Sanpa, alla regia della serie tv Netflix Cosima Spender. Una vita nell’arte

La serie tv del momento è italiana e di genere documentario. Racconta la nascita della comunità di San Patrignano tra buone azioni e controversie e del suo fondatore, Vincenzo Muccioli. Alla regia c’è Cosima Spender, figlia d’arte che da anni racconta storie servendosi il documentario.

L’eden dove i tossicodipendenti nascevano a nuova vita. SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano è la prima docu-serie originale italiana targata Netflix ed è disponibile dal 30 dicembre 2020 in 190 Paesi. La docu-serie è la più discussa e acclamata di questi giorni. Chi l’avrebbe detto che un prodotto considerato di nicchia avrebbe raccolto un tale consenso in pochi giorni e oltrepassando titoli dal richiamo internazionale? Una scommessa di Netflix assolutamente vinta. In 5 episodi SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano racconta la controversa storia della comunità di recupero di San Patrignano fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978, a Coriano in provincia di Rimini. Una storia che prende vita attraverso testimonianze e immagini di repertorio e che ripercorre la gestione Muccioli fino al 1995. Luci e tenebre in quanto racconta non solo il buon proposito della comunità – salvare vite umana dalla tossicodipendenza – ma anche la bufera mediatica e processuale che colpì il fondatore e i presunti metodi di forza e violenza usati. Quando nacque la comunità di San Patrignano erano tempi in cui dei più deboli chi si occupava un sacerdote, non era solito lo facesse un laico e questo sin da subito destò molta attenzione e preoccupazione.

ALLA REGIA COSIMA SPENDER

Cosima Spender, firma la regia della serie. Un nome che nell’arte non è per nulla nuovo. La Spender è nata a Siena, figlia degli artisti Matthew Spender e Maro Gorky figlia a sua volta del famosissimo Arshile Gorky. Nel 2015 il suo docufilm Palio è stato premiato al Tribeca Film Festival di Robert De Niro, facendole quindi conquistare l’America. È cresciuta parlando toscanaccio e giocando a nascondino con i bambini del posto ma in casa ha respirato un’aria del tutto differente. Come racconta la stessa regista in un’intervista di qualche tempo fa, essendo figlia di artisti la sua casa era piena di creatività e di persone che arrivavano da ogni parte del mondo. Palio non è la sua prima opera. Il documentario, il genere cinematografico che risiede nella sua anima, è infatti da diverso tempo la sua forma di racconto preferita. Per oltre un decennio ha girato l’Africa e l’Europa raccontando storie. La scelta di mostrare il Palio di Siena in un documentario nasce sia da un motivo personale sia da uno culturale: d’altronde cosa c’è di più affascinante di raccontare qualcosa dell’oggi che risiede però nel passato, più precisamente nel Medioevo? Tra i registi per cui Cosima Spender prova grande ammirazione c’è un Maestro che è stato amico di famiglia, Bertolucci, colui che si è servito della realtà per raccontare storie di finzione. Nella sua formazione da regista hanno influito ovviamente i genitori stessi. Come ha raccontato la stessa, la madre era ossessionata dalla composizione dei quadri e quindi delle inquadrature, mentre il padre l’ha sempre spinta ad andare oltre l’immagine, a leggerne e comprenderne il contesto. Con SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano Cosima Spender insieme agli autori si è lanciata in un viaggio importante fatto di grande ricerca: non solo 180 ore di interviste ma anche migliaia di immagini tratte da ben 51 differenti archivi per ricostruire la storia di una comunità che ha segnato, a suo modo, la Storia del nostro Paese.

LA VIOLENZA VA ALCUNE VOLTE GIUSTIFICATA?

SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano non mostra semplicemente la storia della comunità di San Patrignano ma attraverso questa propone un racconto di ampio respiro, di contesto sociale, economico e politico dell’Italia di quel ventennio. Erano gli anni delle aggregazioni in piazza, degli attentati, del cambiamento sociale ma anche dell’arrivo dell’eroina che tra gli anni ‘70 e ‘80 ha spezzato un’intera generazione. È indubbio che Vincenzo Muccioli ha fatto qualcosa che in molti non avrebbero e non hanno fatto: si è assunto il dovere di rimettere al mondo moltissimi ragazzi che avevano un destino segnato e che ormai si erano spogliati di tutto, anche della propria famiglia. Questo suo dovere Muccioli lo ha esercitato anche con la forza. E qui sorge il grande interrogativo: per fare del bene si possono superare anche i limiti? Muccioli, per alcuni un benefattore e per altri un santone, fu arrestato perché per trattenere una ragazza contro la sua volontà l’aveva segregata, e questa dopo 15 giorni era riuscita a scappare e a denunciare l’accaduto. Non era la sola. Trattenere con la forza chi voleva andare via o chi voleva cedere alla propria debolezza rientrava tra i doveri di Muccioli? È uno dei grandi interrogativi che la serie smuove e a cui ogni spettatore darà una sua risposta a fine visione. Gli stessi ex ospiti di San Patrignano, giornalisti, familiari e persone a conoscenza dei fatti, chiamati in causa della docu-serie si dividono tra chi crede sia stato necessario trattenere anche con violenza chi stava per cadere nuovamente nella trappola della droga, quindi impedendoglielo, e chi lo vede come un grande atto di immoralità.

ERA NECESSARIA LA COMUNITÀ DI SAN PATRIGNANO?

SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano attraverso ben 25 testimonianze mostra il problema ingombrante della droga in anni in cui anche lo Stato non sapeva come fare e in cui nascevano queste comunità di recupero in modo quasi del tutto spontaneo. Muccioli era visto come un santone, che si presentava in modo molto affidabile trovando una soluzione al male della droga, cerando di salvare vite di moltissimi ragazzi e ragazze e al tempo stesso delle loro famiglie. “Dove non c’erano le droghe, c’erano le relazioni”, dice uno degli intervistati nella serie. Quella che da fuori sembrava una comunità di Hippie è stato un luogo di grande vita e crescita, dove c’era tanto amore capace di salvare dal vortice della tossicodipendenza. SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano, come già anticipato, ha la regia di Cosima Spender (Palio), per una Produzione 42, sviluppata, scritta e prodotta da Gianluca Neri. Firmano il prodotto anche Nicola Allieta, Andrea Romeo, Christine Reinhold. Oltre a Gianluca Neri tra gli autori ci sono Carlo Gabardini e Paolo Bernardelli, mentre la supervisione al montaggio è di Valerio Bonelli (Philomena, Palio, Darkest Hour). SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano è una docu-serie di cui sentiremo ancora parlare e veramente per studiata e costruita ma anche avvolta da qualche polemica che definisce la serie poco imparziale.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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