Firebrand, il ritratto di Catherine Parr. A Cannes il film sull’ultima moglie di Enrico VIII

Il film storico poggia sull’interpretazione di due attori straordinari come Jude Law e Alicia Vikander. E mette in scena il ritratto di una donna che ha cercato di esercitare il suo potere femminista per sopravvivere al marito tiranno

Una storia di amore e tirannia, manipolazione e potere. Firebrand porta sul grande schermo il ritratto di una donna determinata a resistere e a non farsi calpestare, Catherine Parr, l’ultima moglie di Enrico VIII. Mostrata come un’eroina dei suoi tempi, il film è fortemente descrittivo e dinamico. Pur non riservando colpi di scena, si apprezza la ricostruzione estremamente dettagliata, che lascia intuire il confronto con un esercito di storici in fase di scrittura della sceneggiatura. Se il potere femminista e femminile è una prima chiave del racconto, questo finisce col perdersi per la presenza inevitabilmente ingombrante del ruolo maschile.

UN RITRATTO DI DONNA, MA ANCHE DI FAMIGLIA

Firebrand, infatti, mostra una donna, una regina, che viene nominata reggente durante le campagne militari del re, che sarà costretta a tenere una posizione più defilata al suo rientro. L’incarico della reggenza è però per lei l’occasione per esercitare un certo potere e per diffondere i principi protestanti che le sono cari. Karim Aïnouz, lo stesso regista di La vita invisibile di Euridice Gusmao, basa il suo racconto cinematografico sul romanzo di Elizabeth Fremantle, The Queen’s Game, pubblicato nel 2012. E all’inizio del film fa una precisa premessa, servendosi di alcune didascalie: queste ricordano allo spettatore che se la Storia, quella con S maiuscola, ci tramanda di uomini e guerre, poco si sa sulle donne e sul ruolo che hanno esercitato in quelle contingenze. Questa mancanza, però, permette agli autori qualche guizzo di fantasia. “Era molto importante per me il fatto che non stessimo realizzando un film sulla famiglia reale, ma su una famiglia”, racconta Karim Aïnouz. “C’è stato un momento in cui mi sono reso conto di non avere inserito nel film neanche una corona, un bell’errore, e allora abbiamo inserito un paio di scene in cui i personaggi sono visti mentre indossano la corona. Il personaggio di Enrico VIII è molto violento e Catherine cerca di resistergli. Sotto certi aspetti le cose oggi sono simili a quell’epoca, ma lo possono essere in una maniera negativa o positiva. Quella positiva è che sono esistite donne come Caterina, un personaggio molto moderno”.

FIREBRAND. PAROLA AGLI ATTORI

Nei panni di Enrico VIII troviamo un sorprendente Jude Law, che dichiara: “Io non l’ho considerato un mostro, ho cercato di comprenderlo, rendendo il personaggio plausibile nelle sue contraddizioni. Non era mio compito giudicarlo, ho cercato di approcciarmi a lui da una prospettiva umana. Ho studiato sui libri di storia ciò che ha fatto, ho pensato al luogo in cui è cresciuto, agli abusi che credo abbia subito da bambino. Enrico VIII è stato nutrito dalla bugia che fosse una specie di Dio”. A interpretare la consorte del sovrano è Alicia Vikander, come sempre elegantissima e perfetta: “Ho subito realizzato che si trattava di un personaggio alquanto straordinario per i tanti risultati ottenuti. È stata una buona madre ma anche la prima donna inglese a essere pubblicata. Una delle cose che più mi ha colpito è che quando parliamo di 500 anni fa, quello che sappiamo riguarda principalmente uomini e re. Di lei ci restano alcuni libri, che si possono leggere nelle traduzioni in inglese contemporaneo. Leggendoli ho avuto la sensazione di sentirla parlare, di sentire la sua voce. È stata una grande emozione”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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