
Dopo 7 nomination all’Oscar e 45 anni di carriera Glenn Close è vicinissima alla statuetta tanto ambita negli Usa. Già nel 2012 Glenn Close aveva sfiorato il Premio Oscar con l’interpretazione del personaggio principale (e maschile) in Albert Nobbs, lo stesso ruolo che nel 1982 le aveva portato fortuna a teatro. In quella edizione in molti la davano per vincente, ma l’Academy preferì la Meryl Streep di The Iron Lady. Glenn Close ha un fascino molto particolare che esercita benissimo sul grande schermo come sul palcoscenico. Un fascino che viene da molto lontano e sicuramente dalla sua formazione e infanzia. Da anni trascorsi tra Africa ed Europa. In Africa con la famiglia per seguire il lavoro del padre chirurgo, in Europa, più precisamente in Svizzera per i propri studi. New York la consacra nel suo mestiere, ovvero quel quadrilatero che costituisce la Broadway Theatre. Sono gli anni ’80 e lo spettacolo La singolare vita di Albert Nobbs la mette sotto i riflettori dei più importanti critici. Da qui una carriera strepitosa anche se non sempre festeggiata a dovere da riconoscimenti importanti. Glenn Close è comunque una donna e un’attrice realizzata, anche senza troppe statuette. Lo dimostra il discorso fatto ai Golden Globes in cui dedicava il suo premio alle tutte le donne, in primis sua madre, che non si sono sentite mai pienamente compiute. Ora a Glenn Close non resta che salire sul palco degli Oscar, lasciare tutti a bocca aperte con le sue parole e stringere forte un riconoscimento che le spetta da tantissimo tempo. In attesa di quella notte, il prossimo 24 febbraio, i cinque personaggi “cult” interpretati da Glenn Close.
–Margherita Bordino