Italia e Tunisia. Al Museo del Bardo una mostra fotografica su una storica vicinanza culturale
La mostra si sviluppa in quattro sezioni, ognuna affidata allo sguardo e all’interpretazione di un fotografo di fama internazionale che ha esplorato un aspetto specifico della presenza culturale italiana in Tunisia

Non si tratta soltanto di interferenze linguistiche ma di un’influenza reciproca che ha radici nella storia e che oggi si riflette nei tessuti urbani, nelle relazioni economiche, nelle forme dell’abitare e nel paesaggio umano. Questo è il rapporto tra Italia e Tunisia, raccontato dalla mostra Daccourdou. Aspetti e forme della presenza culturale italiana in Tunisia. Un racconto fotografico, fino al 25 luglio 2025 al Museo Nazionale del Bardo (il più antico del mondo arabo e di tutta l’Africa), con le opere di quattro fotografi di rilevanza internazionale selezionati dal curatore Filippo Maggia.
La mostra “Daccourdou. Aspetti e forme della presenza culturale italiana in Tunisia. Un racconto fotografico”
Il titolo dell’esposizione – promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Tunisia e l’Institut National du Patrimoine – Daccourdou [dak.kurˈdu] è un prestito linguistico emblematico. Derivato dall’italiano ‘d’accordo’, questo termine, entrato stabilmente nell’arabo tunisino colloquiale, è solo uno dei tanti lasciti lessicali italiani nella lingua parlata in Tunisia, come, per esempio, fishta, viranda e kujina. Quattro sono le sezioni, ognuna affidata allo sguardo e all’interpretazione di Claudio Gobbi, Tommaso Fiscaletti, Giovanna Silva e Souad Mani. Gli artisti hanno esplorato un aspetto specifico della presenza culturale italiana in Tunisia, costruendo un mosaico visivo che va ben oltre la mera documentazione, per interrogare, evocare e raccontare.

Il percorso espositivo al Museo Nazionale del Bardo di Tunisi
In mostra Gobbi si concentra sulle missioni archeologiche italo-tunisine e sui siti archeologici, dando voce a una collaborazione che dura da oltre sessant’anni e che rappresenta uno dei pilastri della diplomazia culturale mediterranea. Tommaso Fiscaletti si addentra, invece, nell’architettura: ville, scuole, edifici pubblici progettati da architetti italiani a Tunisi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, veri e propri capitoli urbani della storia italo-tunisina. Mentre Giovanna Silva esplora la dimensione economica e sociale delle relazioni tra i due Paesi, attraverso ritratti di individui e famiglie che vivono fra due mondi. Souad Mani, infine, si confronta con la memoria storica della comunità italiana in Tunisia nella prima metà del Novecento, restituendo voci e tracce di una presenza che ha lasciato solchi profondi nell’identità nazionale tunisina.
La mostra nelle parole del curatore Filippo Maggia
“Questa esposizione non è una semplice presentazione di immagini di autori che hanno, per vie diverse e con differenti sguardi, raccontato la presenza italiana in Tunisia, quanto il risultato di incarichi affidati ad artisti che, per loro specifiche peculiarità e modalità espressive, sono stati invitati a interpretare luoghi, eredità culturali e architettoniche, relazioni e memorie di intere comunità, collaborazioni in atto fra associazioni e aziende italiane e tunisine. Ognuno dei quattro artisti ha sviluppato una ricerca frutto di studio e, in alcuni casi, di sopralluoghi utili a costruire un impianto visuale che in ultimo vuole essere un’interpretazione artistica, ben oltre dunque la mera riproduzione fotografica. Fatta eccezione per l’artista multimediale Souad Mani, residente a Sousse, città nella quale ha sviluppato la propria indagine con oggetto il quartiere di Capace, abitato da italiani arrivati dalla Sicilia sulla costa tunisina prima della colonizzazione francese, Giovanna Silva, Claudio Gobbi e Tommaso Fiscaletti hanno investito almeno una decina di giorni, sino a oltre due settimane, per dar forma a quanto elaborato prima della partenza sulla base di contatti e studi inerenti ai loro mandati”, spiega Maggia nell’introduzione del catalogo pubblicato da Silvana Editoriale.
Caterina Angelucci
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