Gli artisti raccontano i loro libri preferiti in un nuovo ciclo di incontri a Firenze
Il ciclo di incontri con gli artisti " the book is on the table”, nello spazio Recreos a Firenze, diventa l’occasione per sfogliare i libri delle loro collezioni e per riflettere sulla carta stampata, oggetto di desiderio e medium relazionale. Lo raccontano gli ideatori: Marco Mazzoni e Stefano Giuri, di mazoopub e aosta publishing
Alla base del percorso di ciascun artista, l’esperienza reale si fonde spesso con una costante e proficua coltura del proprio immaginario, attraverso relazioni personali e conoscenze tecniche. L’accumulo di oggetti, siano essi artistici o memorabilia, è un’azione propedeutica alla coesione del rapporto realtà-sogno perché stimolano il ricordo e divengono “detonatori” di idee.
Esiste, sopra ogni manufatto, un oggetto perfetto per soddisfare il desiderio accumulatore e la sete d’esperienze tipici di ciascun individuo, incluse le personalità artistiche: il libro.
I libri come oggetti e medium relazionale al centro del ciclo di incontri da Recreos a Firenze
Il libro è uno di quei oggetti che trascendono la loro funzione senza mai smettere di mantenerla, una sorta di “tecnologia eterna” (per usare le parole di Umberto Eco) capace di raggiungere un grado di intimità con l’arte e gli artisti molto più profonda di altri mezzi, proprio per questa sua costante fedeltà formale. Da queste premesse, risulterà più efficace cogliere il grande impatto della proposta the book is on the table, un ciclo di incontri in cui gli artisti condividono i libri più significativi delle loro collezioni personali. Organizzato da aosta publishing e mazoopub, due progetti editoriali in simbiosi per medesime finalità divulgative, the book is on the table, porta con sé una chiara attenzione alle dinamiche estetiche più recenti, sulla base di quei processi ben espressi da Nicolas Bourriaud in Postproduction (2004), dove l’atto creativo si esercita su opere già realizzate. Nel caso specifico, l’esperienza estetica, sotto forma di incontro tra l’artista e il pubblico, avviene per mezzo di un campionario di oggetto-libro, a tutti gli effetti inneschi efficaci di una relazionalità al pari di un oggetto-opera. Abbiamo scambiato due parole con Marco Mazzoni e Stefano Giuri, voci rappresentative di mazoopub e aosta publishing.

Intervista a Marco Mazzoni e Stefano Giuri, di mazoopub e aosta publishing, ideatori del progetto che a Firenze unisce libri e artisti
Come nasce questo progetto e come mai la scelta del libro per presentare gli artisti coinvolti?
Marco: Il progetto fa parte di half n’ half, un percorso di condivisione dello spazio di via Palazzuolo 87r a Firenze, città dove viviamo. Lo spazio era inserito nell’ambito di Recreos della Fondazione CR Firenze, e devo dire che con Stefano e Cecilia (Stefano Giuri e Cecilia Cirillo di aosta publishing, n.d.r.) ci siamo trovati subito in sintonia, anche in un luogo contenuto come questo. The book is on the table è nato da un interesse condiviso per i libri. La prima selezione degli invitati è avvenuta in modo spontaneo, attraverso relazioni già esistenti, coinvolgendo amici di cui conoscevamo le collezioni. Il progetto è stato concepito con un approccio naturale, accessibile e immediato, pensato per facilitare la fruizione e instaurare un contatto diretto con chi partecipa, osserva o semplicemente condivide l’esperienza.
Stefano: C’è comunque anche una cura, un metodo flessibile che si adatta in base all’ospite: nell’incontro di oggi con Gianni Pettena (2 ottobre 2025, n.d.r.) la selezione dei libri è stata “condotta” insieme all’artista. In questo caso non si è trattato soltanto di una scelta curatoriale, ma di un vero gesto di apertura: molti dei volumi esposti richiedono attenzione e delicatezza, eppure Pettena ha voluto che potessero essere sfogliati liberamente, permettendo al pubblico di entrare in contatto diretto con il libro e con la sua dimensione fisica. Il progetto pone proprio l’accento su questa esperienza di fruizione, che restituisce al libro il suo ruolo di spazio condiviso.
Marco: Nel primo incontro con Jacopo Benassi (11 settembre 2025) abbiamo esposto sottovetro tre dei sei volumi che ci aveva dato, non tanto per il loro valore economico — sebbene uno in particolare avesse una valutazione da capogiro — quanto per la loro fragilità. Con il tempo, infatti, carta e rilegatura diventano materiali delicati, e il vetro serve soprattutto a tutelarli.
Alla base del progetto oltre alla condivisione del contenuto di libri “strepitosi”, c’è la materia stessa del libro e la sua dimensione fisica: il gesto di sfogliarlo, il contatto con la carta, la scoperta del suo contenuto. Anche i volumi protetti vengono, a intervalli regolari, sfogliati da noi con attenzione per condividerne le pagine e le storie. I libri poi, possono trasformarsi in scenari di narrazione, andando oltre le pagine per rivelare anche una dimensione più intima — quella che lega il collezionista al proprio oggetto-libro. Ogni volume, raro o contemporaneo che sia, diventa così un ritratto di chi lo presta, lasciando emergere gusti, tracce e sensibilità che raccontano qualcosa della persona che lo ha scelto.
È un punto di vista molto interessante, perché mette l’artista come mediatore tra due mondi, quello della narrazione stampata e quello della narrazione personale, in una sorta di “Concretismo” della parola. Osservando la vostra produzione editoriale, come vi siete ritrovati nelle vostre rispettive ricerche?
Stefano: Personalmente mi piace considerare la stampa come campo di ricerca o come un possibile spazio architettonico. Con Cecilia abbiamo fin da subito considerato Aosta come uno spazio di riflessione e dialogo sulle possibilità della carta stampata. In questi cinque anni, a partire dalla prima pubblicazione — Dexter di Giacomo Montanelli — in cui era nata l’idea di trasferire lo spazio espositivo di Toast Project Space sulla carta, abbiamo variato formati e target, realizzato cataloghi e progetti occasionali, ma sempre concependo il libro come uno spazio architettonico. (Toast Project Space è un artist-run space creato nel 2019 da Stefano Giuri nell’ex portineria della Manifattura Tabacchi di Firenze, n.d.r.)
Marco: Considero le produzioni editoriali di mazoopub come vere e proprie opere, un’estensione della mia ricerca artistica in forma cartacea. Da sempre sono interessato all’estetica low-fi, ho trovato nella fanzine il formato ideale: diretto, sperimentale e libero, capace di restituire l’energia del gesto che più mi appartiene — fisico e visivo, dove il pensiero prende forma attraverso il fare. Nel tempo ho sperimentato diverse modalità, dal rapporto seriale a indagini sui generi, per intrecciare ricerca e artigianalità. Per questo, pur nascendo da considerazioni molto più personali, mazoopub ha trovato fin da subito un dialogo naturale con aosta publishing, condividendo l’interesse per le collaborazioni e per la realizzazione di progetti editoriali su misura.
Stefano: Sì, siamo sempre in dialogo con l’artista, pur cercando di mantenere una nostra cifra. Non vogliamo essere descrittivi, ma piuttosto fedeli al percorso dell’altro.
In questo progetto condiviso con half n’ half, ad esempio, lo spazio è gestito in modo minimale per dare il massimo rilievo all’interazione. Anche il tavolo su cui vengono disposti i libri da sfogliare è pensato come una sorta di mensa: un luogo di incontro aperto a tutti, all’artista come al pubblico.
Dunque c’è un approccio molto intimo con il pubblico. Il libro allora può essere visto anche come un oggetto di culto o addirittura con connotazioni parafiliache: c’è una sorta di feticismo negli artisti verso i libri?
Marco: bhè, dipende! Tornando a Gianni Pettena, il suo rapporto con il libro sembra essere molto più “cordiale”, non ha un’adorazione per l’oggetto, ma certamente è affezionato al ricordo che suscita. Ci saranno altri autori che forse mostreranno un attaccamento più “fisico” verso il libro, come giusto che sia nell’ambito del proprio operato!
Quali sono i prossimi appuntamenti in programma?
Stefano: Dopo il primo appuntamento con Jacopo Benassi e Gianni Pettena e il secondo con Marco Mazzoni, il 13 novembre sarà la volta di Giuseppe Di Mattia e concluderemo il 27 novembre con Cecilia Cirillo & Stefano Giuri, sempre a partire dalle ore 19. Ci auguriamo di ricevere lo stesso affetto e la stessa accoglienza dei primi incontri!
Luca Sposato
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