolie, Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Charlize Theron, Uma Thurman, Denzel Washington, Roland Emmerich, Willem Dafoe, Salma Hayek, Luca Marinelli, Joe Wright, Kasia Smutniak, Marco Bellocchio, Lily James, Joe Keery, Nanni Moretti, Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino, Edward Berger, Adam Driver, Gabriele Salvatores, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Luca Zingaretti. Tra le produzioni più recenti o in partenza sono Those about to Die di Roland Emmerich, i due film di Luca Guadagnino, Queer e Challengers, The first omen di Richard Donner, C’è ancora domani di e con Paola Cortellesi, Without blood di Angelina Jolie, Domina 2 di David Evans e Sallie Aprahamian, Conclave di Edward Berger, M. Il figlio del secolo di Joe Wright, Ripley di Steven Zaillian, The Decameron di Michael Uppendahl, The old guard 2 di Victoria Mahoney.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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