Il Comune di Milano assegna a un gestore le Palazzine Liberty. Quella dove c’era Macao sarà spazio culturale

Sarà la società immobiliare REDO SGR a recuperare lo spazio. Con una limitazione: la palazzina dove stava il collettivo dovrà restare un luogo per attività socio culturali. Tutta la storia

Si chiude con l’assegnazione del bando per valorizzazione e rifunzionalizzazione la storia travagliata del complesso immobiliare del Comune di Milano noto come ‘Palazzine Liberty’. Tra i sei edifici di Viale Molise, dal civico 62 al 70, uno (al civico 68) aveva ospitato per una decina d’anni il collettivo di precari dell’arte e dello spettacolo Macao: le numerose tensioni con il Comune e la pandemia avevano fatto chiudere l’esperienza con uno sfratto, e lo spazio era stato messo a bando senza successo. Ora a recuperarlo sarà la REDO SGR SpA, operatore attivo nella gestione di fondi immobiliari guidato da Fabio Carlozzo e già titolare di tutta l’enorme area retrostante dove dovrebbe nascere, in grande ritardo, il progetto immobiliare ARIA.

Le Palazzine Liberty di Milano

Parliamo di un complesso immobiliare di circa 12.990 mq nel quartiere Porta Vittoria/Calvairate (Municipio 4), parte del più ampio comparto del Macello pubblico realizzato alla fine degli Anni Trenta. Questi palazzetti fronte strada erano destinati a uffici, portineria e residenza della città annonaria, mentre i maestosi edifici del macello (tutt’ora esistenti) sono sul retro: ora saranno al centro di un intervento di recupero.

L’intervento è in continuità con i progetti che puntano a rendere l’ex Macello un quartiere con case a prezzi accessibili (il progetto ARIA appunto, sempre seguito da REDO) e il nuovo Campus dello IED. Sempre in questo quartiere ha già aperto il Parco 8 Marzo e ci sarà la Nuova Beic – Biblioteca europea di informazione e cultura in piena costruzione giusto di fronte.

La storia di Macao e le polemiche

Ma vediamo le polemiche. Macao aveva occupato lo spazio di viale Molise nel 2012 (dopo avere lasciato Torre Galfa) fino allo sgombero nel 2021. Quella di Macao è stata da loro definita come una lotta contro “la speculazione immobiliare, il caro affitti e i processi di gentrificazione e sfruttamento della produzione culturale” nel contesto del diritto alla città.

Dopo lo sfratto, lo spazio era rimasto conteso ma inutilizzato: le tensioni sono esplose allo scorso Salone del Mobile, quando Alcova (popolare organizzazione per il design tra fiera, mostra e piattaforma) aveva ottenuto tramite regolare bando la location per il Fuorisalone 2025. L’alzata di scudi – dovuta al collettivo al mancato supporto del Comune nei loro confronti e per la nuova veste commerciale ed esclusiva dello spazio – aveva spinto l’evento a spostarsi seppur di solo qualche metro.

Il nuovo destino delle Palazzine Liberty

L’offerta economica per le Palazzine è stata valutata il 24 novembre 2025: “Nelle prossime settimane, a valle di tutti i necessari controlli amministrativi, il Comune procederà con l’aggiudicazione definitiva“, fanno sapere da Palazzo Marino.

A fronte di un corrispettivo di circa 12,860 milioni di euro, le Palazzine saranno quindi concesse in diritto di superficie per 90 anni, riqualificate e destinate a funzioni urbane libere: il bando parla di uffici, retail commerciale, istruzione e formazione. Ci finiranno probabilmente ristoranti, studi di architettura, scuole e accademie private.

Il nuovo destino dello spazio ex Macao

Farà eccezione la numero 4, corrispondente proprio al civico 68. Questo spazio (con diritto di superficie ridotto a 6 anni) verrà riservato a “servizi di interesse pubblico e generale con finalità socio culturale e ricreativa mediante la gestione di un soggetto individuato attraverso una procedura ad evidenza pubblica“.

Per la Palazzina numero 4 i servizi da insediare prevedono, secondo il Comune, queste caratteristiche: “Produzione e fruizione culturale e creativa, di attività artistiche e di spettacolo; attività volte alla socialità e all’aggregazione, educative, formative, di animazione e intrattenimento; apertura a diversi target di utenza; compresenza di attività senza scopo di lucro, di solidarietà e di partecipazione attiva della cittadinanza, e commerciali quali, ad esempio, la ristorazione, il coworking, il commercio di prossimità; accessibilità alla cittadinanza senza obbligo di consumazione o pagamento di un biglietto, salvo che per specifici eventi o iniziative e/o per determinate fasce orarie, con apertura continuativa e sostenibile economicamente; progetti e attività promosse dal Comune di Milano a carattere temporaneo e aperte gratuitamente alla cittadinanza“. Non certo un ritorno alla cultura autogestita, ma uno spazio che dovrebbe essere più distante degli altri da logiche commerciali. Insomma, se i ragazzi dell’ex Macao hanno una genuina volontà di fare cultura in questi spazi che furono da loro occupati, ora possono costituirsi in associazione, partecipare all’evidenza pubblica che REDO sarà obbligata a pubblicare e spuntarla se avranno il progetto migliore.

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Redazione

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