Performance inedita per la Chiesa di Bergamo. L’intervista a Hanne Lippard

Si svolgerà il 16 dicembre presso la Chiesa San Giovanni XXIII di Bergamo la performance inedita di Hanne Lippard. L’artista ci ha raccontato cosa accadrà.

La Chiesa San Giovanni XXIII di Bergamo, il cui altare e le mura portanti sono rispettivamente opera di Andrea Mastrovito e Stefano Arienti, diventa nuovamente teatro di un progetto d’arte. Con una performance, che si svolge il 16 dicembre durante una delle domeniche dell’Avvento, in un regalo che l’Ospedale cittadino offre all’intera comunità. Protagonista è Hanne Lippard, in un evento promosso da The Blank con la curatela di Claudia Santeroni. L’artista norvegese di stanza Berlino (recentemente nominata al Nam June Paik Award) usa nella propria pratica voce e presenza scenica: in questa occasione reciterà il testo SYZYGY, ideato appositamente per il luogo. Nell’intervista che segue l’artista racconta e approfondisce alcune pratiche che saranno sviluppate di fronte ad un pubblico raccolto.

Hanne Lippard ph. Maya Økland

Hanne Lippard ph. Maya Økland

Da dove trae ispirazione il titolo SYZYGY?
Lo SYZYGY è un fenomeno naturale, un insieme di costellazioni formate da congiunzioni planetarie, specialmente il Sole con la Luna. Può anche essere visto, più metaforicamente, come il momento in cui un paio di elementi si connettono o corrispondono. Questa nozione di connettere quel che non è collegabile riflette perfettamente il mio lavoro, dato che tutti i testi che uso derivano da varie risorse, ma sono uniti attraverso l’uso della mia voce. Ciò che appare non collegabile può trovare il proprio canale narrativizzante nell’arte, specialmente nella zona d’ombra che avvicina la performance alla poesia.

È la prima volta che realizzi una performance in una Chiesa?
Ho avuto in poche occasioni la possibilità di compiere una performance in chiesa. Per me è davvero molto interessante, perché si tratta di un luogo in cui la voce torna ad avere uno spazio centrale naturalmente concepito per la propagazione, dato che, solitamente molti dei primi discorsi orali erano pronunciati anche per connettersi alla dimensione divina. Spesso lo spazio, fin dalle proprie origini, è stato costruito per portare con sé e trasmettere una voce senza l’utilizzo di alcun artificio per amplificarne le potenzialità. Molti degli oratori con i quali collaboro per i miei soundpiece sono spesso abituati a lavorare nelle chiese.

Solitamente, come prepari il tuo corpo per ospitare, dare il benvenuto ad una nuova performance?
Ho sempre bisogno, nei giorni precedenti, di vivere avvolta da un silenzio quasi meditativo, per questo preferisco non viaggiare o subire altri stress poco prima delle performance. Inoltre amo molto rimanere da sola nelle ore a ridosso della messa in atto del pezzo, senza comunicare troppo con altre persone. Nei giorni successivi, invece sono sempre molto stanca anche se di solito non leggo scritti che superano i 20 minuti. Spesso mi sento un po’ ironicamente come l’Oracolo di Delfi che perdeva conoscenza subito dopo ogni vaticinio.

Qual è stato il momento o la situazione più inconsueta che hai vissuto durante una performance?
Una volta ho compiuto un reading assieme al mio gatto Bob all’interno di una costruzione di vetro. Il testo era intitolato Pandora Cat, in questo modo volevo sottolineare la tematica mitologica dalla quale traeva spunto. Ma lui non ha gradito affatto l’attenzione del pubblico, così si è nascosto in un angolo, e il centro di tutta l’azione è andato perso. Bob ha preso parte anche ad altri lavori, ad esempio video musicali, nonostante il suo profondo disinteresse per lo sguardo delle altre persone.

Le tre absidi Mastrovito photo credit Giovanni Terzi

Le tre absidi Mastrovito photo credit Giovanni Terzi

A quali progetti stai lavorando?
Non vedo l’ora, durante questo inverno, di potermi concentrare sulla sola scrittura e di mettere, le une davanti alle altre, nuove parole, dato che non ho avuto molto tempo per questa pratica ultimamente. Il centro tematico sarà rivolto verso l’economia e il linguaggio, così come il rumore urbano. Prenderò parte ad una residenza presso il Goethe Institute di Minneapolis a marzo, dove presenterò un lavoro decisamente nuovo per me.

Potresti formulare un pensiero, un messaggio che introduca la tua performance al pubblico di Bergamo?
Sono in trepidante attesa per la performance che svilupperò, anche perché ho stabilito diversi punti di contatto con la città. Mi auguro che il mio lavoro possa trasferirsi al pubblico proprio come una costellazione composta da congiunzioni planetarie, grazie, però, ad un atto recitativo verbale.

– Ginevra Bria

Bergamo//16 Dicembre 2018, h.18.30
Hanne Lippard – SYZYGY
a cura di Claudia Santeroni
Chiesa San Giovanni XXIII, ASST Papa Giovanni XXIII
Piazza Organizzazione Mondiale della Sanità, 1
www.theblank.it

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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