Capri – Revolution. il nuovo film di Mario Martone è al cinema

In sala dal 20 dicembre con 01Distribution arriva il nuovo lavoro cinematografico di Mario Martone. Una poesia che riguarda gli uomini e la natura, le donne e la propria indipendenza. Temi di oggi ma anche di ieri. È con questo film che il regista termina la sua trilogia.

1914, Capri. Una giovane capraia che vive sull’isola con la sua famiglia si imbatte in un gruppo di giovani del Nord Europa che hanno fondato una comunità libera e dedita all’arte. Altro nuovo ospite dell’isola è un giovane medico portatore di idee scientifiche e dall’impronta più tecnica. Mario Martone torna al cinema con Capri – Revolution e così chiude la sua trilogia artistica con all’interno anche Noi credevamo e Il giovane favoloso. In questo film, già presentato alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia fa un esplicito riferimento alla comune che il pittore Karl Diefenbach costituì a Capri agli inizi del Novecento avendo come omologa quella del Monte Verità a Locarno. Un film non molto semplice e forse non per tutti, ma una vera e sincera poesia cinematografica e dal fascino nostalgico che mostra temi comuni ieri e oggi. I giovani, la dimensione della comune, il senso di rivoluzione e il rapporto con la natura. Fanno parte del cast di Capri – Revolution Marianna Fontana, Reinout Scholten van Aschat, Antonio Folletto, Gianluca Di Gennaro, Eduardo Scarpetta e Donatella Finocchiaro.

Capri Revolution

Capri Revolution

LUCIA E LA NATURA

La mia prima Lucia capraia 20enne è in Noi credevamo in una scena in cui il personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio si risveglia al mattino nel suo viaggio di ritorno al Sud e incontra questa giovane fanciulla. Questo per dire che è un personaggio che evidentemente sentivo dentro di me. Ho continuato a lavorare con le capre, anche se in Pastorale cilentana c’era un ragazzo, un giovane capraio… e via via ho sviluppato in questo film qualcosa di molto più complesso in cui il rapporto con le capre indica il rapporto con la natura. Questo è un film che mette al centro il rapporto tra gli esseri umani e la natura. È una riflessione su come affrontare, come porsi rispetto verso la natura”.

LA COMUNE DEL 1913

È stata una sorpresa scoprire che ad inizio 900 esistevano esperienze come quelle che possiamo immaginare negli anni 60. Una specie di stranissimo anacronismo che dice molto sul fatto che temi fondamentali come quelli di comuni del genere hanno messo in campo venivano sentiti già allora. Sono state evidentemente queste due guerre e tutto quello che è stato il 900, quella immane tragedia, sprofondare nel buio che hanno interrotto un filo che oggi si sente di riprendere per vivere come i giovani della comune sono espressione libera e collettiva di desideri e pulsioni. “Pensando al perché veniva fatto questo, la riflessione sul vegetarianesimo, sul rapporto diverso con il proprio corpo, da lì la nascita della danza… tutta una serie di temi e di questioni che sono molto vicine. Mi piaceva che in questo film si potesse raccontare tutto questo in una forma aurorale, questa giovinezza dei personaggi… è una giovinezza non solo reale anche simbolica, queste idee nuove che nascono. E poi c’è la rivoluzione. Ogni volta che in un essere umano giovane, meno giovane uomo o donna che sia si sente il bisogno di rompere una gabbia in cui si sente costretti è lì che nasce il fiore della rivoluzione”, spiega il regista.

Joseph Beuys, La rivoluzione siamo noi ,1971

Joseph Beuys, La rivoluzione siamo noi, 1971

DOPO CAPRI – REVOLUTION

Ma cosa farà Martone, che ha appena completato con questo film la sua trilogia? Glie lo abbiamo chiesto. “Ho appena finito di girare un film da Il sindaco del rione sanità di Eduardo De Filippo, dallo spettacolo teatrale che ho fatto a Napoli con dei ragazzi in periferia. Questi ragazzi chi sono? Sono ragazzi che hanno occupato una palestra abbandonata, che fanno un lavoro straordinario in questa zona difficilissima, non si aspettano soluzioni dall’alto e si rimboccano le maniche, sono un vero e proprio gruppo… Cosa mi porto dietro da Capri – Revolution? La pratica del continuare e trovare ancora oggi la spinta di temi come quelli. Non tanto da un punto di vista narrativo, quanto da un punto di vista concreto”.

-Margherita Bordino

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

Scopri di più