Nella terra di Eliasson e Sigur Rós. Punta sull’Islanda il Reportage di Artribune Magazine

Reykjavík rende concrete le sue potenzialità anche valorizzando la scena artistica. Innanzitutto trasformando l’ex zona industriale del porto in un cultural hub, tra concept store, studi di artisti, club, hotel

Si avvicina l’Estate, ed i reportage di Artribune Magazine assumono quindi maggiore interesse, in chiave di suggerimenti per eventuali escursioni vacanziere. E siccome assieme all’Estate si avvicina il caldo, stavolta – nel numero in uscita per la Biennale di Venezia – la rubrica punta la bussola verso zone fresche: ovvero verso Reykjavík. Eravamo stati nella capitale islandese nel 2012 e la situazione era in pieno fermento: a distanza di cinque anni, le tendenze si sono consolidate e la Capitale ha reso attuali e concrete gran parte delle sue potenzialità. Dopo il boom economico, la crisi del 2008, lo scandalo dei Panama Papers, di cui l’Islanda è stato uno dei Paesi più interessati – come dichiarato dall’ICIJ, International Consortium of Investigative Journalists – e che ha portato alle dimissioni dell’ex premier Sigmundur Dávid Gunnlaugsson, l’Islanda cambia quindi pelle. E lo fa anche valorizzando la scena artistica.

HARPA, LA CONCERT HALL INAUGURATA NEL 2011

Come? Innanzitutto trasformando l’ex zona industriale del porto in un cultural hub, tra concept store, studi di artisti, club, hotel, sale di registrazione e la recente, significativa apertura della Marshall House. “Inaugurata lo scorso marzo, è una vecchia fabbrica di aringhe trasformata dallo studio Kurt og Pí architects in un polo postmoderno che ospita lo studio e la galleria dedicata a Olafur Eliasson, e due artist run space che hanno scritto la storia della scena artistica islandese: Kling and Bang e The Living Art Museum”. Ma dalle setsse vetrate dell’edificio che si affaccia sul mare si può vedere Harpa, la celebre concert hall inaugurata nel 2011 e progettata da Henning Larsen Architects  in collaborazione con Olafur Eliasson. Altri spunti? “Vi sono inoltre ottimi festival come Sequences e il Reykjavík Art Festival, dedicati alle arti visive e performative, appuntamenti annuali in cui diventa visibile la volontà di unire e contaminare vari linguaggi espressivi”. I protagonisti? Nomi molto noti a tutti, che però vi invitiamo a leggere sul Magazine: ormai manca poco, e lo troverete prima in giro per Venezia, poi nei punti di distribuzione abituali…

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Redazione

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