Al cinema Bong Joon Ho e Gabriele Muccino: tra delitto e nostalgia

Il regista sudcoreano conquista il mondo e in Italia ha ben due titoli nelle sale in questi giorni. È la distribuzione che dà la possibilità di conoscerlo meglio. Muccino invece torna con una storia di amicizia, di cambiamenti e ripensamenti. La storia un po’ di tutti.

Ancora tutti felicemente coinvolti dall’esito degli Oscar 2020, non possiamo che gioire nel sapere che al cinema in questi giorni ci sono ben due film di Bong Joon Ho. Parasite, Miglior Film agli Oscar 2020, è tornato in sala qualche giorno prima della fatidica notte, quasi come buon augurio, mentre tra le “nuove” uscite c’è Memorie di un assassino. Non si tratta propriamente di un nuovo film ma della seconda opera diretta dal regista sudcoreano, un titolo del 2003 che anch’esso avrebbe meritato l’Oscar. Al tempo il successo fu enorme. Accanto a Bong Joon Ho c’è il ritorno al cinema di Gabriele Muccino, il regista italiano per eccellenza che vive l’adolescenza e i rapporti familiari con una certa sincerità e verità. In una recente intervista rilasciata agli studenti della Rufa dice che ogni suo film nasce da un altro film che prende ad esempio e riscrive totalmente, e in effetti Gli anni più belli è specchio completo di C’eravamo tanto amati. In sala da non perdere ci sono quindi due nuovi film, completamente diversi: uno per conoscere meglio un autore che è entrato nell’Olimpo del cinema e con cui ora tutti vogliono lavorare; l’altro per rivivere ricordi ed emozioni di quarant’anni di vita ed esperienza, anche dell’Italia.

MEMORIE DI UN ASSASSINO

Bong Joon Ho, Memorie di un assassino

Bong Joon Ho, Memorie di un assassino

Il premio Oscar Bongn Joo Ho firmava 17 anni fa un film capolavoro, Memorie di un assassino. Che strano parlare di un sudcoreano come Premio Oscar, è un effetto bellissimo. È la storia del cinema che cambia, ma veniamo al film! Memorie di un assassino è basato su un romanzo, Come and See me. È la storia del primo assassino seriale sudcoreano. Una storia che riguarda un momento anche abbastanza recente, avvenuta tra gli anni 1986 e 1991. Il regista prende questo caso e l’ambienta al suo inizio, quando un giorno viene ritrovato il corpo cadavere di una ragazza violentata. Questo triste ritrovamento è accompagnato da una inevitabile indagine della polizia locale che si rivela però imbarazzante e inadeguata. Una indagine in cui tutto è incentrato nel trovare un capro espiatorio, più che un reale colpevole. Un vero giallo noir in cui è fondamentale la chiamata di un investigatore più preparato che arrivi direttamente dalla “civiltà”, dalla grande città, da Seul. In questo film si nota già la grande forza di Bong Joon Ho con la cinepresa: essere il più sincero possibile, vicino alla realtà dei fatti che sono purtroppo realmente accaduti, e di farlo con naturalezza e non imbarazzo, quasi fosse uno scossone per le coscienze degli altri. In sala con Academy Two.

GLI ANNI PIÙ BELLI

Gabriele Muccino, Gli anni più belli

Gabriele Muccino, Gli anni più belli

Gli anni più belli sono quelli di Gabriele Muccino e di tantissime altre persone, che sentono vicini i ricordi dell’adolescenza con un misto di gioia e nostalgia. Al cinema con 01Distribution c’è il nuovo film di un regista fortemente attaccato ai 16 anni, quelli in cui tutto, o quasi, sembrava possibile e in cui stare sui tetti di Roma voleva dire sognare ad occhi aperti. Gli anni più belli è il seguito perfetto di un altro film di Muccino, Come te nessuno mai. In quel film Silvio Ristuccia viveva i suoi 16 anni tra occupazioni studentesche e il primo grande amore, pensando a come sarebbe stato da grande. Qui invece il nome è un altro ma la storia è quella. Giulio Ristuccia, che vediamo anche adolescente nella prima parte del film, è un uomo affermato, che ha fatto un patto col diavolo per andare avanti e che non è più tanto convinto di quello che sta facendo: capisce che l’amicizia fraterna va difesa perché un bene assoluto. Gli anni più belli sono un percorso formativo che va dai 16 ai 40 anni e accanto a Giulio Ristuccia ci sono altri tre protagonisti, tutti amici che tra alti e bassi hanno costruito la loro vista litigando, sostenendosi, lasciandosi e ritrovandosi. Il tutto condito dalla musica e dalla voce di Claudio Baglioni. Non un bel film ma un buon racconto di come siamo stati da giovanissimi e delle battaglie, anche emotive, che subentrano da adulti.

-Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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