Biodiversità nel mondo nella mostra di Michele Guido a Milano

Biodiversità, natura, spazio e architettura nella mostra dell'artista MIchele Guido da Settantaventidue a Milano

Il luogo: l’Orto Botanico di Palermo, oasi naturalistica dal vasto repertorio di piante esotiche posta all’interno del tessuto edilizio urbano, in un rapporto quasi simbiotico. Tra esse spiccano per singolarità gli alberi secolari della varietà Ceiba Speciosa, i cui fusti sono ricoperti di potenti spine di forma conica.
L’artista: Michele Guido (Aradeo, Lecce, 1976), immerso nel 2007 nella ricca vegetazione dell’Orto per fare delle riprese, scopre la Ceiba e decide di studiarla. Ritrova la stessa tipologia arborea osservata a Palermo in area centro-americana, in occasione di un viaggio compiuto nel 2017 in Messico per una sua personale. Mette a confronto la composizione micro architettonica della Ceiba con le imponenti piramidi che punteggiano gli immensi spazi che furono teatro delle civiltà preispaniche. In particolare, coglie le affinità strutturali che legano le spine dell’albero – sacro nella cosmologia Maya – alla piramide circolare de La Iguana, costruzione appartenente al sito Guachimontones, non lontano da Guadalajara, costituita da gradinate concentriche che alludono ai cicli stagionali e ai tempi delle attività legate alla terra, e quindi alla vita.

Le leggi della geometria nella mostra di Michele Guido a Milano

Natura e architettura appaiono dunque regolate da leggi armoniche affini, che aprono nuovi scenari all’artista, attento fin dai primi anni 2000 alla morfogenesi di tronchi, foglie, fiori, bacche, semi e altre forme organiche legate alla successione numerica di Fibonacci o alla sezione aurea, nonché al loro offrirsi come esempi cui i linguaggi delle culture locali, più o meno scientemente, si ispirano per dare forma alle proprie espressioni architettoniche. Guido, studi a Brera e alcuni anni di formazione vissuti presso la Casa degli Artisti – grazie alla residenza presso lo studio Hidetoshi Nagasawa, e alla frequentazione del maestro stesso –, giunge ai primi garden project tra il 2006 e il 2008. Partendo dal dato naturalistico, perviene così all’elaborazione dei primi estrusi architettonici portati poi a pieno compimento a partire dal 2012.

Le opere di Michele Guido

Tali progetti nascono tanto dall’analisi di aspetti strutturali di edifici emblematici – a esempio, nell’opera dedicata al Vignola (studio per villa farnese caprarola garden project 1530/2015) Guido dimostra come la creazione della fortezza barocca a cinque punte sia riconducibile al disegno di un gelsomino – quanto dallo studio delle relazioni che si sviluppano dalla geometria delle piante, che, espandendosi nello spazio secondo le leggi della fillotassi, interagiscono sia con altri organismi viventi che con materiali inerti, istituendo equilibri ecosistemici. “Sviluppare relazioni fra le cose significa scatenare processi di biodiversità che l’architettura dovrebbe creare”, afferma l’artista.

La mostra di Michele Guido da Settantaventidue a Milano

Presso lo spazio Settantaventidue a Milano, nella personale bostrico project (2023), Guido affronta un tema legato all’importanza della biodiversità, ovvero quello della devastazione causata da un coleottero, il bostrico tipografo, che, libero di agire in assenza di varietà botaniche e di acqua, e in regime di surriscaldamento, affligge i faggi scavando profonde gallerie sotto corteccia e provocando la morte delle piante stesse. Guido presenta qui due tipi di frottage a grafite eseguiti sui tronchi di sei alberi un tempo esistenti al Parco del Valentino a Torino: nel primo ricalca l’interno della corteccia incisa da lacerazioni profonde, nel secondo rileva, su tutta la circonferenza del tronco, le tracce che gli insetti hanno lasciato. Su lastra fotografica di vetro, serigrafata con il colore della cenere della corteccia, riporta la sezione dell’albero dove si leggono i segni della sega, ma non più gli anelli che rappresentano la memoria della pianta e dell’ambiente in cui è vissuta.

Alessandra Quattordio

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Alessandra Quattordio

Alessandra Quattordio

Alessandra Quattordio, storica dell’arte e giornalista indipendente, ha esordito a fine Anni Settanta come curatrice dei cataloghi d’arte e fotografia editi dalla Galleria del Levante a Milano. Dopo la laurea in Storia dell’arte all’Università Statale di Milano, inizia a collaborare…

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