Dentro una scuola di Londra aprirà un nuovo museo dedicato al brutalismo. Il primo al mondo

Il museo, in apertura nel 2027, sorgerà all'interno della Acland Burghley School, spazio brutalista per eccellenza che punta a recuperare un'identità comunitaria accogliendo spettacoli e iniziative culturali

Tuffnell Park, Londra, Anni Sessanta. Gli architetti Bill Howell, John Killick, John Partridge e Stan Amis progettano e realizzano, nel mezzo di un quartiere residenziale vittoriano, un palazzo composto da tre volumi di cemento che è un perfetto esempio di brutalismo postbellico: la Acland Burghley School. Una scuola dall’aspetto audace e dall’impatto (anche sociale) forte, che come molte strutture pubbliche, e non solo in Inghilterra, ha accumulato negli anni tutta una serie di problematiche legate al restauro degli ambienti e alla sua coerenza con gli interni. Dopo un progetto di ristrutturazione di Tuckey Design Studio – che lo scorso maggio ha introdotto una nuova biblioteca, aule e strutture didattiche in linea con il Camden London Borough Council – ora arriva un nuovo finanziamento e un piano di recupero ambizioso. Finalizzato sì alla riabilitazione finale dell’edificio di interesse storico di Grado II, ma anche a ospitare un nuovo progetto culturale: il primo museo del mondo dedicato al brutalismo.

photo acland burghley school Dentro una scuola di Londra aprirà un nuovo museo dedicato al brutalismo. Il primo al mondo
Photo via Acland Burghley School

Il primo museo del brutalismo

Omaggiando lo stile architettonico emerso proprio nel Regno Unito negli Anni Cinquanta, e che associava a una costruzione minimalista e geometrica dei nudi e monocromatici materiali da costruzione, la Lotteria Nazionale inglese ha quindi annunciato un finanziamento di 1,16 milioni di sterline per restaurare (all’interno del progetto Hall for All) l’aula magna della Acland Burghley School. Questa, collegata tramite passaggio pedonale coperto alle aule, sarà trasformata in uno spazio dedicato a eventi comunitari, spettacoli e appuntamenti culturali, con mostre permanenti e un archivio digitale.

L’intervento, affidato allo studio locale Reed Watts Architects, andrà quindi a sanare le cattive condizioni della sala, un grande ambiente dalla pianta esagonale e il soffitto in legno che ospita un auditorium a doppia facciata (già sede dell’Orchestra of the Age of Enlightenment), e della sua hall, che ospiterà materialmente il museo.

Acland Burghley School. Courtesy of Reed Watts
Acland Burghley School. Courtesy of Reed Watts

La scuola brutalista e il suo ruolo nel quartiere

Con un palco moderno, 300 posti a sedere, un sistema di ventilazione interrato e nuove strutture di accoglienza, la nuova aula magna vuole porsi come uno strumento di convivenza e dialogo, e non solo uno spazio prettamente museale. Come ricordato dal preside dell’istituto, Nicholas John, “non si tratta solo di ristrutturare un edificio. Per i nostri vicini, spazi sicuri e accessibili come questa sala possono essere un’ancora di salvezza”. Nello specifico, ha aggiunto, la nuova sala offrirà ai giovani, alle famiglie e ai gruppi della comunità un luogo in cui incontrarsi e imparare”. Anche per questo la scelta è ricaduta su Reed Watts, che dal 2020 collabora con la scuola e che, sempre a Camden, ha ristrutturato con lo studio Allies & Morrison la famosa sala concerti Roundhouse.

Render. Courtesy of Reed Watts
Render. Courtesy of Reed Watts

Uno spazio per la comunità

I contorni del progetto delineano quindi un esplicito omaggio all’idea originale di Howell, Killick, Partridge & Amis che, al suo completamento nel 1968, abbracciava metodi di costruzione moderni, rifiutando forme e gerarchie tradizionali. Ancora di più nell’aula magna, concepita come punto focale per la vita scolastica e per la comunità in generale: qui sarebbero state ospitate tanto le lezioni scolastiche quanto gli incontri sportivi e gli spettacoli teatrali. Un progetto venuto meno con il passare del tempo – anche a causa di modifiche che hanno compromesso l’integrità degli spazi e la loro fruibilità – ma che tornerà al centro degli interventi dei prossimi mesi, con l’inizio dei lavori fissato al prossimo aprile e l’apertura al 2027. Riportando uno spazio unico al suo “originale splendore brutalista”.

Giulia Giaume

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più