Muore a Roma il regista Carlo Vanzina. Col fratello Enrico tra i maestri della commedia italiana

Aveva 67 anni ed era malato da tempo. Insieme al fratello Enrico ha raccontato il nostro Paese, imparando dai migliori: il padre Steno e Mario Monicelli. Regista, produttore e sceneggiatore, ha portato al cinema la grande spensieratezza

“Seguendo i set, dove negli anni successivi papà Steno mi portava appresso, vidi Totò. Era schivo, nobile, nella sua auto americana, con le tendine per non farsi vedere”. Carlo Vanzina è un uomo che il cinema l’ha visto da vicino, l’ha conosciuto sin da piccolo e lo ha assaporato e fatto suo da più grande. Ci lascia oggi Carlo Vanzina e più di tutti chi ne sentirà la mancanza sarà il fratello inseparabile Enrico. Carlo ed Enrico sono nati a due anni di distanza l’uno dall’altro. Il primo nel ’49, il secondo nel ’51. Enrico del fratello diceva: “sensibile, intelligente, spiritoso. Non è mai presuntuoso anche se conosce il cinema come pochi. Ha un tocco personale che gli permette di raccontare le cose con grande leggerezza, senza mai annoiare”. “Enrico è uno scrittore fantastico, un vulcano pieno di idee, è raffinato e al tempo stesso popolare”, diceva invece Carlo di suo fratello Enrico. “È bello lavorare con un fratello perché ci si capisce al volo. Abbiamo la stessa educazione, lo stesso background… Ridiamo per le stesse cose, ci indigniamo allo stesso modo”.

I fratelli Vanzina

I fratelli Vanzina

L’ESORDIO CON MONICELLI

Carlo Vanzina è stato di certo un privilegiato al suo inizio, ma ha saputo conquistare con il suo talento un posto nel nostro cinema. Il suo maestro è stato anche colui che lo ha messo a dura prova, senza risparmiargli nulla, senza farlo sentire “figlio di”. Carlo Vanzina ha esordito come aiuto regista di Mario Monicelli, ha collaborato con il padre Steno e ha poi debuttato alla regia nel 1976 con Luna di miele in tre, scritto da Enrico e con Renato Pozzetto e Stefania Casini. Da quel momento in poi ha realizzato, in quarant’anni di carriera, una sessantina di film. A Carlo Vanzina, e al fratello Enrico, si deve la scoperta di Diego Abatantuono nel 1982 con Eccezzziunale veramente e Viuuulentemente mia. E pensare che Carlo Vanzina da ragazzino aveva un altro sogno. Non voleva fare il regista, voleva diventare critico cinematografico: “Da ragazzino tenevo degli album che riempivo con tutti i film che vedevo e ne vedevo tantissimi”, raccontava, “scrivevo le mie mini critiche, mettevo già le stellette anche se non si usava, scrivevo tutto il cast dagli attori al direttore della fotografia. Ero un vero malato di cinema”.

Vacanze di Natale

Vacanze di Natale

LE PRIME VACANZE DI NATALE

Il 1983 è forse il suo anno d’oro. Da Sapore di mare, il suo film più amato e che incassò dieci miliardi di lire, a Vacanze di Natale – che si ispirava a Vacanze d’inverno, il film di Camillo Mastrocinque prodotto da Dino De Laurentiis nel ’59 – considerato il padre di tutti i cinepanettoni, anche se a questo termine era fortemente contrario. “Cinepanettone è un’invenzione giornalistica, non nostra. È un’etichetta che mi dà un po’ fastidio, perché fa sembrare il film un prodotto da mangiare. E poi non tutti i film che chiamano cinepanettoni sono uguali. I nostri erano delle osservazioni di costume, mentre molti dei film di Natale successivi sono stati più farseschi, più facili”. Carlo Vanzina, sempre accanto a Enrico, è stato autore di commedie popolari, non all’italiana. Ha raccontato il nostro Paese senza peli sulla lingua, mostrando pregi e difetti dell’epoca post-sessantottina.

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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