Teresa Giannico – Archives of Empathy

Informazioni Evento

Luogo
VIASATERNA
via Giacomo Leopardi 32, Milano, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì, dalle ore 12 alle ore 19

Vernissage
12/04/2023

ore 18

Artisti
Teresa Giannico
Curatori
Giangavino Pazzola
Generi
arte contemporanea, personale
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Una personale dei collage digitali di Teresa Giannico (Bari, 1985).

Comunicato stampa

Viasaterna è lieta di annunciare l’apertura di Archives of Empathy, seconda mostra
personale di Teresa Giannico (Bari, 1985) ospitata negli spazi della galleria. Il progetto
espositivo si articola in 21 opere che celebrano il tema del rinnovamento delle emozioni
e degli stati d’animo nell’esperienza estetica, attraverso l’esplorazione percettiva di nuovi
immaginari.
Così come nella precedente esposizione intitolata Kaleidos (2019), anche in questo caso
Giannico attinge a due differenti gruppi di opere: i ritratti individuali e alcuni paesaggi,
prevalentemente di piccolo formato, provengono da You will return, you will return
(2022), mentre quelli di gruppo – o comunque ambientati – appartengono a un insieme
ideato all’inizio del 2023, e sono presentati al pubblico per la prima volta in questa
occasione.
Il rinnovamento in Archives of Empathy si manifesta prima di tutto dal punto di vista
narrativo. Gli sguardi delle giovani donne e uomini che abitano le nuove immagini
sembrano, infatti, oltrepassare la condizione di isolamento nella quale si trovano quelle
raffigurate sugli intensi fondali monocromi della prima produzione. Tali ambienti asettici
scompaiono a beneficio di scenografie maggiormente descritte e arricchite da una
palette dai toni più accesi, dove i soggetti ingaggiano una nuova relazione con lo spazio
e il tempo. In questi lavori i protagonisti ritrovano un’attenzione più empatica verso la collettività attraverso gesti di cura, abbracci, riferimenti alla maternità e pose più morbide.
Si aggiungono altri paesaggi e still-life a tema floreale e domestico che, oltre a conferire
un senso di equilibrio cromatico e ritmico all’intera mostra, continuano a suggerire una
dimensione sensoriale generativa.
Questa esposizione segna anche un ulteriore rinnovamento, o meglio una costante
progressione, anche dal punto di vista della pratica artistica. Se guardiamo alla sua
produzione in chiave comparativa, notiamo che con questo nuovo corpus di opere
Giannico prosegue una importante riflessione sulla cultura visiva odierna e sulle
implicazioni del ruolo delle immagini prelevate da internet. All’origine del processo
creativo dell’artista troviamo la volontà di collocarsi all’intersezione tra pittura, collage e
fotografia, ma anche la scelta programmatica di sperimentare nuove soluzioni formali.
L’artista parte, infatti, da un grande bacino di immagini amatoriali e non, da una raccolta
a-gerarchica – tanto imponente quanto coerente – di segni scaricati via web. In questo
modo, attraverso esplorazioni per parole chiave su motori di ricerca e algoritmi, Giannico
attinge all’enorme disponibilità di stimoli visivi già esistenti nel mondo e, dopo averli
stoccati nel suo archivio personale, li riusa con un approccio che potremmo definire
“ecologico”, così come già anticipato in passato da artisti come Penelope Umbrico,
Joachim Schmid, Erik Kessels e altri.
Gli esiti non provengono più dall’assemblaggio più o meno accurato di icone di oggetti
d’uso quotidiano che, frammento dopo frammento, vanno a comporre un diorama fatto
da centinaia di porzioni di fotografie, così come in Lay Out (2015) o in Ricerca8 (2018).
Nei nuovi lavori presentati in Archives of Empathy, l’artista traccia (è proprio il caso di
dirlo) sempre più liberamente dei gesti pittorici e, trascinando sulla tavoletta digitale delle
scaglie di colore e forma, dà vita a composizioni in cui significazione e realizzazione
dell’opera stessa evolvono di pari passo. In queste opere Giannico si stacca
dall’esigenza di rappresentare in maniera realistica ed impersonale una realtà di
ambienti per esplorare le possibilità emotive dell’opera attraverso la composizione
analitica di nuovi immaginari. Infine, lo scatto fotografico non è più l’ultimo passaggio
della creazione, che prende forma a partire da un foglio bianco sul quale vengono
posizionati frammenti di elementi o di colorazioni. L’immagine prende forma lentamente,
maturando a mano a mano, con un tempo lungo e meditativo dove l’inconscio dell’artista
lascia stratificare diversi livelli di lavorazione che stimolano quello dello spettatore a
trovare un punto di congiunzione nelle pennellate digitali.
Dal punto di vista percettivo, dunque, queste immagini generano un doppio equivoco,
lasciando da un lato spazio di interrogazione rispetto all’ambiguità del reale e alle sue
differenti possibilità di manipolazione, dall’altro, consentono di interrogarci eternamente
sulla responsabilità politica e sociale dell’immagine tecnologica. Una riflessione in corso
e che riguarda il ruolo dei linguaggi digitali nella cultura visiva odierna e la loro influenza
nei cambi di percezione del reale.
L’ARTISTA
Teresa Giannico (Bari, 1985, vive e lavora a Milano)
Laureata in Arti Figurative presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, si specializza in
Disegno e Pittura maturando un forte interesse per la scenografia e il teatro e
avvicinandosi a poco a poco alla fotografia. Nel 2012 si trasferisce a Milano e frequenta
il Master in Photography and Visual Design presso NABA (Nuova Accademia delle Belle
Arti) e lavora come assistente dei fotografi Paolo Ventura e Toni Thorimbert.
Dopo la partecipazione a Plat(t)form 2015 presso il Fotomuseum di Winterthur (Svizzera)
è chiamata ad esporre il suo lavoro in occasione di Fotopub Festival a Novo Mesto
(Slovenia) e Circulation(s) (Parigi, 2016). Nel 2015 è finalista al Premio Francesco Fabbri
con la serie di opere intitolata Lay Out e nel 2016 espone quest’ultima nella mostra
collettiva Sulla Nuova Fotografia Italiana (Viasaterna, Milano). Nel 2018 è selezionata tra
i fotografi di FUTURES, piattaforma per la fotografia curata da CAMERA e, oltre che nel
centro torinese, espone ad Unseen (Amsterdam).
È artista in residenza per il progetto Casino Palermo (Viasaterna, Palermo, 2018) e
successivamente partecipa all’omonima mostra collettiva negli spazi milanesi della
galleria (2018). Kaleidos è la sua prima mostra personale in Viasaterna, cui seguono le
mostre collettive presso Fundaciò Enric Miralles (Barcellona, 2019), Fotohof (Salisburgo,
2019), Photo Israel (Tel Aviv, 2019) ed è tra gli artisti selezionato al Premio Cairo
(Milano, 2019). Nel 2022 partecipa ad Artissima ed è vincitrice del Premio Vanni
#artistroom Price.
Archives of Empathy (2023) è la sua seconda mostra personale in Viasaterna.
IL CURATORE
Giangavino Pazzola (Sassari, 1981)
Consegue un Ph.D. in Urban and Cultural Studies, dal 2018 è associate curator a
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino. Dal 2023 è curatore della sezione
Fotografia e Immagini in Movimento a ArteFiera Bologna, ed è stato da poco nominato
project manager del nuovo festival di fotografia da Fondazione per la Cultura Torino. È
Visiting researcher alla University of Birmingham, ha pubblicato ricerche su riviste
accademiche internazionali e nazionali. Insegna Estetica allo IED di Torino.