Anche a Matera c’era il mare. Una mostra lo riporta in vita
Fotografia e pittura si fondono, riportando in vita le antiche tracce e i fossili del passato di cui la città è stata protagonista. L’artista protagonista Marco Tagliafico conduce così in un viaggio straordinario, sospeso tra passato e presente

Alla Momart Gallery di Matera l’antichissima storia “marina” della città torna in vita, con l’indagine di Marco Tagliafico (Alessandria, 1985) Superfici di Marea, a cura di Matteo Galbiati. L’esposizione, realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Arteam, nasce dall’esperienza dell’artista durante la residenza presso I Tre Portali, in seguito alla vittoria dell’Arteam Cup 2023.
La fotografia documentaria di Marco Tagliafico a Matera
Una poetica singolare caratterizza il linguaggio fotografico di Marco Tagliafico, che restituisce alla fotografia la sua essenza documentaria. Il suo sguardo si posa sulla linea d’orizzonte, tracciandola fino a svelare un paesaggio al tempo stesso familiare e intriso di sfumature quasi oniriche.
Il curatore Matteo Galbiati ribadisce: “Nella fotografia di Marco mi colpisce molto la sua capacità di restituire all’abitudine dello sguardo che abbiamo il tempo giusto per assimilazione della foto. Ci invita a guardare il dettaglio, di scoprire il particolare, a immergere lo sguardo dentro l’immagine, indagarla. Quindi ridando alla fotografia quello che è – lo spazio di memoria”.

Il mare torna in vita con Marco Tagliafico alla Momart Gallery di Matera
La contaminazione tra diverse tecniche – come la cianotipia o la stampa ai sali d’argento – e l’intervento pittorico su supporti eterogenei, come tela, vetro o acciaio, genera un dialogo concettuale tra passato e presente. Nell’opera Memoria di un’isola, l’artista riporta alla luce il mare antico sulle rocce della Murgia, un tempo sommerse dall’acqua.
Frutto di un’indagine archeologica, queste opere invitano lo spettatore a scavare con lo sguardo, rimuovendo strati di superficie e riattivando la propria capacità immaginativa.
La Geologia dello sguardo di Marco Tagliafico
Marco Tagliafico ci coinvolge in un gioco percettivo: svela solo alcuni dettagli delle sue opere, attraverso un gesto che è insieme fisico e concettuale, simile a uno scavo. Nella serie Equoreo, antichi fossili vengono prima fotografati e poi coperti da uno spesso strato di colore, per essere infine delicatamente riemersi allo sguardo dello spettatore. Il blu, nelle sue molteplici sfumature, è il colore iconico e inconfondibile dell’estetica dell’artista. In questo caso, si confronta con i toni dell’ocra, che rimandano al calore della terra lucana. Nella serie Meriggio, lastre di vetro colorato scorrono lateralmente, lasciando affiorare lentamente il paesaggio millenario delle grotte della Murgia.
Affascinato dalla temporalità inscritta nella materia delle rocce, Tagliafico riflette: “C’è questa consapevolezza, anche rispetto al luogo in cui viviamo, del tempo dilatato, infinito, del quale noi percepiamo solo un attimo fugace. Mi interessa unire il tempo antico alla contemporaneità, perché trovo oggetti che appartengono a ciò che non c’è più, a qualcosa che è scomparso e che richiede una ricerca, uno sguardo attento. Eppure quel passato è ancora lì: è la contemporaneità stessa a legarlo al presente. Come se tutto fosse compresso dentro un’immagine, un piccolo frammento”.
La promozione dell’arte a Matera
Promuovere l’arte contemporanea nel Sud Italia può rivelarsi una sfida complessa, ma anche profondamente appagante. Quello che a molti appare come un territorio periferico è, in realtà, un universo da esplorare: ricco, vibrante e sorprendentemente ospitale. Qui l’arte si manifesta in forme plurali e sorprendenti, intrecciando tradizione e sperimentazione, memoria e visione, in un paesaggio culturale in continua trasformazione.
La direttrice di Momart Gallery Monica Palumbo spiega: “Per noi, come per tante altre realtà nel Sud, è più complesso emergere e farci conoscere, essendo lontani dalla percezione globale. Spesso si entra in contrasto che risiede nella lettura del lavoro che uno fa. Per esempio, presentare qui un artista che non è di Matera potrebbe risultare strano a chi è abituato all’arte locale più artigianale, più legata al luogo attraverso i suoi abitanti. Detto questo, è fondamentale sostenersi, come galleria, da un mercato, e da tutto l’indotto, che poi riesce a far emergere gli artisti locali, imprenditori, curatori, e altri professionisti che circolano nel mondo dell’arte qui.”
Valeria Radkevych
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