A Roma ha aperto una galleria d’arte dedicata ai talenti femminili. Intervista alla fondatrice
Ha aperto le sue porte al pubblico lo scorso 6 marzo Galleria Zema, la nuova realtà espositiva nata nella Capitale per promuovere e valorizzare le artiste donne. Volevamo saperne di più e abbiamo fatto qualche domanda alla fondatrice Emanuela Zamparelli
Strada emblematica del Rinascimento a Roma, Via Giulia continua a essere un’arteria importante dal punto di vista culturale e artistico vista la presenza di gallerie d’arte che la abitano.
A unirsi a Galleria Eugenia Delfini e Deodato Arte, infatti, è Galleria Zema, una nuova realtà espositiva nata per volontà di Emanuela Zamparelli lo scorso 6 marzo 2025 e votata alla valorizzazione e promozione dei talenti (fotografici) femminili, nazionali e internazionali.
Accomunate da uno sguardo autonomo, critico e consapevole sul presente, le fotografe che la galleria ha presentato in questi primi mesi sono Daria Addabbo, Luisa Dorr, Kiana Hayer, Daniela Cavallo e, in ultimo, Juliette Wayenberg con la mostra Grete (Wykofer), a cura di Bianca Ceriani e visibile sino al 15 novembre. Volevamo saperne di più, e abbiamo deciso di fare qualche domanda alla gallerista Emanuela Zamparelli.
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Intervista a Emanuela Zamparelli, fondatrice di Galleria Zema a Roma
Quando nasce Galleria Zema e quali sono gli obiettivi che si pone nel panorama contemporaneo?
Galleria Zema nasce il 6 marzo 2025, in occasione dell’arrivo del week end dell’8 marzo, perché la galleria intende porre un’attenzione particolare ai talenti femminili.
Attualmente, la linea curatoriale della galleria si focalizza principalmente sul linguaggio fotografico, come si evince dal programma espositivo (che sta volgendo al termine).
C’è un motivo particolare per l’indagine sul linguaggio fotografico?
Non c’è un motivo preciso no, diciamo che è una delle arti visive che sento più vicina, sebbene non sia una vera esperta.
Ci spieghi meglio…
Sono un’ex imprenditrice e psicoterapeuta, la scelta di aprire una galleria è nata principalmente perché volevo dedicare il mio tempo a un progetto che potesse essere gratificante, tanto per me quanto per le artiste che intendo valorizzare.

Galleria Zema a Roma: le mostre del primo anno
La galleria ha aperto le sue porte al pubblico con la mostra “Photographers’ gazes on the world”, un progetto che tratta di alcune tematiche urgenti del nostro tempo…
Sì, seppur nella loro diversità di ricerca e scatto, i progetti delle artiste Daria Addabbo, Luisa Dorr e Kiana Hayer convergevano su tematiche centrali dell’era contemporanea. Rispettivamente avevano posto l’attenzione sulla crisi climatica (con immagini che testimoniano la grave siccità in California); la risignificazione delle tradizioni culturali attraverso nuove pratiche femministe e, infine, l’oppressione e la violenza sistemica verso le donne.
La mostra vede anche la co-curatela di Alessia Locatelli, direttrice della Biennale della Fotografia Femminile a Mantova.
Sì, infatti le artiste hanno partecipato anche alla rassegna ed ero felice di inaugurare la galleria con i loro progetti.
Le mostre successive hanno visto protagoniste Daniela Cavallo e Juliette Wayenberg.
Daniela Cavallo ha aperto la seconda mostra del programma espositivo con Colors, concentrandosi sul nuovo processo creativo che si contraddistingue da una stratificazione di linguaggi ed espressioni artistiche.
Mentre con Juliette Wayenberg si approda in una rimodulazione della memoria, poiché l’artista va a rielaborare fotografie d’archivio attraverso la tecnica della cianotipia.

Il futuro di Galleria Zema a Roma
Come si proietta nel futuro Galleria Zema?
Per questo primo anno continueremo ad avere una ricerca curatoriale incentrata sulla fotografia contemporanea, coinvolgendo artiste nazionali e internazionali. In futuro non si escludono progetti d’arte contemporanea – in senso più ampio – ma ancora non è detto. Vedremo.
Valentina Muzi
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