Il Centro Pecci di prato ritrova la monumentale scultura di Mauro Staccioli. Tutta la storia

Un’epopea durata 15 anni, tra intoppi burocratici e brutte figure, si conclude nel migliore dei modi e rende merito all’opera che l’artista toscano realizzò appositamente per l’inaugurazione del Centro Pecci nel 1988. In corso anche una mostra per ricostruirne la vicenda

Da qualche settimana, Prato 88 è tornata al suo posto. Non una notizia di poco conto, considerando l’epopea vissuta negli ultimi anni dalla monumentale scultura che il maestro Mauro Staccioli (Volterra, 1937 – Milano, 2018) realizzò appositamente per l’inaugurazione del Centro Pecci di Prato nel 1988 (l’opera fu donata da Elda Franchi Pecci in ricordo di suo marito, Enrico Pecci, scomparso prima dell’apertura del museo). All’epoca, il polo museale che in quasi quarant’anni di attività ha attraversato alterne fortune nasceva per dare spazio all’arte contemporanea su intuizione di un gruppo di imprenditori e politici guidati dall’industriale Enrico Pecci, in un contesto di grande sperimentazione: il Centro Pecci fu infatti, in Italia, il primo edificio espressamente creato per ospitare mostre ed eventi di arte contemporanea. 

L’epopea di Prato 88. La scultura di Mauro Staccioli per il Centro Pecci di Prato

E dirimpetto alla grande struttura costruita ex novo alle porte della città, su progetto di Italo Gamberini, l’opera di Staccioli – un arco rovesciato in ferro e rivestimento di cemento, di 34 metri di lunghezza e 12 metri d’altezza, a eguagliare quella dell’edificio – veniva installata con l’idea di collegare il nuovo spazio al resto della città. Una committenza, dunque, strettamente intrecciata con la genesi del museo pratese, e forse per questo ingiustamente rinnegata quando, nel 2006, fu approvato il progetto di ampliamento del Centro Pecci, firmato dal compianto Maurice Nio (e ultimato solo nel 2016). Diventata nel frattempo simbolo della città, la Mezzaluna di Staccioli doveva essere ricollocata altrove: si propose, nel 2009, di allestirla al centro della rotonda della Questura, di fronte al museo; lo stesso Staccioli si impegnò per riadattare la scultura al nuovo contesto. Ma la seconda inaugurazione dell’opera, prevista in concomitanza con quella dell’ampliamento, sfuma nel nulla, per intoppi burocratici che vanificano i fondi stanziati per riallocarla. 

Prato 88 restituita al Centro Pecci e a Prato

Solo diversi anni dopo la sua scomparsa, l’artista toscano – morto all’inizio del 2018 all’età di 80 anni – riceve, dunque, il tributo che gli spettava dal Centro Pecci e dalla città di Prato.
Prato 88, dopo opportuni restauri, ora campeggia di nuovo nella piazza antistante il museo – inevitabilmente in rapporto inedito con lo spazio circostante, dati i cambiamenti del contesto originario, comunque a pochi metri dal sito precedente, mantenendo la sua funzione di “presenza che accoglie e saluta” chi attraversa viale della Repubblica – accolta nel parco di sculture che nel tempo si è venuto a costituire all’esterno dell’edificio. “Mauro aveva vissuto con grande apprensione lo smontaggio della struttura” spiega ora Andrea Liberando, direttore dell’Archivio Mauro Staccioli “La morfologia del parco dopo i lavori al Museo era cambiata e l’opera non poteva essere installata nello stesso punto. Dopo vari sopralluoghi Mauro individuò il punto esatto dove adesso è stata collocata, decidendo di ruotare la scultura“. Il nuovo orientamento, in diagonale rispetto all’ingresso del museo, è stato infatti definito attraverso un lavoro congiunto tra il Centro Pecci e l’Archivio Mauro Staccioli, nel rispetto delle intenzioni dell’artista. Di proprietà del Comune di Prato e dell’Associazione Centro Pecci, la scultura riacquista la sua centralità come punto di riferimento per la città, testimoniando “l’impegno preso dal Comune nel 2023 e ora portato a compimento con la sua ricollocazione”. Il Comune ha stanziato 220mila euro per i lavori di restauro e riposizionamento dell’opera, mentre alla Fondazione Cassa di Risparmio si devono i 19mila euro necessari per la progettazione. 

Il Centro Pecci di prato ritrova la monumentale scultura di Mauro Staccioli. Tutta la storia
Ripensare Prato 88, la mostra al Centro Pecci

La mostra su Mauro Staccioli e Prato 88 al Centro Pecci

E per festeggiare il ritorno dell’opera, fino al 6 gennaio 2026 il Centro Pecci ospita la mostra Ri-pensare la scultura di Mauro Staccioli, visibile al pubblico gratuitamente nella Sala Incontri e realizzata dall’Archivio Mauro Staccioli nell’ambito del progetto Rete del Contemporaneo in Toscana e arte ambientale diffusa.
L’esposizione ripercorre la genesi dell’opera, a partire dal pensiero che ha sempre guidato la creatività dell’artista toscano, per il quale “costruire un’idea è come costruire un edificio; penso lo spazio della sua realizzazione materiale come occasione di lettura e di ipotesi immaginative del contesto ambientale”.
La mostra propone bozzetti e disegni originali che riguardano la realizzazione di Prato 88 e richiamano interventi coevi di Staccioli nel Parco olimpico di Seul e per Documenta a Kassel, sempre nel 1988. Sono presenti inoltre sculture e disegni dell’artista che anticipano o seguono l’opera di Prato, per tracciare le linee principali della ricerca artistica di Staccioli, che parte da sculture appuntite in ferro verniciato o cemento e tubolari dei primi Anni Settanta, passando per le mezzelune disegnate o realizzate in cemento o acciaio corten nei primi Anni Novanta, per arrivare alle forme geometriche attraversabili in acciaio corten dell’inizio del nuovo millennio.

Livia Montagnoli

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