A Milano si nasconde una casa museo che compie 40 anni e inaugura la sua versione in 3D

Fondata ufficialmente nel 1985, la Fondazione Emilio Carlo Mangini – Museo Mangini Bonomi si è distinta nel panorama delle case museo milanesi per il suo carattere domestico e intimo. Non un museo di trofei o di fasti, ma un luogo in cui la memoria privata diventa anche racconto collettivo

È in Via dell’Ambrosiana 20 che si nasconde una casa preziosa che da quarant’anni è anche museo. Si tratta del Museo Mangini Bonomi e custodisce una collezione di migliaia di oggetti quotidiani che raccontano la vita di chi ci ha preceduti, tra utensili, ventagli, bastoni da passeggio, strumenti musicali, abiti, giocattoli, casseforti e carillons provenienti da epoche diverse, dal Trecento agli Anni Ottanta, tra l’Italia e la Francia. Oggetti comuni sì, ma unici, raccolti da Emilio Carlo Mangini (Milano, 1912 – Albenga, 2003) e dal figlio Giuseppe (Milano, 1945 – 1988), che nel 1978 acquistarono questa dimora di origini medievali per trasformarla in una fondazione dedicata alla cultura materiale.

A Milano si nasconde una casa museo che compie 40 anni e inaugura la sua versione in 3D
Museo Mangini Bonomi, Milano

La storia del Museo Mangini Bonomi a Milano

Fondata ufficialmente nel 1985, la Fondazione Emilio Carlo Mangini – Museo Mangini Bonomi si è distinta nel panorama delle case museo milanesi per il suo carattere domestico e intimo. Non un museo di trofei o di fasti, ma un luogo in cui la memoria privata diventa anche racconto collettivo. “La storia vera si legge nelle cose semplici”, infatti diceva spesso Mangini, convinto che la vita si potesse comprendere anche attraverso le forme e le tracce lasciate dagli oggetti d’uso. Il palazzo, documentato fin dal 1418, si sviluppa su sei piani: tra sotterranei, cortili e salotti. E le stanze ospitano oltre 3.700 reperti suddivisi in quaranta sezioni tematiche, dalla femminilità alla spiritualità, dal tempo libero al lavoro, dalla musica alla scienza.

I quarant’anni del Museo Mangini Bonomi

Oggi, nel suo quarantennale, il Museo Mangini Bonomi apre un nuovo capitolo della propria storia. Grazie alla collaborazione con Smart Factory, la casa museo si rinnova con ArtPlace 3D, un progetto che unisce patrimonio e tecnologia per rendere la collezione accessibile anche a distanza. L’occasione è data dal bando Innovacultura 2024 promosso da Regione Lombardia, che porta la visita museale oltre i confini fisici: attraverso un’applicazione dedicata, è ora possibile esplorare gli ambienti in 3D, muovendosi virtualmente tra le stanze, i piani e le vetrine del museo. Schede interattive, QR code e percorsi tematici consentono di approfondire le storie legate a ogni oggetto, connettendo epoche e funzioni.

Un’esperienza del tutto nuova al Museo Mangini Bonomi

Così, chi visita fisicamente il museo può seguire uno dei quattro percorsi guidati, arricchiti da contenuti multimediali e audioguide; chi è lontano, invece, può percorrere gli stessi itinerari virtualmente, ascoltando narrazioni e scoprendo curiosità.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995) è laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Oltre a svolgere attività di curatela indipendente in Italia e all'estero, dal 2018 lavora come…

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