È morta la leggendaria gallerista Hélène de Franchis. Una vita per l’arte con la sua galleria Studio La Città di Verona
La gallerista veronese scompare all’età di 82 anni, dopo oltre cinquant’anni di appassionata attività per promuovere l’arte contemporanea, con rigore e spirito cosmopolita. Ponte tra l’Italia e l’estero, sostenitrice delle sperimentazioni artistiche e grande conoscitrice del sistema dell’arte, ha influenzato generazioni di galleristi, curatori e artisti

Ha vissuto oltre mezzo secolo di mostre, fiere, incontri con gli artisti dalla prospettiva privilegiata della sua galleria veronese, Hélène de Franchis, che scompare all’età di 82 anni nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2025.
Hélène de Franchis: una vita nell’arte
Classe 1943, nata a Verona ma napoletana di origine, la gallerista diede il via al progetto Studio La Città nel 1969 (all’epoca semplicemente Galleria La Città), facendosi fautrice del fermento artistico di quegli anni, e poi continuando a sperimentare sempre proiettata verso il futuro, con una visione lucida e appassionata.
Nel 2019, festeggiando i 50 anni della sua galleria, si raccontava in un’intervista ad Artribune, ripercorrendo una vita intera dedicata all’arte. Il lavoro con gli artisti inglesi – David Leverett, Richard Smith, John Hoyland – degli Anni Settanta e una finestra aperta su quanto stava succedendo all’estero in tempi non sospetti; l’intensità degli scambi, alimentati da una stima reciproca, con le grandi personalità dell’arte italiana e internazionale di allora e di oggi, da Gabriele Basilico, Ettore Spalletti e Lawrence Carroll, a Jacob Hashimoto, Herbert Hamak, Luigi Carboni, Stuart Arends, Emil Lukas; l’incontro folgorante con Lucio Fontana, prima di aprire la galleria, negli anni romani: “Rimasi affascinata dalle tele bucate, tagliate… Dico sempre che è colpa sua se mi sono occupata e mi occupo tuttora di arte”, diceva (l’omaggio all’artista arrivò nel 1973, quando “finalmente riuscii a fare la mostra con la quale avrei voluto aprire la galleria: una personale di Lucio Fontana”).
Nel 2022, la galleria Piero Atchugarry di Miami omaggiava questa lunga storia con la collettiva 50 Years, a Day. Studio la Città, a Story, riunendo le opere di molti degli artisti gravitati intorno a Hélène de Franchis: oltre ai già citati, Pier Paolo Calzolari, Vincenzo Castella, Lynn Davis, Alberto Garutti, Herbert Hamak, Igino Legnaghi, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, David Simpson.

La storia della galleria Studio La Città a Verona
Lo spessore dei nomi testimonia solo in parte la centralità nel sistema dell’arte italiano e internazionale della gallerista veronese, che ha sempre tenuto fede alla sua libertà intellettuale – “entusiasmo, fatica, curiosità” le tre parole scelte da lei per descrivere un’attività tanto longeva, ma predisposta all’evoluzione continua – preoccupandosi al contempo di orientare il mercato. Celebre, nel 1973, la mostra collettiva Iononrappresentonullaiodipingo, che lanciò, con protagonisti come Carlo Battaglia, Rodolfo Aricò, Giorgio Griffa, Claudio Verna, la cosiddetta Pittura Analitica. Da subito, la galleria presenzia alle principali fiere internazionali, dove ha modo di presentare gli artisti italiani contemporanei: Dusseldorf nel 1973, poi Art Basel nel 1974, Bologna nel 1975 e Colonia, Parigi, Madrid. Negli Anni ’80 e ’90, invece, Studio La Città diviene punto di riferimento per il minimalismo, la fotografia concettuale e le pratiche artistiche transmediali. Al 1989 risale il trasloco della galleria in un ex spazio industriale riconvertito alla periferia della città, e l’avvio di un lavoro più intenso con giovani artisti, con allestimenti più audaci e l’opportunità di accogliere installazioni di grande respiro, oltre a decine di iniziative e progetti speciali. Del 2007 è l’apertura della nuova sede di Lungadige Galtarossa, anch’essa contraddistinta da ampi spazi. Nel 2012, la gallerista sceglie di interrompere la partecipazione alle fiere, contestandone l’orientamento sempre più rivolto al mercato a scapito dell’innovazione e della qualità.

Addio a Hélène de Franchis. Il ricordo della gallerista
Tra i primi a ricordarla, il sindaco di Verona Damiano Tommasi sottolinea il valore di Hélène de Franchis nel panorama culturale della città: “La sua galleria è stata un punto di riferimento per chi amava l’arte contemporanea, sapendo che lì era possibile esplorare linguaggi e intuizioni nuove. Studio La Città ha rappresentato negli anni uno spazio costantemente animato da un vivacissimo confronto di proposte culturali innovative, di idee originali e di spirito critico. Hélène de Franchis è stata una professionista di grandissimo livello, generosa e di straordinaria vitalità intellettuale”. Gli fa eco il presidente di ArtiVer (rete comunale per l’arte contemporanea di cui de Franchis è stata cofondatrice), Alberto Battaggia: “Ricordiamo Hélène de Franchis, figura imprescindibile nel panorama dell’arte contemporanea italiana e internazionale, che ha portato nel cuore della nostra città artisti e visioni provenienti da ogni parte del mondo. Dotata di uno sguardo sempre aperto, rigoroso e visionario, attentissimo alla valorizzazione di giovani artisti, Hélène ha costruito, in oltre 55 anni di attività continuativa, uno spazio espositivo e culturale che ha educato generazioni di visitatori al linguaggio dell’arte più viva e attuale.Fin dagli inizi, Galleria La Città ha proposto artisti italiani di valore assoluto come Lucio Fontana, Piero Dorazio, Mario Schifano, Gianni Colombo, affiancati a talenti internazionali come Sol LeWitt, Richard Tuttle, Robert Mangold, spaziando dal minimalismo, all’arte povera, all’arte concettuale. Donna colta, elegante, dotata di una indomabile curiosità intellettuale e di un formidabile talento professionale, Hélène de Franchis ha ispirato galleristi, curatori, artisti e cittadini coniugando eleganza e determinazione, intuizione e metodo, mantenendo sempre viva la tensione verso la qualità e l’originalità”. Mentre per l’Accademia di Belle Arti di Verona: “Hélène de Franchis è stata molto più di una stimata professionista: è stata un’amica generosa, una compagna di strada appassionata e sempre attenta alla crescita culturale e formativa delle nuove generazioni di artisti. Con Studio La Città ha saputo offrire all’Accademia occasioni di incontro e confronto che hanno arricchito il percorso di tanti nostri studenti e docenti. La sua presenza, la sua intelligenza critica e la sua dedizione all’arte rimarranno per noi un esempio prezioso”.
Livia Montagnoli
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